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VERTIGINOSO AUMENTO DELLE MALATTIE DOVUTE A SOSTANZE CHIMICHE TOSSICHE

Viviamo circondati da rifiuti caustici e la situazione va via via peggiorando. Lo slogan «Una Vita Migliore Grazie alla Chimica» è stato creato per farci acclimatare alle sostanze chimiche sintetiche velenose, tuttavia risulta assai discutibile se la nostra vita sia davvero migliore. Secondo il Chemical Abstracts Service (il registro computerizzato della American Chemical Society), nel nostro ambiente vi sono più di quattro milioni di sostanze chimiche diverse ed il loro numero aumenta di un quarto di milione ogni anno. Sin dagli anni Ô80, sono stati prodotti oltre 400 miliardi di libbre di tossine all'anno.
La maggior parte delle sostanze chimiche che sono attorno a noi sono tossiche. Sentiamo citare il termine «tossico» talmente spesso che esso ha ormai perso il proprio significato. «Tossico», però, significa «velenoso» e qualsiasi cosa etichettata come «Veleno» è legalmente definita come «capace di distruggere la vita».

<1>Al giorno d'oggi molti diversi tipi di veleno ci circondano: pesticidi, conservanti, materie plastiche, coloranti, solventi ed altri ancora. Anche i consumatori meglio informati non si rendono conto di quanto siano velenose in effetti le sostanze chimiche. Possiamo, ad esempio, saperne abbastanza da evitare i pesticidi, ma quante persone sono consapevoli del fatto che i pesticidi si trovano anche nei comuni saponi domestici? E che i prodotti venduti nei negozi biologici con l'etichetta «non dannoso per l'ambiente» e «biodegradabile» possono risultare letali per gli esseri umani? Quella che segue è la storia di come le sostanze chimiche sono nocive per la nostra salute, di come esse vengano falsamente segnalate ed etichettate, di cosa possiamo fare per evitarle e di cosa possiamo usare in alternativa.
Soltanto in tempi recenti le sostanze chimiche hanno occupato un posto così rilevante nelle nostre vite. Durante la Seconda Guerra Mondiale furono sintetizzate e prodotte migliaia di sostanze chimiche per l'utilizzo in combattimento e molte di esse erano state concepite come ingredienti del gas nervino. Dopo la fine del conflitto l'industria - oberata da un surplus di scorie (alle quali ci si riferiva eufemisticamente col termine «prodotto») - dovette escogitare un utilizzo non bellico di queste sostanze. Inventandone un utilizzo di massa, l'industria fu in grado di evitare le spese ed i pericoli legati allo smaltimento dei rifiuti tossici e, allo stesso tempo, di trarne un profitto. Prodotti per la pulizia, detergenti per il bucato e le stoviglie, prodotti per l'igiene personale, disinfettanti, cibi e medicine, cose che usiamo tutti i giorni furono tutte «migliorate» dall'aggiunta di sostanze chimiche velenose; le neurotossine diventarono pesticidi, i solventi aromi alimentari e così via.
I nostri governi e l'industria compiono incessanti sforzi per convincere il pubblico che le sostanze chimiche sono sia desiderabili che necessarie. Un esempio è il modo insidioso in cui il fluoruro fu introdotto nel mercato - cosa che sfortunatamente è tipica per molte sostanze. Propagandato come eccellente agente di prevenzione delle carie dentali, il fluoruro fu creato come ingrediente essenziale per la fabbricazione di bombe atomiche durante la Seconda Guerra Mondiale, ed è anche un sottoprodotto delle industrie di pesticidi ed alluminio. Le fattorie nei pressi degli impianti di produzione del fluoruro furono funestate da raccolti avvizziti e bruciati e gli animali si ammalarono. Nel sangue dei lavoratori vennero rilevate concentrazioni pericolosamente alte di fluoruro, ed essi soffrirono di diarrea e vomito quando consumarono ciò che avevano raccolto nelle fattorie in questione. Test segreti eseguiti dal Governo degli Stati Uniti dimostrarono che il fluoruro era estremamente dannoso; fra i vari danni, esso provocava difetti di nascita e danni al sistema nervoso centrale e chiazzava e rovinava i denti piuttosto che proteggerli.
I giornalisti Joel Griffiths e Chris Bryson scrivono: «Gran parte delle prove originali che il fluoruro in dosi limitate era sicuro per gli esseri umani fu generata dagli scienziati del programma della bomba-A ai quali era stato segretamente ordinato [dal Governo USA] di fornire "prove utili in vertenze" contro i fornitori della difesa per danni da fluoruro provocati ai cittadini».

<2>In Fluoride, the Aging Factor,

<3>il biochimico John Yiamouyiannis descrive i devastanti effetti del fluoruro su persone di tutto il mondo. Nelle città di tutti gli USA ad un aumento del fluoro nell'acqua potabile è corrisposto un aumento dei casi di morte da cancro al fegato, cancro osseo e cellule tumorali squamose nella bocca (un altro tipo di cancro). Fra gli altri sintomi vi sono stati disturbi gastrointestinali, convulsioni, dolori ossei, vomito sanguigno ed eruzioni cutanee.
Yiamouyiannis descrive assai dettagliatamente la ricerca condotta da scienziati di USA, Giappone, Venezuela, ex Unione Sovietica e Sudafrica (l'elenco è lungo) che dimostrano i difetti genetici e le malattie indotte dal fluoruro e gli sforzi dell'industria e dei governi in carica tesi ad occultare questa incriminante ricerca e a mantenere il fluoruro sul mercato. L'ampia documentazione su questo argomento è stata declassificata soltanto di recente dal governo - ed anche così alcuni documenti mancano di alcune parti. Questa non è la fantasia partorita da un fanatico della cospirazione; la stampa ufficiale sta finalmente riferendo ciò che gli addetti dell'industria dei dentifrici sanno da lungo tempo: il fluoro è un veleno ben provato.
Regina Miskewitz, direttrice del settore ricerca e sviluppo per l'igiene orale e personale presso la Arm & Hammer products, recentemente & stata sentita affermare: «Quando ricevo il fluoruro qui, esso porta sulla confezione il simbolo di teschio-e-ossa [incrociate]».

<4>Tutti i dentifrici contenenti fluoro, per legge, devono riportare l'avviso al consumatore che consiglia di «cercare aiuto medico o contattare un centro di controllo dei veleni immediatamente» nel caso venga ingerita una quantità di dentifricio superiore a quella che viene «normalmente» usata per lavarsi i denti. I bambini più piccoli, però, che tendono ad apprezzare miscele al gusto di saccarina e che potrebbero non sputar fuori qualcosa che è abbastanza facile da ingerire, sono particolarmente vulnerabili all'avvelenamento. Il libro di John Yiamouyiannis riporta molti casi di bambini preda di gravi sintomi, o perfino della morte, dopo la somministrazione di fluoruro sotto i ferri del dentista. Tuttavia troppo poche persone hanno sentito parlare di questo libro.
Le informazioni come la faccenda del fluoruro - che dovrebbe occupare i titoli di testa del telegiornale della sera - non sono facili da ottenere. Ciò che è un luogo comune e viene assiduamente pubblicizzato diviene fantasia popolare, che alla fine la gente accetta come una verità.
Fino a quando l'industria disporrà del sostegno legale e finanziario del nostro governo per truffare e mentire al pubblico, la gente crederà che queste pericolose sostanze chimiche sono innocue e continuerà anche a patire di una salute compromessa da un ambiente altamente «chimicalizzato».
Sin dal 1950, la maggior parte delle nuove sostanze chimiche che sono state immesse sul mercato non sono mai state testate in relazione alla sicurezza, né a lungo termine né tanto meno a breve termine. Molte di queste sostanze caustiche sono sottoprodotti dell'industria petrolchimica e sono conosciute col nome di neurotossine, le quali distruggono le cellule nervose e del cervello.
Alcune sostanze chimiche si trasferiscono negli organi e nelle ghiandole mentre altre rimangono intrappolate nel tessuto adiposo. L'organismo non può espellere queste tossine perché non è mai stato designato a metabolizzarle e, incapace di sovrintendere tranquillamente ai processi vitali abituali, per mantenere un qualche tipo di equilibrio esso è costretto a cannibalizzare le proprie sostanze nutrienti. Il tessuto muscolare, onde regolare le funzioni del fegato, potrebbe essere scomposto per i vitali amminoacidi di cui è costituito, oppure del calcio viene rilasciato dalle ossa perché sia disponibile per processi metabolici critici. Queste attività estreme debilitano ulteriormente il sistema ed aumentano la vulnerabilità delle persone alle malattie e, man mano che viene assorbita una maggiore quantità di veleni, si sviluppano gravi «sensibilità» e malanni cronici, spesso debilitanti. Tale processo è così graduale che le persone non si rendono mai conto di cosa le ha fatte ammalare.
Gli ultimi decenni hanno visto l'emergere di «nuove» malattie come la sensibilità chimica multipla (MCS), conosciuta anche col nome abbastanza appropriato di malattia ambientale (EI), la quale interessa il 15% della popolazione. Molti individui, che siano riconosciuti affetti da MCS o meno, reagiscono negativamente alle sostanze inquinanti e chimiche - profumi, fumo di sigaretta, gas di scarico delle automobili, ammorbidenti per i tessuti, detersivi in polvere e liquidi, benzine.
L'elenco delle sostanze irritanti è infinito, così come i disturbi che provocano: emicranie, nausea, stanchezza, fiato corto, tosse, eruzioni cutanee, dolori articolari, gonfiori, vista sfuocata, perfino instabilità emotiva. Per di più vi sono tante reazioni allergiche quanti sono i diversi individui che le sperimentano. Il termine «reazione allergica» (che è diventato un sinonimo generico per descrivere le risposte negative alle sostanze chimiche), così come il termine «tossina», ha perso molto del suo significato. Tuttavia la gravità della reazione diviene chiara quando si comprende che cosa è in effetti un'allergia: la risposta dell'organismo (in genere tramite la produzione di istamina) per espellere proteine estranee (allergeni) che sono talmente voluminose da insediarsi nelle articolazioni e nei tessuti, irritando le cellule, disgregando le funzioni metaboliche e creando ancora più sostanze di scarto. Questo è il motivo per cui le risposte allergiche sono così diversificate ed hanno effetti di così vasta portata.
Come se non bastasse, le sostanze chimiche sono anche direttamente responsabili dell'aumento di menomazioni natali, del disordine da deficit di attenzione (ADD) e di altre difficoltà di apprendimento, di enfisema, di asma, di disturbi digestivi, di malattie della pelle, di mancanza di controllo motorio, di cancro e di sclerosi multipla (MS). Questa è soltanto la punta dell'iceberg. Tutti questi malanni, ed altri ancora, sono stati correlati alle sostanze chimiche tossiche.
La moltitudine di sintomi che si possono sviluppare a causa delle sostanze chimiche tossiche non è sorprendente allorquando si comprende che tali sostanze sono state presenti sul pianeta soltanto nell'arco della nostra storia più recente. Due scrittori fanno notare che se la nostra permanenza complessiva sulla terra «si estendesse da Los Angeles a New York City, la rivoluzione chimica occuperebbe solo gli ultimi 211 piedi [64,3 metri]». Oppure, se il genere umano fosse stato presente sulla terra l'equivalente di un anno, allora saremmo rimasti immersi in questo «ambiente drasticamente alterato soltanto per gli ultimi 7,5 minuti».

<5>La Scomparsa del Teschio e delle Ossa Incrociate
Quarant'anni or sono non avevamo bisogno di indovinare cosa era velenoso e cosa non lo era. Anche i bambini più piccoli sapevano evitare i contenitori che erano contrassegnati dal simbolo, esplicitamente chiaro e dall'aspetto pauroso, del teschio e delle ossa incrociate. Tuttavia questo simbolo efficace e teatrale venne sostituito da etichette di avvertimento, richieste per tutti i veleni dall'Ufficio Pesticidi e Sostanze Tossiche dell'Agenzia per la Protezione Ambientale del Governo degli Stati Uniti. Il testo delle etichette può essere informativo, tuttavia manca della teatrale qualità grafica del suo predecessore, il teschio e le ossa incrociate - ed è sicuramente meno comprensibile ai bambini più piccoli che non sanno ancora leggere. Al giorno d'oggi molti detergenti velenosi vengono confezionati in sgargianti contenitori progettati per attrarre i consumatori - tuttavia essi stimolano anche la curiosità di bambini non sorvegliati che possono facilmente confonderli con giocattoli colorati.
Dobbiamo ringraziare i produttori di sostanze chimiche per l'abolizione del teschio ed ossa incrociate, i quali hanno fatto pressioni contro tale simbolo in quanto danneggiava le loro vendite. Tristemente l'unica consapevolezza che la maggior parte delle persone ha oggi del teschio ed ossa incrociate riguarda il simbolo sulla bandiera di una nave pirata.

Cosa Significa in Realtà la Dicitura Stampata a Caratteri Piccoli
Molti individui i cui sistemi immunitari sono ancora vigorosi non comprendono la pericolosità delle sostanze chimiche ed accusano le persone più sensibili ai loro effetti di esagerare (se non addirittura di inventare) i loro sintomi. Ad ogni modo, il fatto che sui comuni detersivi domestici vi siano delle etichette di avvertimento indica da sé la gravità della situazione: «Tenere lontano dalla portata dei bambini»; «Evitare il contatto con gli occhi»; «Non inalare»; «Utilizzare vicino ad una finestra aperta»; «Dannoso se ingerito»; «Se ingerito, lavare abbondantemente con acqua»; «Se ingerito, non provocare vomito. Chiamate il vostro medico o contattate il vostro locale centro di controllo dei veleni immediatamente.
A volte un'etichetta può indicare «Solo per uso esterno» - cosa che suona relativamente innocua, ma pensateci su. Perché non possiamo ingerirla, se non perché si tratta di una sostanza velenosa? L'ecologista clinico Alfred Zamm suggerisce una buona regola da seguire: «Se non potete mangiarlo, non respiratelo».

<6>Non avremmo bisogno di nessuno di questi avvertimenti se le sostanze chimiche fossero innocue, tuttavia anche così, come vedremo, queste etichette non indicano in modo affidabile la portata del pericolo a cui siamo effettivamente esposti.
Vi sono molti modi tramite i quali possiamo ingerire sostanze chimiche letali. La pelle (che è l'organo più esteso dell'organismo) è assai permeabile. Il fatto che possiamo fiutare qualcosa indica la presenza fisica delle sue molecole nell'aria, che vengono quindi trasmesse alla circolazione del sangue tramite l'apparato respiratorio e, nel caso crediate che «Non ingerire» riguardi soltanto i vostri bambini e non voi (dopotutto per quale motivo un adulto berrebbe una bottiglia di detersivo per i piatti?), cercate di capire che i significati legali delle parole sono spesso diversi da quello che esse significano nel linguaggio di tutti i giorni. Legalmente, «ingerito» significa «inalato o assorbito tramite la pelle».

Esistono due categorie di prodotti che vengono legalmente considerati pericolosi:

  1. prodotti a rischio, e
  2. pesticidi. I prodotti a rischio - che possono essere tossici, corrosivi, irritanti, infiammabili o radioattivi - negli USA sono regolamentati dal Federal Hazardous Substances Act. I pesticidi, che uccidono gli animali nocivi, sono regolamentati dal Federal Insecticide, Fungicide and Rodenticide Act.

Ciò che viene legalmente considerato un pesticida potrebbe sorprendervi. I pesticidi consistono in (abbastanza logicamente) diserbanti, insettifughi, spray antipulci ed antiscarafaggi, veleni per topi ed alcune sostanze chimiche da piscina (fungicidi, anti-alghe). Tuttavia i pesticidi includono anche altre sostanze che vengono identificate come germicidi, antibatterici, antimicrobi o disinfettanti. La maggior parte di disinfettanti e sterilizzanti per cucina, bagno e bucato, nonché i prodotti che eliminano le muffe, sono legalmente classificati come «pesticidi» in quanto contengono pesticidi. Questi ed altri prodotti arricchiti di pesticidi sono così dannosi che per legge devono riportare la dicitura «Tenere lontano dalla portata dei bambini» sull'etichetta anteriore. Risulta allarmante comprendere che le stesse sostanze chimiche destinate a uccidere roditori o pulci possono trovarsi nei detersivi per indumenti, saponi per il bucato a mano o per i piatti, classificati come «antibatterici». Quando usiamo questi prodotti, i pesticidi penetrano nel corpo attraverso la nostra pelle.
Nel gergo legale, un «adulto» è un maschio di 180 libbre, così ciò che influisce negativamente su di un «adulto» avrà un effetto ancora peggiore su di una donna, ed in particolare su di un bambino. Un uomo grande e di forte costituzione sarà meno vulnerabile di una donna minuta la cui esposizione a sostanze chimiche ha già debilitato le funzioni immunitarie (forse al punto che lei ora soffre di una malattia ambientale completamente sviluppata).
Gli schemi che vedete, compilati da fonti del governo e dell'industria, rivelano la verità a monte delle etichette relative alle sostanze chimiche velenose. Non dimenticate che tossico = veleno = «letale». Ciò rende le frasi «altamente tossico», «moderatamente tossico» e «leggermente tossico» del tutto prive di senso. La questione è quale quantità di veleni vi ucciderà e con quali modalità, piuttosto che se essi lo faranno. 
Definire una miscela «leggermente tossica»   come dire che una donna qualsiasi è «un po' incinta». Ho comunque incluso queste definizioni in quanto alcuni laboratori di ricerca ed uffici le usano come standard.
In definitiva tutti muoiono - magari anche in età assai avanzata, anche se detersivi infestati da pesticidi sono stati tenuti sul lavabo della cucina. Dobbiamo tuttavia chiederci: le persone soffrirebbero di così tante malattie croniche e debilitanti - in altri termini, morendo prematurmente a causa di un sistema immunitario affaticato, lento e che funziona male - se vivessimo in un ambiente libero da veleni?
Quello che noi consideriamo «sano» potrebbe significare soltanto che:

  1. i sintomi dell'individuo non si sono ancora manifestati;
  2. che l'individuo potrebbe manifestare sintomi lievi (come il naso che gocciola in modo cronico o l'essere un po' «indisposto») che non sono ancora riconducibili ad una «reale» malattia o a qualcosa di cui preoccuparsi; oppure
  3. l'ovvio stato di spossatezza dell'individuo non è stato ancora collegato alle mortali sostanze chimiche presenti nel nostro ambiente. Non è possibile che una parte isolata dell'organismo sia malata mentre altre parti restano in cosiddetta perfetta salute; persone diverse, poi, manifestano sintomi in modi diversi, a volte in aree dell'organismo apparentemente senza alcun rapporto.

A Proposito dei Prodotti dei Negozi Biologici?
Nel caso qualcuno di voi ritenga (come facevo io un tempo) che i detersivi dei negozi biologici siano più sicuri o salutari, state pur certi che non è così. I termini e le frasi che seguono potrebbero avere per noi qualche significato nel linguaggio di tutti i giorni, ma non hanno alcun significato sotto il profilo legale: «naturale»; «ecologicamente sicuro»: «amico dell'ambiente». «Biodegradabile» è un termine legale, tuttavia significa semplicemente che le sostanze chimiche presenti nel prodotto nel giro di 99 anni ritorneranno alla terra.
Le sostanze chimiche possono essere sicure per l'ambiente che può assorbirle, assimilarle e trasformarle. 
Ma quelle stesse sostanze sono ancora pericolose per gli esseri umani, che non possono adattarvisi o convertirle. 
In altri termini, possiamo ancora essere avvelenati da «detergenti naturali» ed «organici» che sono «ecologicamente sicuri» e «amici dell'ambiente». 
Queste definizioni sono manovre pubblicitarie.
L'Inganno nelle nostre Leggi sull'Etichettatura 
Ostili-al-Consumatore
Nonostante quanto quasi tutti gli Americani sono stati portati a credere, un'allarmante maggioranza di sostanze chimiche ed additivi vengono testati in modo inadeguato oppure non vengono testati affatto. Le nostre leggi sull'etichettatura sono infarcite di scappatoie ed anche la tutela minima cui hanno legalmente diritto i consumatori viene raramente applicata. Oltre agli argomenti gi  trattati, in relazione alle leggi sull'etichettatura, molte delle quali spesso si contraddicono l'una con l'altra, esistono altri seri problemi.

1. Le varie agenzie, governative e non, presenti negli USA e responsabili della regolamentazione delle sostanze chimiche, hanno trascurato la tutela dei consumatori a vantaggio dei profitti industriali.
Ad esempio:

Il governo federale richiede ai produttori di dichiarare se il loro prodotto è acutamente velenoso o meno (diversamente da velenoso nel lungo periodo), irritante, caustico o infiammabile; ma essi non sono tenuti a rivelare se i loro prodotti sono cancerogeni, se contengono neurotossine o se danneggiano gli organi riproduttivi.

2. Molti dei test per la sicurezza, sui quali la FDA basa la sua approvazione o rigetto di un prodotto, vengono eseguiti dagli stessi produttori.
3. Le norme di etichettatura differiscono a seconda che si tratti di alimenti, cosmetici, prodotti per la casa o medicinali. In base ai regolamenti ed alla classificazione dei prodotti, non tutti gli ingredienti devono essere elencati sull'etichetta. L'industria dei cosmetici e dei prodotti per la cura della persona è tenuta a dichiarare gli ingredienti, tuttavia queste informazioni hanno un valore relativo, in quanto i test di sicurezza sono facoltativi - e l'industria stessa ha la facoltà di definire cos'è la «sicurezza» e di decidere in che modo saranno eseguiti i propri test. Spesso i prodotti che contengono la minor quantità di informazioni sui propri ingredienti sono i più nocivi. I peggiori trasgressori sono gli ammorbidenti per tessuti e apparentemente, da quello che le etichette evitano di dichiarare, ai produttori è concesso di considerare gli «ammorbidenti per tessuti» come sostanze chimiche generiche; nella classificazione i detersivi si collocano subito dietro, in compagnia di appretto spray e dei prodotti per lucidare i mobili.
4. Alcune etichette sono talmente poco specifiche da risultare insensate. Il vago termine «fragranza», ad esempio, può comparire su un'etichetta. Una fragranza, comunque, può essere costituita da 200 ingredienti singoli (fra cui solventi e sostanze plastiche), ciascuno dei quali può provocare reazioni negative.
5. In genere gli effetti di una combinazione di sostanze chimiche risulta esponenzialmente più letale degli effetti di tali sostanze non combinate; sfortunatamente la maggior parte dei prodotti è costituita da molte sostanze chimiche, piuttosto che soltanto da una o due. Le nostre leggi sull'etichettatura e sulla sicurezza non prevedono alcuna norma per proteggere il consumatore dagli effetti di due o più sostanze chimiche presenti nel medesimo prodotto.
6. Il fatto di citare la fonte di un ingrediente come ««naturale», organica», di «classe alimentare» o di origine commestibile (come la noce di cocco o l'arancia) non garantisce che l'ingrediente si conserverà puro o persino sicuro nel momento in cui sarà stato completamente trattato. La casa di produzione non è tenuta a dichiarare a quali tipi di trattamento l'ingrediente è stato sottoposto per ottenere il componente finale - cioè se per l'estrazione del materiale sono stati usati dei solventi e se, in tal caso, quali procedimenti (se ve ne sono stati) sono stati adottati per eliminare (e con quale metodo) i solventi in questione dalla miscela finale. Prendiamo un comune detergente, il solfato di sodio laurel, che provoca irritazione agli occhi, reazioni allergiche, rovina i capelli e rinsecchisce la pelle. Alcuni produttori, in particolare di prodotti indirizzati verso il mercato degli alimenti biologici, cercano di impedire la preoccupazione del consumatore elencando questo detergente sintetico ipertrattato come «un dolce agente naturalmente schiumoso derivato dalla noce di cocco».
7. Molti prodotti enfatizzano gli aspetti positivi di un ingrediente allo scopo di distogliere l'attenzione da quelli negativi del prodotto nel suo complesso. Ad esempio l'inclusione di erbe coltivate organicamente sicure e benefiche non garantisce che gli altri ingredienti presenti nel prodotto siano sicuri. Prendiamo il Clairol Herbal Essence Shampoo, la cui etichetta dichiara, «Erbe coltivate in ambiente organico certificato - senza pesticidi o elementi petrolchimici». Il medesimo shampoo contiene solventi (derivati da elementi petrolchimici) e detergenti (che contengono pesticidi) così come aromi sintetici, conservanti e coloranti.
Altri prodotti rivendicano il merito rispetto a ciò che viene omesso nella formula, ma la strategia è la medesima. L'etichetta del NutriBiotic Bubble Bath recita, «Non contiene solfato di sodio lauryl». Il prodotto, ad ogni modo, contiene solfato di sodio laureth che, nonostante la sua relativa fama di essere meno aggressivo del solfato di sodio lauryl, contiene un etere tossico che è probabile sia anch'esso contaminato da composti cancerogeni.
8. A volte per i prodotti vengono fatte delle affermazioni le quali, anche se non false per se, sono ingannevoli in quanto oscurano altre più importanti informazioni. Una serie di etichette di prodotti per la cura della pelle, ad esempio, recita, «Questo prodotto è confezionato in un contenitore biodegradabile». Altri ancora si pregiano di proclamare, «Nessun esperimento su animali» oppure «Esente da crudeltà». Pur essendo la cosa lodevole, negli ultimi 15 o 20 anni non vi è stato alcun bisogno di test su animali poiché la maggior parte dei raccapriccianti test sugli ingredienti comunemente impiegati erano già stati eseguiti. Poiché per quanto riguarda i cosmetici non esiste comunque alcun obbligo legale di test, la dichiarazione di una ditta «Nessun esperimento su animali» è probabilmente una scaltra tattica di pubbliche relazioni. In modo simile, molti detersivi riportano che il prodotto è «biodegradabile» oppure che «non danneggerà le fosse settiche» - lodevole, ancora una volta, ma questo nasconde il fatto che il prodotto è dannoso per gli esseri umani.
9. Molti ingredienti possono sembrare relativamente innocui, fino al momento in cui non si svolga qualche piccola indagine. Prendiamo i «tensioattivi non-ionici e anionici», presenti in New Formula Mr Clean e Ivory Snow. I tensioattivi non sono altro che detergenti velenosi. Ingredienti dissimulati ancor più insidiosamente sono gli «agenti di controllo della qualità» contenuti, fra i vari prodotti, nel Comet Homecare Bathroom Cleaner. L'etichetta del detergente in questione recita, «Agenti pulenti, agenti di controllo della qualità, profumo e acqua».
Quando ho contattato una rappresentante della Proctor & Gamble (il produttore) per scoprire che cosa sono esattamente questi «agenti di controllo della qualit&», ella mi ha detto che la società, per proteggere le proprie ricerche e profitti, aveva classificato l'informazione come brevetto. Ad ogni modo ella mi fece notare che poteva dichiarare gli ingredienti se le avessi chiesto in modo diretto, «Questo prodotto contiene questo e quest'altro?» Le ditte sono tenute ad ottemperare a questa procedura nel caso le persone presentino delle allergie. Mi è stata risparmiata la seccatura di elencare uno per uno gli specifici veleni della mia lista quando ella si è offerta spontaneamente di dire che gli «agenti di controllo della qualità» prevengono la solidificazione ed assicurano l'omogeneità e la consistenza del prodotto - funzione tipica dei solventi. Così sono stata subito in grado di concentrarmi sulla mia lista di solventi e, leggendoli uno ad uno, ho velocemente determinato che il Comet Homecare Bathroom Cleaner contiene un potente solvente alcolico, l'etere glicol butile dipropilenico.
Per inciso, prima della mia conversazione telefonica, una voce preregistrata mi ha avvertito che la mia telefonata sarebbe stata registrata su nastro. Non ho avuto scelta. In cambio di una consultazione con un membro della compagnia (cosa che dovrebbe essere un mio diritto legale, dato che la compagnia dispensa veleni), sono stata costretta a subire questa intrusione nella mia privacy.
10. Le etichette che non dichiarano gli ingredienti sono incongruenti. A volte, ad esempio, gli ingredienti sono elencati con il loro nome chimico (come nel caso del disodio EDTA); altre volte a seconda della loro funzione (per esempio, un conservante). Inoltre può insorgere una certa confusione, in quanto alcune tossine vengono utilizzate per più di una funzione. Lo stearato butilico, ad esempio, è sia un agente anti-schiuma sia un aroma artificiale; la piridina, che un tempo veniva impiegata come farmaco contro l'asma, viene ora utilizzata sia come solvente che come additivo per aromatizzare al sapore di cioccolato dolciumi ed altri alimenti.
11. Alcuni degli ingredienti elencati sono conosciuti con più di un nome e possono non essere riconoscibili da un prodotto a un altro. Un esempio è la metilcellulosa, che è conosciuta anche col nome di cellulosa e di etere metile e che, assai velenosa, viene estratta trattando la pasta di legno o il cotone chimico con alcool ed è collegata alla carbossimetilcellulosa. A meno che non abbiate solide basi in chimica, risulta difficile decifrare che cosa vi è in realtà nei prodotti, anche con l'ausilio di varie valide guide di riferimento. Per di più, la costante invenzione di nuove sostanze chimiche rende obsoleti anche i buoni dizionari di chimica. (Notate che mi sto riferendo soltanto alle sostanze chimiche che sono elencate; molte non lo sono affatto.)
12. Alcune etichette dichiarano gli ingredienti non nella sezione relativa ad essi, bensì in altre parti dell'etichetta stessa - il che significa che a volte il consumatore è costretto a leggere l'etichetta nella sua interezza per conoscere i componenti del prodotto. Si scopre, per esempio, che il Comet Homecare Bathroom Cleaner contiene un pericoloso solvente alcolico soltanto se si legge la sezione relativa al Pronto Intervento: «In caso di contatto con gli occhi, risciacquare abbondantemente con acqua. Se l'irritazione persiste, chiamare un medico. Se ingerito, bere un bicchiere d'acqua e contattare un medico (il prodotto contiene un alcool, l'etossilato).» (Siamo così tornati all'argomento che lo stesso veleno può avere molti nomi.)
13. A volte un prodotto non elenca i propri ingredienti perché è classificato in modo inappropriato. Ad esempio, siccome le paste adesive per dentiere non sono legalmente considerate alimenti o cosmetici, i produttori non sono tenuti ad elencarne gli ingredienti sulle etichette - nonostante il fatto che è impossibile non inalare o ingerire parte del prodotto, dal momento che viene utilizzato all'interno della bocca!
14. Alcuni prodotti che contengono una vasta gamma di additivi - detergenti, coloranti, conservanti, aromi, pesticidi e solventi - sono specificamente destinati ai bambini. La funzione immunitaria di un bambino non è sufficientemente sviluppata da contrastare anche solo un po' adeguatamente l'assalto di così tanti veleni. Tuttavia i prodotti per bambini della Johnson sull'etichetta sono propagandati come «ipoallergenici» e che «non fanno lacrimare». (Per notizie su cosa significa realmente «ipoallergenico» vedere il punto 15).
15. Le etichette spesso contengono confusi termini legali che invece di informare nascondono la verità. Ad esempio «ipoallergenico» non significa che «non provoca allergie»; significa che è «meno probabile che provochi una reazione allergica, ma che potrebbe comunque farlo». In modo analogo, l'etichetta del Earth Rite Dishwashing Liquid afferma «Non Tossico per i Bambini». La definizione legale di «non-tossico», però, significa «ammissibilmente tossico» - che è quasi l'opposto di quella comunemente usata tutti i giorni. La verità viene rivelata altrove sull'etichetta, che recita: «Avvertenza: pregasi tenere tutti i prodotti per la pulizia fuori della portata dei bambini. Se ingeriti, bere un bicchiere d'acqua e chiamare un medico.» (La ragione della «Avvertenza» è che questo prodotto contiene alcool e detergenti dannosi).
16. I produttori spesso combinano sulla stessa etichetta i significati legali con quelli di uso comune. Un'etichetta, ad esempio, potrebbe riportare «Avvertenza», che ha uno specifico significato legale. La stessa etichetta, però, può riportare «Naturale» (una manovra per distogliere l'attenzione da «Avvertenza»), che legalmente non è definito e di conseguenza non ha altro significato se non quello che il consumatore gli attribuisce. Così anche un acquirente attento/a ha difficoltà a decifrare con esattezza che cosa sta comprando.
17. Le compagnie dispongono di modi per eludere i «limiti consentiti» di un particolare veleno. Ad esempio, il limite stabilito dalla FDA per le aflatossine altamente cancerogene delle noci è di 15 parti per milione. Non vi è modo di impedire a una compagnia di aggiungere noci non contaminate ad una partita che ha un livello di contaminazione inaccettabilmente elevato - creando così una nuova partita di noci che adesso possono essere vendute perché il livello complessivo medio di contaminazione è stato reso «accettabile».
18. Secondo un ironico stravolgimento, alcune delle leggi sull'etichettatura potenzialmente danneggiano il consumatore in quanto esse richiedono che sull'etichetta compaiano troppe informazioni del tipo sbagliato. Alcuni articoli ora richiedono il nome chimico di un ingrediente piuttosto che il suo nome comune, più familiare al consumatore. Un esempio di ciò è il silicato di magnesio alluminio elencato sulla Iris Hand & Body Lotion della Weleda. Sebbene il termine sia seguito dalla frase di spiegazione «(argilla purificata)», io inizialmente ho nutrito dei dubbi, poich& non tutta l'argilla è composta da materiali che desidererei spalmare sulla mia pelle - e con quale procedimento la sostanza viene «purificata»? Un rappresentante della compagnia mi ha notificato che il silicato di magnesio alluminio è un altro temine per «bentonite», un Ôargilla pura e commestibile che viene ampiamente ed efficacemente utilizzata per il lavaggio del colon. Se l'avessi saputo, non mi sarei preoccupata. L'Associazione Aromi, Cosmetici e articoli da Toeletta (CTFA) è responsabile dell'istituzione degli standard di questa etichettatura inutilmente dettagliata e la FDA, quando controlla i cosmetici, segue gli orientamenti della CTFA.
19. Vi sono molte informazioni che la FDA si rifiuta assolutamente di consentire sulla confezione, anche se queste sarebbero di grande aiuto per i consumatori che vogliono sapere che cosa ingeriscono.
Prendiamo l'ormone ricombinante per la crescita bovina (rBGH) e la somatotropina bovina (BST), iniettati nelle mucche da latte allevate a scopi commerciali credendo che ciò le induca a produrre una maggiore quantità di latte. Gli Stati Uniti sono l'unica nazione al mondo che fa uso del BGH. Alle industrie casearie è stato proibito di dichiarare che non hanno utilizzato il BGH o la BST nei propri prodotti sino a quando, nel 1995, la Ben & Jerry's Ice Cream e le Stonyfield Farms non hanno intentato una causa legale. Nel 1998 la restrittiva legge sull'etichettatura & stata finalmente rovesciata. Sebbene la FDA e i produttori dell'ormone (Monsanto, American Cyanamid, Upjohn, Eli Lilly e Dow) insistano sul fatto che l'ormone è sicuro, la FDA ammette che le sostanze chimiche sintetiche nella loro struttura molecolare differiscono fino al tre per cento rispetto all'ormone normale. Gli ormoni artificiali sono legati alle variazioni ormonali e ad allergie negli esseri umani. Le mucche cui sono state somministrate le sostanze chimiche soffrono di sterilità, perdita dei grassi, scarsa tolleranza al caldo, insuccesso nell'allattare, artrite, anomalie del cuore e dei reni, ulcere gastriche e maggiore suscettibilità alle infezioni. Per contrastare queste infezioni, gli allevatori somministrano alle mucche massicce dosi di antibiotici, che si trasferiscono nel latte e quindi negli esseri umani che lo bevono. La composizione del latte con aggiunta di ormoni è alterata: le proteine diminuiscono ed il grasso aumenta sino al 27 per cento. Eppure, una ditta che si rifiuta di utilizzare ormoni artificiali deve comunque apporre sulle proprie etichette una dichiarazione la quale nega che vi sia alcuna prova che le sostanze chimiche in questione provocano alcun danno e che il latte delle mucche cui sono stati somministrati ormoni è identico a quello del bestiame normale.
Altri articoli, oltre ai cosmetici, che la FDA non permetterà che vengano esaurientemente etichettati, sono gli alimenti geneticamente modificati e irradiati. Dobbiamo domandarci a vantaggio di chi esistono queste leggi sull'etichettatura.
20. A volte ingredienti che sono di per sé stessi velenosi durante il processo di fabbricazione vengono trasformati. Un esempio è la lisciva (solitamente derivata dalla cenere del legno). Gli sgorgatubature contengono lisciva pura perché essa è caustica e dissolve qualsiasi cosa con cui venga a contatto. La lisciva, però, viene utilizzata anche per fare il sapone. Quando essa viene mischiata ad acqua e grasso (animale o vegetale) - gli ingredienti principali del sapone - la lisciva catalizza un processo chimico che determina un prodotto finale con caratteristiche diverse rispetto a quelle degli ingredienti originali. Il sapone di Castiglia e i saponi domestici, generalmente considerati delicati, sono anch'essi prodotti in questo modo. Tuttavia alcuni dermatologi ritengono che anche se la lisciva nel processo di produzione del sapone subisce una trasformazione, tale processo determina un prodotto finale non del tutto sicuro. Per questo motivo, compagnie come la Aubrey Organics preferiscono usare come catalizzatore il sale al posto della lisciva. I saponi fatti con sale marino possono risultare sicuramente più salutari di quelli fatti con la lisciva, i quali a loro volta sono preferibili a saponi contenenti detergenti sintetici fatti con estratti di olio di cocco artificiale e/o con la tossina dietanolamina (che permane nel detergente).
21. Il produttore può dichiarare che un olio è «senza additivi», ma secondo la legge ciò si può riferire soltanto alla miscela finale. Additivi come il glicol propilenico, l'acetato linoleico sintetico e l'SD-40 vengono comunemente impiegati per estrarre rapidamente gli oli, il che fa risparmiare tempo ed aumenta il volume del prodotto (ed i profitti del produttore). A volte le ditte nel settore del mercato della salute naturale che si interessano genuinamente dei loro ingredienti utilizzano ancora, nel processo di fabbricazione, delle sostanze discutibili, in quanto ritengono che le sostanze chimiche dannose possano essere interamente rimosse prima che il prodotto venga confezionato. Un esempio è l'alcool etilico (che è naturale ma rinsecchisce la pelle), utilizzato nel procedimento di «estrazione a freddo» per distillare oli essenziali dalle erbe. Le ditte al termine del processo eliminano l'alcool dalla miscela riscaldando gradatamente l'olio o la lozione prima che il prodotto venga imbottigliato e il composto risultante viene denominato «naturale». Nondimeno alcune sostanze chimiche possono rimanere nel vapore impiegato per estrarre gli oli e risultare impossibili da eliminare. Il procedimento di «estrazione a freddo» tramite alcool etilico può risultare il meno dannoso fra tutti i procedimenti commerciali di estrazione chimica, tuttavia qualsiasi olio essenziale che sia adulterato da sostanze chimiche (ed allo stesso tempo estratto troppo velocemente dalla pianta) viene reso meno efficace o inutile per una genuina aromaterapia ed una vera guarigione.
Il naturopata Gary Young, fondatore della Young Living Essential Oils, si rifiuta di usare l'alcool e predilige un tediosamente lento procedimento di estrazione a vapore virtualmente senza pressione, impiegando dei complessi distillatori di acciaio inossidabile (non di alluminio) di sua progettazione. Anche se questo elaborato processo di estrazione fa inevitabilmente lievitare il prezzo dei suoi oli essenziali, Young afferma che esso preserva anche l'integrità della struttura molecolare degli oli e di conseguenza il loro campo bioelettrico (e la loro capacità di guarire realmente). Young inoltre afferma che siccome i suoi oli sono fra i più puri del mondo, le persone affette da MCS possono tollerarli in quanto non vi sono sostanze chimiche che provocano reazioni violente, e le alte frequenze degli oli innalzano la vibrazione dei tessuti e permettono così all'organismo di correggere i propri squilibri.
22. Le leggi sull'etichettatura di detergenti irritanti prodotti da una corporazione nazionale vengono ugualmente applicate a una donna di campagna che vende semplici saponi prodotti artigianalmente con il latte delle sue capre e con alcune erbe organiche coltivate in loco. Nonostante vi sia un'enorme differenza fra un detergente caustico per bagno ed il prodotto della donna di cui sopra (è assai improbabile che ella aggiunga pesticidi al suo prodotto), il sapone di quest'ultima viene legalmente equiparato ad un pericoloso detergente commerciale.


Prima parte di due
di Nina Silver, PhD © 1999
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Note
1. Black's Law Dictionary, West Publishing Co., St Paul, Minnesota, 1979, 5a edizione, p. 1041.
2. Griffiths, Joel e Chris Bryson, «Segreti Tossici: il Fluoruro e la Bomba Atomica», NEXUS nr.18.
3. Yiamouyianis, John A., Fluoride: The Aging Factor, Health Action, Delaware, 1986, 2a edizione.
4. Oldenburg, Don, «How Safe Is Your Toothpaste?», Union-News (ristampato dal Washington Post), venerdì 25 luglio 1997, p. C2
5. Zamm, Alfred & Robert Gannon, Why Your House May Endanger Your Health, Simon & Schuster, New York, 1980, p. 14 (fuori commercio).
6. ibid., p. 118.
7. Steinman, David & Samuel S. Epstein, The Safe Shopper's Bible, MacMillan, 1995, p. 5.
8. Winter, Ruth, A Consumer's Dictionary of Food Additives, Three Rivers Press, New York, 1994, 4a edizione, p. 3.
9. Steinman & Epstein, ibid., p. 20.
10. ibid., p. 183.
11. «Monsanto March on Washington: FDA Plays It Again», Health Freedom News, luglio/agosto 1997. Mission Possible & stata creata da Betty Martini per controllare la corporazione Monsanto. L'indirizzo del suo sito web è www.dorway.com


A Proposito dell'Autrice:
Nina Silver, accademica, è un'educatrice alla salute olistica, psicoterapeuta Reichiana e attivista per il cambiamento sociale. Le sue opere di fantasia, saggistica e poesia nelle aree della psicologia, salute, femminismo, scienze naturali e metafisica sono state pubblicate a livello internazionale.


Fonte: Nexus Italia