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Subject: [La Leva - News] Nuoce gravemente al pianeta e alla tua salute


Campagne di boicottaggio contro la Esso, l'AGIP, Shell, invettive contro le "guerre del petrolio" e contro le multinazionali relative, contro il mancato utilizzo delle energie alternative, i brevetti e molto altro ancora... eppure mi manca qualcosa!

Ieri, mentre giocherellavo con uno di questi nuovi pacchetti di sigarette "a norma" con le orribili diciture applicate sopra (tra le quali:"il farmacista o il tuo medico puo' aiutarti a smettere"... o qualcosa del genere... "che fortuna!" pensavo tra me e me "per fortuna che ci sono loro!"), mi e' saltata alla testa un'idea fissa che mi tormenta:

perche', alla stregua delle sigarette, non vengono messe diciture simili su tutti i mezzi a motore, impianti vari, le pompe di benzina, aerei, traghetti e quant'altro?! possibile non sia mai venuto in mente a nessuno?

DONNE INCINTE:
le emissioni del tubo di scappamento della tua auto uccidono il tuo bambino

ATTENZIONE - IL BENZENE PROVOCA IL CANCRO E DISTRUGGE LENTAMENTE(?) IL PIANETA.

NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE DEL PIANETA INTERO E DI TUTTI I SUOI ABITANTI.

Cose cosi', insomma!

Inoltre, se c'e' qualcuno disposto a spiegarmi come sia possibile distinguere, al giorno d'oggi e con la qualita' dell'aria che respiamo, un tumore polmonare dovuto alle sigarette riuscendo a diversificarlo da un tumore dovuto alle piu' probabili "cause ambientali", gliene sarei davvero molto grato.

Mi sembra che la massiccia campagna anti-fumo e l'ostinato utilizzo dei carburanti fossili sia parte dell'agenda dei soliti noti. Il cancro e' il secondo motivo di morte al mondo e i numeri dicono che la situazione sta' peggiorando. <http://www.laleva.cc/ambiente/inquinamento_cacao.html>L'OMS afferma che l'inquinamento sia la prima causa di morte del pianeta, che questa situazione sia favorevole a qualcuno?

Quando ci prenderemo la responsabilita' di tutto questo? aspettiamo ancora che un non ben definito "qualcuno" faccia qualcosa per noi? cosa aspettiamo, l'intervento divino!?

Forse e' il caso di rivedere le nostre politiche ambientali.

Faremo degli stickers da attaccare ognuno sul proprio mezzo (il mio per primo) e da distribuire e appiccicare in giro, qualcosa tipo: "Le emissioni del mio motore inquinano l'ambiente e provocano il cancro, aiutiamoCI a pretendere soluzioni migliori, fai lo stesso!"

Purtroppo per alcuni non e' possibile abbandonare il proprio mezzo, ma mostrare il proprio dissenso per qualcosa alla quale non ci si puo' sottrarre, mi sembra piu' che lecito, mi sembra doveroso!

Ci sono soluzioni alternative all'utilizzo dei combustibili fossili, come l'idrogeno - recentemente messo in discussione da una mail girata in rete sulla quale il nostro Josef Hasslberger ha espresso la sua opinione.

Cosa faranno adesso? tireranno fuori qualche studio che ci assicurera' che le emissioni dei nostri motori non sono poi cosi' malaccio? anzi...

Di seguito un articolo trovato sul "Gazzettino del Friuli"

Grazie a tutti.

Ivan Ingrilli'
http://www.newmediaexplorer.org/ivaningrilli/
La Leva di Archimede - Rome - Italy
Associazione la liberta' di scelta
tel: +39 06 635884 mobile: +39 3293232015

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Come ormai da diversi anni, saremo presenti al SANA che si terrà a Bologna dall'11 al 14 settembre. Ci potrai trovare presso il padiglione 36 - stand A-55, per conoscerci, scambiare idee, pareri ed informazioni. Li troverai una copia del nuovo giornalino dedicato all'appello del Dr. Rath. Per contatti o copie del giornalino da distribuire scrivere a: amanda@laleva.cc

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Domenica, 20 Luglio 2003

I risultati di uno studio sull'inquinamento condotto dall'università di Udine, guidato dal professore Zerbi.

Smog, serve un bosco per ogni auto.

«Per compensare le emissioni di carbonio ognuno dovrebbe piantare un ettaro di latifoglie».

Per compensare le emissioni nocive prodotte da una macchina e mezza procapite in un anno di code, ingorghi e vacanze con la famigliola, i friulani dovrebbero piantare nella propria terra almeno un ettaro di bosco di rigogliose latifoglie friulane doc. Sempre a patto che non si superino i 20 mila chilometri l'anno: poichè, altrimenti, la superficie regionale, al netto di campi e abitazioni, non basterebbe più a scaricare la coscienza sporca (di carbonio, s'intende). A dirlo, dati alla mano, è un'indagine recentemente consegnata all'Ipcc (l'Intergovernmental panel on climate change) dell'Unep (il Programma per l'ambiente dell'Onu) dal team Ecologia del Dipartimento di produzione vegetale dell'Università di Udine, guidato da Giuseppe Zerbi. La ricerca friulana è nata con nobili obiettivi "ecologisti" e strategici. Tutti i Paesi (compresa l'Italia) che hanno aderito al Protocollo di Kyoto, infatti, si sono impegnati a ridurre del 5% rispetto al 1990 le emissioni nette di carbonio (ovvero, la differenza fra quanto carbonio viene emesso e quanto viene "fissato" dalla vegetazione e nel terreno) entro il 2012.

«Il problema è "contabilizzarle", per presentare il bilancio annuale del carbonio, che sarà sotto massima osservazione dal 2008 al 2012», spiega Alessandro Peressotti, ricercatore del team coinvolto nell'indagine. Ed è proprio perchè, come dice Zerbi, «le cifre devono essere accompagnate da metodologie credibili», che l'Ateneo, con un progetto finanziato da fondi europei e del Miur, ha appena completato la sua valutazione sul "sequestro" di carbonio nei boschi misti di latifoglie di Flaibano (piantati nell'82 dopo il riordino fondiario) passati allo scanner negli ultimi 7-8 anni. Obiettivo: capire quanto carbonio querce e carpini friulani riescono a "sottrarre" all'atmosfera. Il risultato? Come spiega Peressotti, «in 20 anni i boschi di Flaibano hanno sequestrato un quantitativo di carbonio pari a quello emesso da 30 auto che fanno 20 mila chilometri all'anno». Il che, calcolatrice alla mano, si può tradurre con la "compensazione" annuale del carbonio emesso da una macchina e mezza per ogni ettaro di bosco. E ci va pure bene. «I nostri boschi hanno un buon rendimento: a Lodi un ettaro di vegetazione riesce a compensare solo le emissioni di 0,8 auto, Pisa ha fatto 1,1, mentre i boschi di Palermo, arrivano appena a "sequestrare" il carbonio prodotto da 0,3 macchine».

Anche i prati friulani se la cavano bene: «In un anno riescono a compensare le emissioni di 1,1 automobile con 20 mila km all'anno». Non valgono, invece, i campi coltivati. «Il bilancio di carbonio di un campo di mais - la coltura più diffusa in Friuli - a coltivazione tradizionale è zero, perché tutta l'anidride carbonica che viene fissata viene riimmessa nell'atmosfera al momento del raccolto e dell'aratura. Ma è possibile far diventare anche i campi a bilancio positivo, utilizzando opportune tecniche agronomiche, come previsto da alcune misure del Piano di sviluppo rurale della regione».

R.P.