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Chemio? No, grazie!

Non tutti hanno seguito il caso di Ketha Berardi, una bambina che vive in un angolo tranquillo nei pressi di Brescia, che essendo incappata tra le maglie della medicina ufficiale, mal ridotta dalla chemioterapia, volendo ora sfuggirne, ha scatenato le ire dei medici che vedendosi sfuggire un introito di ben duecento milioni (tanto costa un ciclo di chemioterapia! Non lo sapevate?), si sono addirittura rivolti ad un giudice per costringerla a tornare a fare un altro ciclo con la scusa che è urgente e ne ha bisogno!

Ci siamo accorti che non tutti sono a conoscenza di questa storia perché quotidiani e televisione ne parlano lo stretto indispensabile e tanto quanto basta per riempire uno spazio senza prendere una posizione che sia compromettente. Su alcuni quotidiani importanti infatti, non solo è stato riservato uno spazio minimo, lo stretto indispensabile che sfogliando sfugge, ma invece di "riportare" il fatto in maniera neutra, come dovrebbe fare un "reporter", viene farcito con continui incensamenti tipo "scienza medica come sistema terapeutico, capace di raggiungere straordinari risultati" e "i grandi passi avanti compiuti dalla scienza".

Ed i segni esteriori della presunta guarigione, dolori atroci e perdita di capelli, non sono il prezzo da pagare per una guarigione, ma il segno dell'assurdità di una scienza che non solo non può ma soprattutto non vuole guarire nessuno!

Per non parlare delle diagnosi false fatte con il solo scopo di lucro (duecento milioni a ciclo!)! Le denunce parlano chiaro!

Quindi, il Tribunale dei minori e la Corte d'appello di Brescia hanno imposto la chemioterapia a Ketha, primo caso della storia! prevaricando sulla decisione della famiglia e della bambina stessa, con la minaccia di togliere la patria potestà in caso di inadempienza! Tutto questo malgrado che ad un precedente incontro i vari medici avessero dedotto dall'esame delle analisi l'assenza della malattia! (aveva fatto nel frattempo una cura con un certo ãciarlatanoä chiamato Di Bella.) Non ci siamo ancora liberati dell'ombra del fucile che viene a toglierci i figli per vaccinarli e adesso vengono anche col fucile per la chemioterpia?

Noi come gruppo della Leva di Archimede, ci siamo recati a Brescia, presso la famiglia della bambina , che è terrorizzata dall'idea di riprendere la chemioterapia, e stiamo collaborando con il comitato promosso dal padre per un'azione di difesa che prevederà fra l'altro una raccolta di firme, cosa di cui ci stiamo già occupando e a cui ti invitiamo a parteciapare sia firmando e sia aiutandoci a raccogliere altre importantissime firme. Siamo disposti anche ad andare a Bruxelles , se necessario o a sporgere precise denunce perché sia tutelato il diritto umano alla libertà anche di un minorenne nonché dei suoi genitori.