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CIBI COTTI, CRUDI O TRANSGENICI?


I cibi transgenici, abbreviati in OGM (organismi geneticamente modificati) sono quelli il cui DNA viene alterato allo scopo di renderli resistenti a insetti, virus, funghi, pesticidi, diserbanti: questo significa per esempio far sparire dalla circolazione coccinelle, papaveri e altre "erbacce", ed insetti "inutili". L'intenzione potrebbe sembrare buona, ma il risultato è un'alterazione dell'ecosistema che uccide la biodiversità, elimina molte piante ed insetti utili (che muoiono mangiando questi semi o piante), rendendo altre piante e microrganismi eccessivamente resistenti.
E addirittura si hanno già delle difficoltà a trovare per esempio i semi di soia "normale"! Sembra di rivivere certi film di fantascienza dove ci sono scienziati pazzi che creano robot quasi umani che impazziscono e uccidono il loro stesso creatore! Abbiamo creato delle piante-Frankenstein che hanno soppiantato l'originale!
Ovviamente, tutto questo non ha nulla a che vedere con l'innesto, che è un'altra tecnica, non invasiva, che non devasta l'ambiente o la specie.

Quanti sono i campi coltivati con OGM?

La lista nera

Per darvi un'idea dello stato attuale di diffussione dei vegetali geneticamente modificati, abbiamo raccolto informazioni e spulciato su internet. Quelli che risultano spesso modificati sono: soia, mais, patate, pomodori.
Essendo i derivati della soia ingredienti emulsionanti e leganti di moltissimi cibi, ce la ritroveremo ovunque: biscotti, pasta, pizza, gelati, dolciumi, non esclusa nemmeno la famosa lecitina, nonché il latte di soia, alternativa infantile al latte vaccino (dalla padella alla brace! E quindi il famoso Similac), non esclusi i "naturali" sostituti per vegetariani: tofu e bistecche di soia (prima si sono "inventati" lo spauracchio del colesterolo e poi la cura: che solenne "sola", direbbero i romani!), e quindi l'olio di soia e tutto ciò che è stato fritto con esso, salatini e "chips" vari (dove è OGM anche la patata!), e quindi anche la salsa di soia. Ed in conclusione, molti prodotti dietetici: barrette o shakes di proteine e cioccolata (la cioccolata Nestlé è nella lista!), e cibi contenenti margarina (e quindi Fleishmann), e prodotti per cagnolini, gattini e bambini: non si salva nessuno!
Passiamo al mais: abbiamo l'amido di mais, l'olio non biologico, la polenta, il lievito artificiale, lo sciroppo di glucosio, lo sciroppo di mais.
E con lo sciroppo di mais passiamo ai dolcificanti. Lo sciroppo di mais si trova in quasi tutte le bevande e soda, anche quelle "salutari", ed in tutti i prodotti dolci o dolcificati, dallo yogurt all'aspirina. L'aspartame (e quindi Equal, NutraSweet) che è un dolcificante artificiale: la Coca-Cola li contiene tutte e due, cioé sia aspartame che sciroppo di mais (oltre alla caffeina, naturalmente!). Che bella bevanda per bambini!
Facendo un calcolo sommario, i prodotti cos“ modificati, e non qualificabili come veri cibi, sono più di 30.000!! Quelli "vegetali", senza contare quelli animali.
Se diamo uno sguardo al mondo animale troviamo che animali d'allevamento come polli, bovini e pesce spesso vengono nutriti con mangimi contenenti OGM, oltre che con gli intrugli disgustosi contenenti antibiotici, ormoni e chi più ne ha più ne metta. Ed il porco d'allevamento è esso stesso modificato geneticamente con DNA umano: dicono che lo fanno per il nostro bene, perché solo negli USA ci sono ben 40.000 persone che non vedono l'ora di avere cuore, polmoni, reni, pancreas, fegato, tessuto osseo, trapiantati da un maiale geneticamente modificato, perché, dicono, cos“ il corpo umano si riconosce nel porco e non c'è il rigetto!
E quel che avanza? Beh, qualcuno lo mangerà! Cos“, avremo forse lardo di Colonnata e prosciutto di Parma transgenico!

Il "pirata" del Canada

Morirà l'agricoltura tradizionale? Se le cose vanno come vogliono certe multinazionali, potrebbe andare proprio cos“.
L'idea è quella di fornire, ogni anno, all'agricoltore "industriale" il seme da piantare. Essendo questo seme coperto da brevetto (chi ha detto che la vita è brevettabile?) chiaramente il contadino si macchia di un reato terribile se fa come i suoi antenati e cerca di "spezzare la catena", non comprando più i semi. Vediamo come si presenta in pratica, almeno in un paese più avanzato del nostro: che idea avete del Canada? Vi vengono in mente poetiche immagini di pellerossa in meditazione su un cavallo avvolti in pellicce di bisonti con lo sguardo perso nell'orizzonte, belli e maestosamente decorati come tacchini? Guardatene uno, mentre sospira guardando i suoi campi ghiacciati in una mattinata di gennaio al centro del Canada: è Percy Schmeiser, un contadino di 68 anni, è stato processato per aver usato, come ha sempre fatto da una vita, e come è stato fatto da migliaia di anni in tutto il mondo, dei semi della raccolta precedente per quella successiva, un gesto sacro e rituale che è stato immortalato da poeti e pittori nei secoli. E' stato perseguito penalmente da un gigante nel campo delle multinazionali agroalimentari, la Monsanto, per pirateria di semi.
Schmeiser si difende come può, anche negando - e forse è vero? - di aver mai comprato i loro semi. "Potrebbe essere volato del polline dal campo del vicino" e non è neanche impossibile. "Vogliono fare di me un'esempio per intimidire gli altri".
Quale che sia la verità qui siamo di fronte a un forte pericolo, una minaccia addirittura mortale, almeno per la nostra agricoltura tradizionale.

Come seminare la sterilità

Il 4 marzo 1998 l'ufficio brevetti americano ha accordato al Ministero dell'Agricoltura e ad una ditta privata del Mississipi, Delta and Pine Land, un brevetto particolare che è stato subito soprannominato "Terminator": chi ha visto i film con Schwarzenegger capisce il concetto. Questo metodo permette di creare dei semi geneticamente modificati da cui nascono delle piante apparentemente normali e di cui si fa un raccolto normale, salvo che hanno un seme che non germoglia. La pianta quindi, per es. il grano, il mais, la soia, l'orzo è sterile.
Questo "successo" viene ottenuto inserendo nella pianta dei geni estranei che rilasciano al momento opportuno una tossina, la quale agisce sul seme, uccidendolo proprio quando sta per maturare. Il raccolto non è più utilizzabile per la semina dell'anno successivo. La Monsanto, multinazionale della chimica e farmaceutica, si risparmia cos“ l'onere, di dover trascinare in tribunale gli agricoltori "ribelli", quelli che comprano il seme e poi utilizzano parte del raccolto per la semina dell'anno prossimo. Ma chi ha voglia di mangiare un seme suicidato? Noi certamente no.
Nel maggio 1999 la Monsanto rileva la ditta proprietaria del brevetto e lo deposita in 87 paesi, tra cui l'Italia, dove la Monsanto è padrona di circa 200 brevetti ed ha a disposizione più di 160 campi di coltivazione sperimentale OGM; il tutto naturalmente con la benedizione delle nostre autorità ministeriali, ben più tolleranti verso questo tipo di novità pericolosa che non verso una terapia atossica come quella di Di Bella.

PATATE MODIFICATE DANNOSE?

Questo è quanto sostiene il Prof. Arpad Puztai, dopo aver fatto una ricerca, alimentando dei topi con le patate geneticamente modificate.
Alle patate erano stati "impiantati" geni di piante velenose in grado di proteggere la pianta della patata dagli afidi e dai nematodi. Mentre la modifica ha consentito alla pianta di difendersi dagli attacchi di questi parassiti, la patata stessa è risultata tossica per i ratti che hanno mostrato un chiaro idebolimento del sistema immunitario. Il Prof. Puztai giustamente sostiene che i metodi di controllo di non-tossicità delle piante con modifiche genetiche vanno modificati per garantire meglio la salute dei consumatori.

Perché è importante l'etichetta?

I cibi transgenici, per disposizione della Comunità Europea, devono farsi riconoscere nell'etichetta dei prodotti alimentari, solo se non "sostanzialmente equivalenti" ai cibi normali analoghi.
Il Dr. John Fagan però sostiene che il principio della "sostanziale equivalenza" è molto vago, aperto a varie interpretazioni, e che quindi non offre una protezione adeguata ai consumatori.
Il processo di modifica genetica non è per niente esatto; frammenti di DNA estraneo vengono impiantati nel DNA della pianta o dell'animale da modificare, ma non c'è possibilità di controllare dove, nella lunga catena del DNA, questi frammenti vanno a finire, e nemmeno quali nuove proprietà apportano alla pianta o all'animale in questione.
Effetti collaterali non previsti non sono quindi da escludere a priori, come il principio della "sostanziale equivalenza" farebbe pensare.
Si richiede perciò che vengano richieste alle aziende che producono e mettono sul mercato i transgenici, degli studi clinici sugli effetti dei loro prodotti, e si mette in evidenza che anche dopo queste ricerche, sia importante che gli alimenti vengano etichettati come geneticamente modificati per dare al consumatore la possibilità di scegliere se acquistarli o no.

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