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Dopo i blocchi stradali in Francia, la protesta contro gli aumenti del prezzo della benzina e degli altri carburanti derivati dal petrolio si estende ad altri paesi. Nel Regno Unito le raffinerie sono bloccate e Londra è quasi a secco. In Belgio, gli autotreni hanno allestito blocchi in due città e nella Germania, proteste dei tassisti e di altre categorie toccate dagli aumenti arrecano disagi agli utenti. L'Italia ha evitato la protesta dei camionisti concedendo uno sconto fiscale sul prezzo dei carburanti.

I Ministri delle Finanze della Comunità Europea hanno severamente criticato L'OPEC e la pressione politica si traduce in un aumento della produzione del petrolio.

Da qui a poco, la situazione tornerà alla normalità, le proteste rientreranno, e il prezzo della benzina difficilmente scenderà ai livelli di prima.

Ma è veramente la normalità? Viviamo sotto la costante minaccia di un cartello delle grandi compagnie petrolifere e dei paesi ricchi di giacimenti di petrolio. Pare una normalità strana, questa, dove facciamo di tutto per scoraggiare chi lavora su tecnologie alternative per poi trovarci "spremuti" dal prezzo dei carburanti.

Le alternative esistessero eccome!

Partiamo da carburatori che semplicemente riscaldano la benzina ed invece di spruzzare il liquido, danno al motore solo "l'odore" della preziosa sostanza. Le macchine percorrerebbero anche cento chilometri con un solo litro! Poi ci sono gli oli vegetali, anche quelli di scarto delle cucine dopo aver fritto tante patate, che potrebbero competere egregiamente con il gasolio.

Arriviamo infine all'acqua, fonte di idrogeno, che riesce a dare forza motrice ai nostri motori forse meglio della stessa benzina, ma sicuramente con meno problemi di scarsità.

Esiste anche l'auto ad aria compressa, (già commercializzata in Messico per combattere l'inquinamento micidiale di Mexico City) e quella elettrica (anche la Fiat ha un modello o due). Altre meraviglie potrebbero essere in produzione oggi se non fossimo da decenni immobilizzati sul petrolio.

Se guardiamo poi oltre l'uso automobilistico, le possibilità di energie alternative aumentano quasi all'infinito, sempre che ci sia la volontà di fare sul serio.

Il sole, il vento e i torrenti d'acqua sono le fonti ovvie. Le maree ed altre correnti subacque aspettano di essere utilizzate.

Ci sarebbero varianti interessanti come la produzione di idrogeno su larga scala utilizzando tappeti flottanti (sul mare) di cellule fotoelettriche, oppure l'energia nascosta nei vortici dell'acqua.

Più esotica è la fusione fredda, che è stata tanto ostacolata e ridicolizzata dalla stampa. Ma non ci fermiamo ancora. Pare che esista un processo catalitico per estrarre dall'idrogeno più energia di quella chimica, ma meno di quella nucleare. E' un brevetto americano e la ditta che lo ha sviluppato si chiama Blacklight Power. Cos“ potremmo andare avanti quasi all'infinito, ma avrete già capito che di alternative alla benzina non siamo certamente a corto.
Perché allora si insiste a non sfruttare le alternative? Perché non guardiamo finalmente al futuro? Ragioni economiche sicuramente. Forse qualcos'altro. Ma una cosa è certa. Saremo sempre noi consumatori a pagare il conto!

Il Vostro. . .Archimede