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ALZHEIMER (morbo di)

        Il morbo di Alzheimer è la forma più importante di indebolimento mentale negli anziani ed è caratterizzata dal deterioramento del tessuto cerebrale nel corso di un lungo periodo di tempo. Le parti del cervello che vengono colpite sono quelle che controllano il pensiero, la memoria e il linguaggio; infatti la perdita della memoria è il primo sintomo osservabile. Altri sintomi sono la confusione, l’incapacità di riconoscere amici e parenti e di svolgere i normali compiti quotidiani. I problemi di locuzione o di comprensione della matematica, quelli di lettura e di scrittura sono invece sintomi più seri. Negli stadi più avanzati si manifestano anche cambiamenti di personalità, di comportamento e di umore, insonnia, aggressività e vaneggiamenti, sintomi che richiedono una cura continua. Un’altra forma di questo tipo di malattia è la demenza vascolare, che si manifesta con cambiamenti improvvisi dovuti alla morte delle cellule cerebrali, e che può colpire insieme al morbo di Alzheimer.
Alzheimer è il nome di uno psichiatra tedesco che descrisse i cambiamenti del tessuto cerebrale di una donna che riteneva fosse morta per una malattia mentale sconosciuta. Scoprì depositi anormali di placca e grovigli di fibre nervose che rappresentano ora la caratteristica principale per l’individuazione della malattia. Altre forme di deterioramento causate da questo morbo sono la perdita di cellule nervose fondamentali per la memoria e altre funzioni mentali in diverse zone del cervello, e diminuzione del numero di neurotrasmettitori che trasmettono i messaggi vitali nel cervello.

        Attualmente, non si conosce la causa di questa malattia e non esiste una cura; tuttavia le ricerche svolte hanno permesso di identificare la sostanza chimica che compone le placche nel cervello. Si tratta di una proteina chiamata beta-amiloide, mentre i grovigli di fibre nervose sono composti da un’altra proteina chiamata tau. Gli scienziati stanno attualmente cercando di trovare il modo di bloccare queste proteine anormali. Altri invece cercano di impedire la distruzione delle cellule cerebrali. Vengono esaminate anche le tossine ambientali. Attualmente le ricerche si concentrano su un possibile virus e sull’alluminio (le persone colpite dal morbo di Alzheimer hanno quantità anormali di questo minerale). Si studia anche la possibilità di un trapianto di cellule cerebrali sane, e si sperimentano medicinali per aumentare la memoria e altri processi riflessivi. Un altro campo di ricerca è quello che considera le persone che si occupano dei malati e dei problemi collaterali causati dalla malattia come incontinenza, vaneggiamento e agitazione.
Le persone colpite da questa malattia negli Stati Uniti vengono stimate intorno ai quattro milioni. Il morbo di Alzheimer di solito colpisce dopo i 60 o i 65 anni, sebbene possa colpire anche persone più giovani. Il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer aumenta col passare degli anni. Le stime più recenti parlano del 3% delle persone tra i 65 e i 74 anni colpite dalla malattia e della metà delle persone oltre gli 85 anni. L’Alzheimer non è una parte dell’invecchiamento: è una malattia. Il comportamento delle persone colpite è causato dal danno cerebrale e non dalla volontà della persona malata.

        Non esistono test per diagnosticare l’Alzheimer. L’autopsia è l’unico modo di identificare con sicurezza i grovigli e le placche che caratterizzano la malattia. In caso di dubbio ci si deve quindi sottoporre ad una serie di esami fisici e mentali, inclusa la TAC, analisi di laboratorio ed esami neurologici.
Prima di diagnosticare questa malattia bisogna escludere tutta una serie di disturbi che danno sintomi legati alla memoria o alla formazione del pensiero. Questi sono febbre, problemi endocrinologici od ormonali, piccoli infarti, cattiva alimentazione, depressione, tumori al cervello, lesioni alla testa, reazioni a farmaci e malattie dei vasi sanguigni che causano demenza cerebrale. Il tasso di precisione delle diagnosi attualmente è dell’80-90%. Lo scopo dei ricercatori è quello di sviluppare un test dermatologico o ematico che permetta di diagnosticare la malattia in maniera precoce in modo da poterla curare o addirittura prevenire.

        I trattamenti sono diversi da persona a persona e la malattia può durare dai 5 ai 20 anni. Lo scopo principale è quello di dare, alle persone colpite da questa malattia, la possibilità di condurre una vita più normale possibile. Alcune persone non hanno bisogno di cure mediche mentre per altre sono necessarie medicine per il trattamento di sintomi come l’insonnia, l’ansia, la depressione, l’agitazione e i problemi comportamentali e mentali. Il farmaco THA, o tetraidroamminoacridina blocca la distruzione della sostanza chimica della memoria acetilcolina; questo può essere d’aiuto nelle prime fasi della malattia. Il farmaco può però causare danni al fegato e non guarisce la malattia, la rallenta solamente. Per i malati è importante essere circondati da amici e da una famiglia affettuosa e comprensiva e avere un aiuto da parte di personale qualificato. E’ importante anche continuare ad essere attivi per mantenere in esercizio le cellule cerebrali. Le persone che assistono i malati dovrebbero seguire dei corsi o dei tirocini pratici.

        Dopo un certo periodo di tempo, il compito di occuparsi di un malato di Alzheimer può diventare troppo gravoso per una famiglia o per gli amici e bisogna trovare un aiuto esterno. L’Associazione Alzheimer aiuta a trovare assistenza e fornisce informazioni su corsi e gruppi di sostegno per assistenti e membri della famiglia. L’associazione può essere contattata scrivendo o telefonando a: Associazione Alzheimer, 919 North Michigan Avenue, Chicago, IL 60611; 1-800-272-3900. Altre informazioni possono essere ottenute attraverso l’Associazione per la formazione sul morbo di Alzheimer sostenuta dall’Istituto nazionale sull’invecchiamento, P.O. Box 8250, Silver Springs, MD 20907-8250; 1-800-438-4380.
L’alimentazione è importante, e sebbene non sia stata stabilita una dieta precisa in relazione alla malattia, è consigliabile adottare una dieta varia che comprenda alimenti integrali. E’ logico stare alla larga dai radicali liberi perché sono i responsabili del deterioramento delle funzioni dell’organismo. Tra le cause dei radicali liberi ricordiamo il fumo di sigaretta, le radiazioni, i grassi rancidi e l’inquinamento. E’ consigliabile consumare alimenti che contengono antiossidanti come gli agrumi, le verdure a foglia verde, i pomodori, le patate, i semi, il germe di grano, le verdure di colore arancio, il formaggio magro, le lenticchie, il fegato e le carni magre (vedi alimenti ricchi di sostanze nutritive nella Parte VIII).

        Le sostanze nutritive che possono avere effetti positivi sono la vitamina C, E e B12, il beta-carotene, lo zinco e il selenio. Tra le erbe e le altre sostanze naturali ricordiamo l’estratto di ginkgo biloba. Sembra che questa sostanza lavori ostacolando quelle sostanze chimiche nell’organismo che accelerano la formazione della placca. I lipotropi aumentano il flusso sanguigno e l’ossigeno verso il cervello. La fosfatidilcolina e la colina possono aumentare il livello del neutrotrasmettitore acetilcolina nel cervello, migliorando la memoria. La fosfatidilserina ha aumentato la memoria e diminuito la demenza in pazienti colpiti da gravi forme di Alzheimer in sei mesi. Anche il LIPOSOD è un enzima che può dare risultati positivi. Si ritiene che l’idergina (che partecipa alla trasmissione dei segnali elettrici nervosi), rallenti l’invecchiamento del cervello.

SOSTANZE NUTRITIVE CHE POSSONO ESSERE EFFICACI NELLA CURA DEL MORBO DI ALZHEIMER:


Organi Sostanza Quantità*
Generale Tutte le sostanze nutritive Vedi alimenti ricchi di sostanze nutritive nella Parte VIII
Antiossidanti
Complesso B
Vitamina B6
Vitamina B12
Beta-carotene
Vitamina C con Bioflavonoidi 6000-10000 mg nel corso della giornata
Fosfatidilcolina
Vitamina E Iniziare con 400 UI al dì e aumentare sino a 800 UI
Boro 3 mg al dì
Selenio 200 mcg al dì
Germanio 200 mg al dì
Potassio 1000 mg al dì
LIPSOD Secondo le dosi prescritte
Coenzima Q10 100 mg al dì
RNA/DNA Secondo le dosi prescritte
Vanadio 5 mg al dì
Proteine Aminoacidi in forma libera
Zinco 50 mg al dì
Lecitina 1 cucchiaio al momento dei pasti
Kelp 5 compresse al dì
Idergina



Non si intende far utilizzare le nozioni contenute in queste pagine per scopi diagnostici o prescrittivi.
Per qualsiasi trattamento o diagnosi di malattia, rivolgetevi ad un medico competente.

Le informazioni sono tratte da "Almanacco della Nutrizione"
di Gayla J. Kirschmann e John D. Kirshmann
edito da
Alfa Omega Editrice
Via San Damaso,23 - 00165 Roma
Tel. (06) 630398 Fax 632196

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