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"Il marketing del farmaco"

di Paolo Barnard
Tratto dalla puntata di: giovedì 11 ottobre 2001 ore 20:50 - Rai 3

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Credo che molti di noi possano dire di conoscere personalmente almeno un medico che si rovina la salute per quella dei suoi pazienti. Questi medici, che non sono due o tre, non si fanno influenzare dal signor Giulio, ma altri si', e sono piu' di due o tre. Gli informatori sono 30.000 ed è evidente che non sono tutti uguali, ma se fossero solo 2 o 3 non saremmo qui a parlarne, e che l'azienda che produce farmaci deve vendere è un fatto. Ancora prima di andare in onda abbiamo ricevuto lettere: "SONO UN'INFORMATRICE SCIENTIFICA CHE LAVORA PER UNA GRANDE MULTINAZIONALE ...NOI NON SIAMO IMBONITORI, NON COMPRIAMO I MEDICI, CHI LO FA E' DISONESTO…E' "UNA PICCOLA REALTA'". GIORGIA ANCONA. Poi il Presidente e il Vice Presidente dell'Associazione Italiana Informatori Scientifici: "NON E' INFANGANDO INTERE CATEGORIE CHE SI RISOLVONO I PROBLEMI".
Dall'altra parte Silvio Garattini, un' autorita' nel campo della farmacologia, che la settimana scorsa scrive: "GLI INFORMATORI HANNO IL COMPITO DI ILLUSTRARE I VANTAGGI DEI PROPRI FARMACI RISPETTO A QUELLI OFFERTI DAI PRODOTTI DEI CONCORRENTI; POICHE' SONO PAGATI E FANNO CARRIERA SULLA BASE DELL'AUMENTO DELLE VENDITE, E' ASSAI IMPROBABILE CHE NELLE LORO CONVERSAZIONI SI SOFFERMINO AD ILLUSTRARE GLI EFFETTI TOSSICI O I PUNTI DI DEBOLEZZA DEI LORO PRODOTTI.
Inoltre LA PRESSIONE PROPAGANDISTICA SI TRADUCE IN UNA CIFRA CHE VA DAL 30 AL 50% DI MEDICINE NON NECESSARIE".

Senza fare di ogni erba un fascio, la portata del fenomeno è grande.

L'inchiesta di Paolo Barnard che vi mostreremo questa sera fa un percorso lungo dentro il marketing del farmaco, ma il punto di partenza è proprio l'informatore scientifico, e il suo ruolo. Il farmaco non puo' e non deve essere pubblicizzato o venduto come un qualunque altro prodotto, ma ricordiamolo, dietro al farmaco ci sono le direttive dell'azienda che lo produce.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Signor Giulio, che cos'è che io non so quando mi siedo davanti al mio medico generico e ho un problema di salute?

INFORMATORE
Lei non sa che prima di lei sono passato io.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E lei chi è?

INFORMATORE
Io sono il rappresentante, l'informatore.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E perché la sua presenza è un pericolo per la mia salute?

INFORMATORE
Perché io spesso per convincere un medico a prescrivere certi farmaci uso metodi come le cene, i regalini, i congressi eccetera.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Quindi lei mi dice che se il mio medico generico mi prescrive un farmaco, spesso è perché ha ricevuto un regalo da uno come lei?

INFORMATORE
Molto spesso è così.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Questo accade anche in ospedale?

INFORMATORE
Anche, addirittura certe aziende hanno linee di informatori che fanno solo gli ospedali.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Questo uomo faceva parte di quella schiera di giovani incravattati che troviamo spesso negli studi dei medici e che si chiamano informatori scientifici: alle dipendenze delle case farmaceutiche, questi avrebbero il compito di informare i dottori sui nuovi farmaci, ma purtroppo sembra che la loro specialità sia quella di corromperli per ottenere più prescrizioni. Il mio testimone ha deciso di raccontare quello che sa su questo fenomeno, che prende il nome di comparaggio; si nasconde dietro l'anonimato perché rischia molto, infatti mi ha detto che l'industria del farmaco non è tenera con i dissidenti. Giulio ora ha altro da raccontarci. Se domani avete un appuntamento col vostro medico, è meglio che ascoltiate con attenzione.

Come fate a coccolare i medici affinche' prescrivano i vostri farmaci anziché altri?

INFORMATORE
Dipende dal medico. Alcuni arrivano a prendere le mazzette, altri si accontentano di gadget, di congressi-vacanza, di un apparecchio per la pressione, di una bilancia. Poi ci sono i gadget che non si vedono, come il telefonino, il programma computer, per i quali si chiede qualcosa in cambio.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Cosa?

INFORMATORE
La prescrizione.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Giulio, questo sistema fa parte di un'iniziativa di uno o due produttori o è diffuso?

INFORMATORE
E' un sistema tipicamente italiano, e in Italia chi non applica questo sistema è tagliato fuori. I grossissimi produttori che non applicano il sistema si trovano svantaggiati rispetto agli altri.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Giulio denuncia un sistema che, come lui stesso ammette, riesce a corrompere solo una parte dei medici, ma che è sufficiente a falsare tutto il mercato del farmaco nostrano. Le sue sono parole supportate anche da documenti.

INFORMATORE
Provare l'esistenza del comparaggio è difficile, ma qui ci andiamo vicini... cosa abbiamo qui?
Questo documento ufficiale di una Usl parla di una donazione di 5 milioni fatta da me per conto di una nota casa farmaceutica a un grosso ospedale di Genova, divisione di cardiologia, finalizzata allo sviluppo di un farmaco ipertensivo, donazione fatta con una motivazione assurda.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E questo altro documento cosa ci dice?

INFORMATORE
Questo dimostra che nel periodo immediatamente successivo alla donazione le vendite di quel farmaco sono triplicate nelle farmacie di quella zona.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Però lei prima mi diceva che ha avuto dei guai in questa storia, perché alla fine il numero di scatolette prescritte non è stato quello che voi vi aspettavate

INFORMATORE
Sì, non hanno prescritto secondo i patti e io me ne sono dovuto andare, ho perso il posto.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ma se io faccio l'avvocato del diavolo e le dico: non potrebbe essere che il farmaco ha venduto di più perché era un buon prodotto, con meno effetti collaterali, lei cosa risponde?

INFORMATORE
E allora perché abbiamo donato 5 milioni a quel reparto?

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Lei però ha bianchettato sia il nome della casa farmaceutica che quello dell'ospedale e del primario, e non me li vuole dire, perché?

INFORMATORE
Perché ho ricevuto delle minacce, anche fisiche, e lascio a chi vuole il cercare chi è.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE (interviste in strada).
Buongiorno, sono di Rai Tre, posso farle una domanda?

DONNA 1
Si'

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Lei ha un medico generico?

DONNA 1
Si'

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Sa cosa è il comparaggio?

DONNA 1
No

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Lei dal medico ha mai visto quei giovani incravattati, con la valigetta ventiquattr'ore?

DONNA 2
Certo

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Sa chi sono?

DONNA 2
Rappresentanti

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Informatori farmaceutici. Sa cosa fanno gli informatori farmaceutici?

DONNA 2
No, non lo so

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Lei ha un medico generico? Sa cosa è un informatore farmaceutico?

UOMO 1
Si'

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Li ha visti dal medico?

UOMO 1
Si'

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E lei sa cosa fanno questi signori?

UOMO 1
Danno delle informazioni sui nuovi prodotti da dare poi al cliente

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Tutto qui?

UOMO 1
Penso diano informazioni scientifiche in merito all'efficacia del medicinale

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Se le dicessi che a volte tentano di corrompere i medici, lei cosa mi dice?

UOMO 1
Io non sono del ramo quindi non so

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ma non ha mai pensato che potesse essere una possibilita'?

UOMO 1
In Italia tutto puo' essere

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Di comparaggio, sa qualcosa? Niente?

UOMO 2
No

INFORMATORE
A questo punto c'è un documento di marketing di un'azienda farmaceutica che ho conservato e che si chiama piano di lancio, per una nuova medicina. Per esempio, vi si dice: "costruire un gruppo di opinon leader, e cioé i baroni universitari e ospedalieri, fidelizzati alla casa farmaceutica"!

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Fidelizzati significa?

INFORMATORE
Resi molto fedeli all'azienda, molto riconoscenti, da impiegarsi come testimonial del prodotto.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Cioé, devono essere fedeli alla casa farmaceutica? Ma questo è molto spudorato.

INFORMATORE
Ma c'è di peggio. Diventa ancora più spudorato quando si parla di "Obiettivo", e dice: "costruire rapporti continuativi con specialisti e medici generici dalla resa prescrittiva elevata", cioé che possano prescrivere tante scatolette.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Questo vuol dire che le aziende identificano dei medici dall'alto potere prescrittivo.

INFORMATORE
Dalla resa prescrittiva elevata.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ci sono, esistono, quindi io mi siedo davanti a uno di questi, non lo so, e questo potrebbe essere uno fidelizzato all'azienda. Questo succede tutti i giorni.

INFORMATORE
Regolarmente.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Nella telefonata che segue un noto cardiologo mi conferma che lo scambio di favori fra case farmaceutiche e medici è una realtà. Si parla di congressi di medicina in luoghi esotici usati talvolta per coccolare i dottori in cambio di prescrizioni.

CARDIOLOGO (al telefono)
Per fare l'esempio banale dei congressi, io sfrutto queste sponsorizzazioni perché mi fanno comodo, ed è l'unico rapporto che ho con le case farmaceutiche. In questo caso la mia correttezza morale nei confronti del paziente non è toccata perché io prescrivo comunque il farmaco che devo prescrivere e invece di mettere il nome di una ditta ne metto un'altro, e favorisco...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E questo perché la invitano al congresso?

CARDIOLOGO (al telefono)
Mi invitano al congresso e allora invece che mettere il primo nome che mi viene in mente io metto il farmaco del congresso.

INFORMATORE
Esiste una teorizzazione sul congresso come arma di fidelizzazione del medico, per renderlo riconoscente a chi l'ha mandato a farsi una bella vacanza con la scusa dell'aggiornamento. All'inizio dell'anno ogni informatore ha una lista di posti disponibili per congressi in giro per il mondo, cui mandare i medici interessanti, quelli che prescrivono tante scatolette. Qui ho una lista curata da me dove si vede il congresso al Cairo, naturalmente a febbraio, quello a Salvador de Bahia, a dicembre, e poi in Sardegna a giugno, a Ischia a maggio e così via. Qui ce n'è anche uno a Washington, uno serio, ma qui c'è un solo posto ovviamente, per gli altri ce ne sono diversi.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E allora andiamoci a uno di questi congressi, e guarda caso siamo in giugno, in Sardegna e ospiti di una località balneare fra le più belle d'Italia. Si tratta del congresso nazionale di neuropsichiatria infantile, e il primo impatto è con gli stand delle multinazionali farmaceutiche proprio nel cuore dei lavori. Ho l'accredito stampa e sono riconoscibilissimo. A telecamera accesa colgo solo simposi e relatori seriamente concentrati sui temi di medicina. Tutto sembra contraddire la denuncia del mio informatore pentito. Poi, decido di nascondere la telecamera, e il quadro cambia.

(GIOVANE CHE SI ABBRONZA IN SPIAGGIA CON LA VALIGETTA DEL CONGRESSO L'AUTORE LO RIPRENDE CON LA TELECAMERA NASCOSTA).

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E voi siete qua col congresso?

GIOVANE 1
Sì, col congresso

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Col congresso, e quindi non pagate voi... no?...beati voi medici!

GIOVANE 1
C'è qualcuno che paga... io veramente lavoro per una azienda farmaceutica e siamo noi che paghiamo i medici, loro vengono pagati da noi, sponsorizzati.

GIOVANE 1
Noi abbiamo sbagliato tutto nella vita... dovevamo passare dall'altra parte della barricata...

GIOVANE 2
Dovevamo fare i medici.. perché noi viaggiamo ma viaggiamo per lavoro e allora vedi stiamo scappando perché siamo già un pò in ritardo...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Sì però voi siete in spiaggia e i medici sono al simposio..

GIOVANE 2
Però aspetta, al simposio lo sai quanto c'è? il 10%! li vedi questi qua (a prendere il sole)? questi qua sono tutti congressisti.

(PARLANO ALCUNI MEDICI CONGRESSISTI)

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ecco, tu vieni qua e vedi che c'è la Novartis in prima fila e allora dici: un medico che viene ospitato a un convegno così, al mare in un posto stupendo qualcosa in cambio dovrà pur dare... è vero o no che vi sponsorizzano?

MEDICO 1
Certo... assolutamente..

MEDICO 2
Adesso qui vengono solo italiani, ma io ho visto un'industria che paga il viaggio a degli psichiatri che non capiscono l'inglese e li manda in capo al mondo. Io ho avuto vergogna di essere con loro, perché che cavolo ci facevano a quel congresso? Era ovvio che era un premio per aver prescritto il farmaco... Esiste questo!

MEDICO 1
747 organizzati dall'Italia di psichiatri che prima di tutto non vanno mai (ai simposi)...non capiscono un cavolo di inglese e poi vanno a fare shopping con le loro magliette Polo in giro a lamentarsi che non mangiano la pasta al dente...

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Da quel che emerge i congressi sono luoghi di incontro di promozione, di conoscenza, ma anche l'occasione di svago o riposo in cambio di una prescrizione. Ma chi organizza i congressi, ovvero le grandi aziende farmaceutiche, lo sanno che i congressisti invitati, ovvero i medici, sono attratti piu' dalle spiagge che dalle relazioni scientifiche?

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ad un congresso in una localita' esotica il medico in realta' se ne sta in spiaggia non non va ai simposi. Che cosa potete fare per correggere questo comportamento?

GIAN PIERO LEONI - presidente Farmindustria.
Se noi avessimo queste informazioni, se ci fosse una evidenza chiara che il medico, guardi che si tratta di medico specialista che viene invitato, se il medico non partecipa noi abbiamo suggerito agli organizzatori di questi congressi per esempio di controllarne e verificarne la presenza, di fare dei questionari che testimonino l'apprendimento e quindi facciano prova della presenza. Se pero' qualcuno fa diversamente bisognorebbe avere delle indicazioni precise perche' lei sa che i rumori sono molti e non si puo' andar dietro ai rumori, tanto per essere chiari.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E allora torno sui grandi sponsor di questo congresso: ascolto la relazione di un noto neuropsichiatra infantile su alcune terapie farmacologiche per bambini con gravi problemi di comportamento. Si parla di farmaci, e leggo che la sua relazione è di fatto sponsorizzata da due note case farmaceutiche, la Novartis e la Eli Lilly.

ALESSANDRO ZUDDAS - Professore Universita' di Cagliari.
Allora, io ho fatto la relazione su quello che io penso e per organizzare un simposio ho chiesto aiuto alle industrie. Io non lavoro per Novartis, ed è normale che l'industria finanzi la ricerca, il problema è la correttezza delle informazioni, garantita dalle fonti che io cito.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Dottore io non sto dicendo che lei è corrotto. Ma se una persona vede il simposio, la ditta che paga tutto, e il suo farmaco sta li' per essere presentato, e poi gli addetti ci dicono che i medici sono pagati e sponsorizzati, allora nasce il sospetto capisce? Non sarebbe meglio che queste cose si facessero senza aziende sponsor?

ALESSANDRO ZUDDAS - Professore Universita' di Cagliari
Sono d'accordo con lei ma questo in Italia è impossibile.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Su questo il Dottor Zuddas ha ragione da vendere, e infatti denaro pubblico per i congressi e per le ricerche, in Italia, ve n'è ben poco. Ma mi rimane il sospetto che la presenza qui di sponsor farmaceutici così potenti miri ad interessi meno nobili, e che i ricercatori come Zuddas, per quanto certamente in buona fede, siano anche vincolati al successo commerciale dei farmaci che studiano. Per ottenere conferme mi tocca nascondere di nuovo la telecamera, e puntualmente la musica cambia.

PARLA UNO PSICHIATRA RIPRESO CON TELECAMERA NASCOSTA

PSICHIATRA
Questo è il primo congresso finanziato in questo modo dalle aziende, che noi abbiamo nella nostra storia...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E perché?

PSICHIATRA
Perché oggi ci sono i farmaci che interessano...Se vuoi, loro stanno investendo in un settore nel quale fra pochi anni ci saranno grandi profitti, per esempio c'è un farmaco che si chiama Tomoxetina...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Della Eli Lilly.

PSICHIATRA
Che di fatto sta finanziando Alessandro Zuddas, non è un segreto, tutti qui hanno, io no, ma hanno delle ricerche finanziate dalla Lilly su questo farmaco che sarà pronto a Ottobre.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ecco allora io mi chiedo Zuddas poi in cambio cosa dovrà dare?

PSICHIATRA
Questo devi chiederlo a lui!

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Io gliel'ho chiesto e lui dice niente, dice che la sua coscienza…

PSICHIATRA (ridendo)
Questo è un problema della sua coscienza... tu hai fatto delle domande e di fatto hai avuto queste risposte... però sostanzialmente è questo l'elemento di grande complessità.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Comparaggio, medici fidelizzati, congressi per coccolare il medico dall'alta resa prescrittiva, ma tutto questo, alla fine che costi ha per noi pazienti, e soprattutto per la collettività?

INFORMATORE
Il disastro peggiore è che in Italia non c'è ricerca sul farmaco, perché i soldi le case farmaceutiche li spendono tutti per il comparaggio, da notare che sono soldi pubblici, perché il grosso fatturato la aziende lo fanno con i farmaci di fascia A, quelli rimborsati dallo Stato.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Il mio informatore ha tenuto la ciliegina sulla torta per ultima, e la dedica a tutti i medici che in questo momento lo stanno ascoltando.

INFORMATORE
Anche perché se i medici sapessero come sono considerati dalle aziende...io qui ho un documento di marketing di una industria del farmaco dove viene detto agli informatori: "Non aspettatevi che sia il TACCHINO a organizzare il pranzo di Natale", ossia si vede il medico come un tacchino che non vuole essere spennato e che va dunque in qualche modo costretto o violentato.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
È tollerabile secondo lei che in un documento di marketing di una grossa azienda farmaceutica italiana si parli di medico come dei tacchini da spennare?

GIAN PIERO LEONI - presidente Farmindustria
Assolutamente no. No.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Eppure è accaduto.

GIAN PIERO LEONI - presidente Farmindustria.
Se è accaduto io credo che questo sia un errore di impostazione di quell'azienda.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Quell'azienda preciso fa parte di un grande gruppo internazionale che opera da anni in Italia.
Lascio questo tema e, con rammarico, anche la splendida località del congresso, ma proprio lì, prima di partire, colgo una traccia assai controversa. Infatti uno dei farmaci presentati dal Dott. Zuddas era il Ritalin, uno stupefacente che in Italia è classificato in Tabella1, assieme a cocaina e anfetamine, e di cui il Ministero della Sanità non ha ancora autorizzato la prescrizione. Il Ritalin è roba che scotta, perché è destinato ai bambini, e in America è da tempo l'oggetto di violente polemiche, subito esplose anche da noi.

COLLAGE DI IMMAGINI DI TITOLI DI GIORNALI POLEMICI SUL RITALIN
Psicofarmaci per bambini, attenti agli abusi - Sedativi ai bambini, psichiatri in rivolta: mettono in pericolo la salute mentale - Psichiatria: come tradire e drogare i bambini per ricavarne profitto.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Il Ritalin sembra sia efficace nella cura di una sindrome chiamata Deficit di Attenzione e Iperattività, o ADHD, a causa della quale alcuni bambini si dice divengano violenti, scatenati, incontrollabili e soprattutto incapaci di stare a scuola e di progredire come gli altri.
Per capire meglio, ecco un esempio dal vero di cosa sia la Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività. Suo figlio è ammalato di Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattivita'

MARIA LUISA ORETO - madre del piccolo Alessandro
Sì, da quello che ha detto il dottor D'Alessandro sì.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Che sintomi aveva per dire che era ammalato e non vivace?

MARIA LUISA ORETO - madre del piccolo Alessandro
Era un bambino intrattabile e non riusciva a comunicare a stare da nessuna parte, era allontanato da scuola perché era aggressivo, non sopportava gli spazi chiusi, era impossibile contenerlo. Io faccio un esempio: Alessandro era ai giardinetti, i bimbi giocano in gruppi, lui era la pecora nera fra tante pecore bianche.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ed ecco che il farmaco Ritalin, prodotto dalla multinazionale Novartis, è visto da questa madre, e da molti altri genitori, come la speranza contro questa sindrome. Ma, come dicevo, gli esperti sono drasticamente divisi sia sulla sua efficacia che sulla natura stessa della malattia.

CARLO CIANCHETTI - professore Universita? di Cagliari
La malattia è genetica, è una disfunzione biochimica, il farmaco ce lo dimostra poiché modifica il meccanismo dei neurotrasmettitori, e dunque ferma il sintomo.

PAOLO CREPET - psichiatra
Se il cervello e tutte le sue interazioni con l'ambiente potesse ridursi a un neurotrasmettitore! Non funziona neanche fra i criceti, figuriamoci un bambino.
Drogare un bambino per farlo adattare a tutti i costi all'educazione scolastica è anti pedagogico per eccellenza.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
La Commissione Unica del Farmaco, prima di permettere la prescrizione in Italia del Ritalin vuole prendere ogni precauzione contro eventuali abusi di questa anfetamina sui nostri bambini. Infatti pochi saranno gli specialisti cui verrà permesso di prescrivere il Ritalin, e rigorosamente in ospedale. Lavoro lodevole quello della CUF...peccato che sia inutile. Ho scoperto che oggi in Italia questo stupefacente circola liberamente ed è prescritto a centinaia di bimbi senza controlli, complici medici autoreferenziati e dogane colabrodo. Come l'ho scoperto? Ecco come.

A COLLOQUIO CON UN MEDICO CHE PARLA DEL RITALIN, RIPRESO CON TELECAMERA NASCOSTA

MEDICO
Oggi come oggi non si trova..

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
No, oggi come oggi non si trova in farmacia, ma lei mi diceva che riesce a prescriverlo lo stesso?

MEDICO
Io perché lo ordino dal Canada, io ho sia la licenza là che la licenza in Italia, allora mi è facile, faccio la ricetta di là... però spesso la dogana lo ferma...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ma come può portarlo in Italia se non è ancora approvato, cioé se non è ancora distribuito...

MEDICO
Ma la dogana non lo ferma, cioé lo ferma lo vede, dopo di che lo rilascia, vuole soltanto avere una dichiarazione che io mi assumo la responsabilità.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Questa era la traccia. Ho scoperto l'identità del medico, la città dove lavora e chi precisamente gli permette di ottenere il Ritalin. Lui si chiama dottor Enzo D'Alessandro e questo è il suo prestigioso studio nel centro di Genova; la mamma del bambino affetto dalla sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività è una sua cliente privata, e per venire all'approvvigionamento di questa anfetamina ancora proibita, bé, arriva in Italia per posta, come una cartolina. Signora lei ha ricevuto il Ritalin direttamente per posta come una cartolina?

MARIA LUISA ORETO - madre del piccolo Alessandro
Sì, dal Canada con scritto fuori Ritalin. Ecco, la volta successiva il pacchetto mi arriva alla dogana di Genova, arriva in busta chiusa...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E sulla busta c'era scritto?

MARIA LUISA ORETO - madre del piccolo Alessandro
C'era scritto Ritalin.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Per correttezza, prima di chiedere spiegazioni alla dogana postale di Genova, sento il dottor D'Alessandro, che non ha problemi a parlare. E' psichiatra ed è registrato come medico sia in Italia che in Canada, ed è questo che gli permette di ordinare il Ritalin oltreoceano. Ma un conto è ordinarlo, un conto è riuscire a sdoganarlo.

ENZO D'ALESSANDRO - psichiatra
In genere arriva lì e la dogana mi fa riempire dei fogli cercando di spiegare come il farmaco dovrà essere usato. Io riempio i fogli e poi loro danno l'assenso per l'entrata in Italia del Ritalin.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Lei si rende conto che in questo probabilmente c'è stata una violazione delle leggi e delle direttive del Ministero della Sanità?

ENZO D'ALESSANDRO - psichiatra
No, non me ne rendo conto.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Il Ritalin è uno stupefacente e non può entrare in Italia senza permesso del Ministero. Lei non poteva fare questo.

ENZO D'ALESSANDRO - psichiatra
Io non lo sapevo, ma la mia coscienza mi ha suggerito di aiutare questo bimbo.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Fra la disperazione di una madre con un figlio considerato affetto da sindrome di iperattivita', l'arbitrarieta' dell'azione di un medico e la libera circolazione in Italia di sostanze che possono essere pericolose e non sono autorizzate dal Ministero della salute, devono esserci dei filtri, dei controlli.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Uno di questi è la dogana ma evidentemente qui qualcosa non ha funzionato.
(Autore rivolgendosi a Giuseppe Ansalone Direttore Dogana postale di Genova) Io le faccio sentire ciò che ha detto il dottor Martini, direttore della Commissione Unica del Farmaco:

(Dialogo tra dottor Martini e autore su audiocassetta registrata: "Ma chi è che sdogana farmaci che sono della Tabella 1?"
Autore: "Mi risulta che accada in diverse parti d'Italia". Martini: "Io farò le indagini, manderò i NAS, ma non mi risulta che questo possa accadere!"

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Lei ha sentito Martini: il Ritalin è uno stupefacente, come passa la sua dogana?

GIUSEPPE ANSALONE - Direttore Dogana postale di Genova
La normativa è a carattere generale. Io le leggo una nota del Ministero della Sanita' del 77, perché è attinente...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
La nota ministeriale dice che medici e pazienti italiani possono procurarsi all'estero piccole quantità di farmaci per uso personale senza autorizzazione del ministero. Ma poi precisa.

GIUSEPPE ANSALONE - Direttore Dogana postale di Genova (mentre legge nota ministeriale)
Per le sostanze psicotrope o stupefacenti è invece richiesta autorizzazione ministeriale… (imbarazzo di Ansalone). In effetti da questa nota si deduce che non dovevamo consegnarlo... Sotto il profilo anche di natura penale, se il mio impiegato ha sbagliato, lo verificherò, ma ha sbagliato sotto l'inganno della prescrizione medica.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
In sostanza il dottor Ansalone si è reso conto, in diretta, che secondo le nostre leggi il Ritalin non doveva essere sdoganato poiché è una anfetamina, meno che meno doveva essere consegnato direttamente nelle mani di una madre.
E a Roma, proprio sotto il naso della Commissione Unica del Farmaco, il fenomeno è ancora più esteso. Di nuovo, la telecamera nascosta carpisce il primo indizio.

AUTORE A COLLOQUIO CON UN MEDICO RIPRESO CON TELECAMERA NASCOSTA
Mi diceva il suo collega che c'è un medico svizzero...

MEDICO
Mi ha detto un paziente che c'è uno svizzero, un medico svizzero che con la prescrizione per il Ritalin, che in Svizzera si trova, si vende, allora questo collega svizzero sulla prescrizione del medico italiano copia e tu compri in Svizzera il Ritalin.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Col sistema che mi ha rivelato lei questo prescrive il farmaco senza vedere i pazienti...

MEDICO
Praticamente no...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Quella che avete appena sentito è un'altra triangolazione che permette di ignorare i divieti della CUF. L'ho individuata: un pediatra italiano, il dottor Francesco Renzulli di Roma, manda le ricette per il Ritalin a un collega di Lugano, questi le ricopia sul suo ricettario e ordina il medicinale in una farmacia vicina, che lo spedisce a Renzulli senza problemi. Il grave, è che in questo modo il medico di Lugano prescrive un farmaco stupefacente a bambini italiani senza neppure visitarli. E questa è la farmacia di Lugano, qui arrivano le ricette di e il Ritalin viene impacchettato e spedito con due corrieri che saltano i controlli della dogana. Renzulli paga con carta di credito.
Ho tentato di intervistare sia il medico di Lugano che il farmacista, ma si sono negati.

REGISTRAZIONI TELEFONICHE CON MEDICO E COL FARMACISTA DI LUGANO

MEDICO (al telefono)
Siamo ai limiti del legale, io ne ho parlato col farmacista cantonale il quale mi ha reso attento e mi ha detto "ti prendi i tuoi rischi" perche' di per se' io dovrei vederli questi pazienti e invece li vedo solo telefonicamente. Volete delle informazioni? Magari anonime, mi date le domande scritte…

AUTORE (al telefono)
Ma è tv dottore, devo riprenderla.

MEDICO (al telefono)
Ah! È televisione…allora no…devo dire purtroppo…mi dispiace ma mi capisce o no?

AUTORE (al telefono con farmacista di Lugano))
Siamo fuori tempo massimo, lei mi ha rimandato due volte l'intervista...

FARMACISTA (al telefono)
no a me se voi non la fate è meglio, cioe' io non ho nessun interesse di fare l'intervista…

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Il dottor Renzulli invece mi accoglie, e si difende con vigore.
Lei quanti bambini sta trattando?

FRANCESCO RENZULLI - pediatra
Io credo di averne più di 150 ora

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Quindi il suo collega svizzero non li ha visti

FRANCESCO RENZULLI - pediatra
Lui ne ha visti forse una mezza dozzina dei miei.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ma lei sa che sta agendo nella più assoluta arbitrarietà, forse anche contro la legge?

FRANCESCO RENZULLI - pediatra
Mi rendo conto di questo, ma sto aiutando bambini che hanno bisogno, uno è stato anche picchiato dal padre che credeva fosse un impunito. Oggi c'è pace in famiglia.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Una famiglia di questo quartiere residenziale romano vive il problema di un figlio che dicono essere affetto dall'ADHD. Non me lo mostrano per giusti motivi di privacy, ma ammettono di essersi affidati al dottor Renzulli senza dubbi di sorta. Sono certi della sua perizia e lo difendono a spada tratta.
Il Ritalin viene prescritto a vostro figlio e questo viene fatto in maniera illegale, lo sapevate?

GENITORE BAMBINO
Siamo illegali!

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ci vuole una grande fiducia nel vostro medico, perché in un sistema di questo genere se siete fortunati trovate un medico competente e se siete sfortunati incappate in un cialtrone che prescrive veleno al bimbo, se è possibile ottenere farmaci in questo modo, capite?

GENITORE BAMBINO
Abbiamo ascoltato medici che non sono vittime di baronie o gente che segue come caproni il gregge, abbiamo seguito gente seria e preparata.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Il dottor Renzulli sarà di sicuro un medico coscienzioso e competente, ma ricordiamo che si parla di una anfetamina, che se lasciata circolare senza stretti controlli può riprodurre in Italia l'abuso che se ne sta facendo sull'infanzia americana.

FRANCESCO CAFFO - Medico "Telefono Azzurro"
Il rischio c'è, soprattutto se si utilizza il Ritalin per problematiche che non siano l'Adhd, e sarebbe un disastro come sta accadendo in America. Dobbiamo rispondere con competenza, lo devono prescrivere solo medici competenti.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Non e' certamente compito nostro stabilire se il farmaco in questione deve essere autorizzato o meno, e' compito nostro mostrare nel limite del possibile alcuni fatti, che partono dai medici fidelizzati ai miliardi buttati in un marketing farmaceutico spregiudicato, dai congressi vacanza ai farmaci di tabella 1, quelli in cui e' classificata la cocaina per intenderci, e che passano le frontiere come fossero cartoline. Ci siamo chiesti, ma come commentano questo stato di cose gli esperti del Ministero della Salute?
Non commentano. L'ufficio stampa del Ministro Sirchia ci informa che proprio il ministro non autorizza l'intervista con chi e' competente in materia cioe' il signor Martini della Cuf, e in sostituzione ci viene inviata una risposta troppo generica che non risponde agli interrogativi e ci dispiace perche' i telespettatori avrebbero il diritto di sapere, come avremmo il diritto di sapere perche' la Cuf ha chiesto in via urgente alla Novartis l'introduzione in Italia del Ritalin, fatto unico, visto che non e' un farmaco salvavita e per quale ragione non viene fatto il generico visto che il brevetto e' scaduto da tempo.

Allora abbiamo visto che noi ingoiamo, probabilmente, piu' farmaci di quelli che effettivamente servono a mantenerci in salute, ma se usciamo dal nostro cortile, chi e' meno fortunato e ricco di noi non ha nemmeno il farmaco essenziale, quello che noi abbiamo gratis, e non e' solo Africa, di cui ogni tanto i mezzi di informazione si occupano, ci sono altre zone del mondo di cui non sappiamo nulla, e una di queste ci riguarda anche da vicino, perche' gli italiani ci vanno molto spesso in vacanza.

SANTO DOMINGO

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E dunque mi sono recato a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana, che è un paese poverissimo, e anch'esso ci riguarda da vicino, essendo una meta ambita delle nostre vacanze.
Per capire è necessaria una breve spiegazione. Una grande casa farmaceutica investe circa 500 miliardi per ogni farmaco che scopre, miliardi necessari per la ricerca di laboratorio e per i test clinici. Ed è naturale che dopo aver speso tanti soldi le industrie si vogliano tutelare brevettando ogni nuovo farmaco affinché nessuno lo possa copiare. Ma fino al 1996 non tutti i paesi riconoscevano la validità dei brevetti, e dunque potevano tranquillamente riprodurre i farmaci brevettati. Questo per le grandi multinazionali del farmaco era inaccettabile, e dunque nel 1996 l'Organizzazione Mondiale del Commercio ha creato regole che obbligano tutti i paesi membri a rispettare i brevetti per 20 anni. Ed è qui il punto critico.
Fra coloro che copiavano i nuovi farmaci occidentali c'erano soprattutto i paesi poveri, che non se li potevano permettere in quantità sufficienti a causa del loro costo; ma oggi, le nuove regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio glielo impediscono categoricamente, almeno sembra. E allora fanno senza medicinali efficaci, con quello che ne consegue. Rimaniamo a Santo Domingo, ma non in spiaggia.
Quello che queste immagini non possono rendere è il caldo soffocante, che nelle baracche raggiunge i 41 gradi, ma soprattutto il fetore insopportabile che emanano le fogne a cielo aperto. Qui la povertà genera violenza e questi posti sono pericolosi. Di fatto la polizia sta alla larga, e anche i missionari locali si sono rifiutati di accompagnarmi. Il mio traduttore, Emilio, lo ha fatto ma mi ha chiesto di rimanere anonimo: lui vive a Santo Domingo e dice che mentre il giornalista occidentale corre pochi rischi, chi rimane qua è meglio che stia attento, perché questa è una società con poche tutele. Proprio al termine di queste riprese io stesso verrò aggredito, ma per fortuna senza gravi conseguenze. Mi trovo all'interno di una baracca in compagnia di una donna ammalata di diabete e l'interprete che mi accompagna Emilio.
Emilio quale è il problema qui?

EMILIO
La signora è diabetica e ha già perso la vista da un occhio.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ma la cura che sta facendo è sufficiente o no?

EMILIO
La signora dice che non lo è, perché ha già perso la vista e ha un braccio paralizzato. Ma non può fare nient'altro.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Quindi la realtà è che qui i farmaci non li comprano con lo stipendio familiare, ma attraverso canali di disperazione

EMILIO
Sì, attraverso l'aiuto di vicini, di associazioni del Barrio (la baraccopoli), che aiutano un po'.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Mi sposto in un'altra baracca ed entro con la telecamera
Ecco questa è la casa di Antonio, qui vivono due persone, questo è il letto del figlio, la cucina, è la classica baraccopoli da Terzo Mondo costruita in latta e assi, e questa persona ammalata (Antonio) vive qui.
Antonio invece è ammalato di asma, ci vuole dire qualcosa visto che ha dei farmaci in mano?

EMILIO
Sì, ci vuole dire che questa scatola vuota è l'ultimo farmaco che ha potuto avere dagli ospedali pubblici.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Asmatico, iperteso, cardiopatico, disoccupato. Antonio era un muratore e non può più lavorare; quest'uomo regge un peso terribile, quello di una società che non può permettersi di aiutarlo.

EMILIO
Antonio è due mesi che non si cura perché non ha più soldi per comprare i farmaci.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E due mesi che non si cura?

EMILIO
Perché non può più lavorare e questo è l'ultimo farmaco che ha comprato.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Questa è una farmacia cosiddetta ricca a S. Domingo, qui si trova tutto quello che troviamo nelle nostre farmacie, qua il Bactrim costa 341 pesos, il suo equivalente copiato sull'isola costa 66 pesos, il problema è che nelle farmacie dei poveri non si trova né questo né questo.
E siamo al punto critico di cui parlavo. Il fatto è che molti paesi poveri, come questo, possiedono laboratori farmaceutici che sarebbero in grado di riprodurre quasi tutti i farmaci occidentali e a prezzi stracciati, ma, come ho spiegato prima, le nuove regole sui brevetti volute dall'Organizzazione Mondiale del Commercio glielo impediscono. Ultimamente qualche governo del terzo mondo si è ribellato, e fra loro c'è proprio la Repubblica Dominicana, che fra l'altro soffre di una epidemia di Aids fuori controllo. La ribellione è partita da questa azienda, la Rowe, che sfida le multinazionali e i loro brevetti copiando alcuni farmaci essenziali.

Sono all'interno della Rowe. Precisamente nel laboratorio che mi sta alle spalle è dove viene commesso il furto, almeno secondo le multinazionali occidentali. E' infatti qui che si produce una copia esatta dell'Indinavir, un noto farmaco anti aids prodotto in occidente dalla multinazionale Merck. La sola differenza è che l'Indinavir costa il 500% in più della copia prodotta qui.
Questa azienda dominicana dice di aver agito nel nome della disperazione di migliaia di malati sull'isola, ma la reazione di Big Pharma, e cioé della lobby che rappresenta le grandi industrie farmaceutiche americane e non solo, è stata immediata. Prima mossa, assoldare un avvocato di prestigio per tentare di bloccare la Rowe.
Dottor Ferreira, lei ha mai portato i dirigenti della Bayer, della Roche o della Pfizer dentro i barrios di Santo Domingo?

FERNANDO FERREIRA - avvocato vice presidente ARAPF Santo Domingo.
No, perché questo non è il mio compito. Se lo desiderassero lo potrebbero fare in ogni momento; infatti alcuni di loro visitano l'isola regolarmente e nulla gli impedisce di fare quella esperienza.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Dottore, le ho fatto questa domanda perché francamente non capisco il perché di tanto allarme. Il mercato del farmaco della Repubblica Dominicana è lo 0,06% del mercato mondiale dei farmaci, e per non perdere una briciola di quello 0,06% le multinazionali negano il diritto alla salute a migliaia di persone qui.

FERNANDO FERREIRA - avvocato vice presidente ARAPF Santo Domingo.
Qui ci sono due considerazioni: primo, la proprietà privata deve essere inviolabile. Che io sia ricco o povero non conta, io non ho il diritto di violare la proprietà privata di un'invenzione come, per esempio, un farmaco innovativo. Inoltre, che alcuni farmaci siano di proprietà esclusiva non significa che non ve ne siano altri, non più sotto brevetto, disponibili per tutti, e le classi sociali svantaggiate hanno tante alternative per curarsi. Perché rubare proprio quei medicinali che sono di fresca invenzione?

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Seguendo la logica di Ferreira viene da chiedersi: se i farmaci più vecchi sono perfettamente in grado di curare le malattie, allora perché se ne inventano sempre dei nuovi?
Ad avvocato si contrappone avvocato, e la Repubblica dominicana ha messo nelle mani di questo giovane legale la difesa contro l'accusa delle multinazionali. Gli chiedo prima di tutto se è vero, come ha appena detto Ferreira, che le classi sociali svantaggiate hanno tante alternative per curarsi.

HO CHI VEGA - avvocato, vice presidente INFADOMI Santo Domingo
E' falso e persino osceno. Perché i poveri devono accontentarsi di farmaci vecchi che sono già fuori brevetto? di quelli che un occidentale non si sognerebbe mai di prendere perché hanno troppi effetti collaterali? Per caso il cancro di un dominicano è più semplice da curare di quello di un europeo e dunque gli bastano medicinali superati?

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
I farmaci alternativi ci sono, no, farmaci validi non esistono. Due tesi contrapposte che decido di verificare di persona. Da Santo Domingo mi spingo verso l'interno, in direzione del confine con Haiti.
In un villaggio incontro questa giovane dottoressa, che gestisce una clinica pubblica. E' gentile, ma non vuole dire alcunché, e ci indirizza alle solite autorità preposte. A telecamera spenta ci confessa che teme per la sua carriera... ma poi accade una cosa straordinaria. Sento che il mio traduttore pronuncia in spagnolo la parola "povertà", lei ci fissa e poi pronuncia la seguente frase:

DOTTORESSA:
"SE VERAMENTE LO FATE PER I POVERI, ALLORA PARLO, ANCHE SE POI MI IMPICCANO."

DOTTORESSA ALL'INTERNO INFERMERIA
Generalmente ai malati di questa zona regalo qualche vecchi farmaco che mi capita di avere in infermeria. Se poi la persona non è indigente allora gli prescrivo dei medicinali, ma non tutti quelli di cui avrebbe veramente bisogno, solo quelli che può permettersi di acquistare.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Uno sguardo attorno a noi e non si fa fatica a credere a quello che ci sta raccontando. Questo dovrebbe essere un ospedale.

DOTTORESSA
E' difficile lavorare in questa maniera, è molto penoso dover trattare i pazienti in questo modo. Pensate che mi è giunta una giovane con uno squarcio profondo in una coscia che perdeva molto sangue. Io qui ho ago e filo, ma non ho il disinfettante, per cui le ho detto di farsi medicare all'ospedale più a nord e che si raggiunge in autobus con 5.000 lire di biglietto. Ma lei non aveva i soldi e si è fatta ricucire senza disinfezione. Che Dio la protegga.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
A questo punto ci si chiede: possibile che le responsabilità di questo disastro siano tutte delle vituperate multinazionali?

FERNANDO FERREIRA - avvocato vice presidente ARAPF Santo Domingo.
Il governo dominicano ha responsabilità precise: il programma per l'acquisto e la distribuzione di farmaci generici destinati alle farmacie dei più poveri, le Botìcas Populares, è finanziato con pochi spiccioli, che peraltro vengono spesi in larga parte per pagare gli stipendi dei funzionari che dovrebbero provvedere a questo servizio. E' troppo facile incolpare le multinazionali, qui c'è bisogno di un sistema di previdenza dove il governo spenda di più per i farmaci.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E di nuovo, si possono incolpare le regole sui brevetti dell'Organizzazione Mondiale del Commercio per le difficoltà di questi paesi a ottenere farmaci efficaci?

HO CHI VEGA - avvocato, vice presidente INFADOMI Santo Domingo
Non mi sento di puntare il dito contro le regole sui brevetti dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. A noi vanno benissimo: infatti contengono ottime clausole che permettono ai paesi poveri in stato di emergenza sanitaria di copiare i farmaci senza incorrere in sanzioni di alcun tipo. Ma a questo punto lei mi chiederà: se tutto è permesso dalla stesse regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, allora perché altri paesi poveri non seguono il nostro esempio? La risposta è che le nazioni ricche, per conto delle multinazionali del farmaco, ci minacciano più o meno velatamente, ignorando di proposito ciò che sta scritto negli accordi che loro stessi hanno firmato.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Siamo alla solita dietrologia che vede i governi ricchi fare la voce grossa con gli stati più deboli? Veramente Big Pharma, e cioé la lobby delle grandi industrie farmaceutiche, sobilla la diplomazia occidentale? La risposta è sì, e questo documento riservato lo dimostra. Fu spedito dal segretario di stato americano, Madlein Albright, all'ambasciata statunitense a Santo Domingo. Il linguaggio è tecnico, ma non lascia dubbi, eccovi il testo:

BIG PHARMA CI HA SEGNALATO CHE IL GOVERNO DOMINICANO SI STA CONSULTANDO CON UN ESPERTO ASSAI CRITICO DELLE REGOLE SUI BREVETTI: EGLI SOSTIENE CHE QUELLE REGOLE RISCHIANO DI MANTENERE ALTI I PREZZI DEI FARMACI.
GLI STATI UNITI CONSIDERANO LA SEGNALAZIONE DI BIG PHARMA MOLTO PREOCCUPANTE.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Addirittura gli Stati Uniti forniscono i nomi e i numeri di telefono degli esperti con cui la repubblica dominicana dovrebbe consultarsi nel redigere le proprie leggi sui brevetti. Un'interferenza chiara nel potere legislativo del governo dell'isola. Ecco il testo:

IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA DOMINCANA, NEL RIVEDERE LE PROPRIE LEGGI, TROVERA' MIGLIORI SERVIGI NEI CONSULENTI MARCO ANTONIO PALACIOS E SILVIA SALAZAR. SEGUONO I NUMERI TELEFONICI.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ma c'è di più. La Repubblica Dominicana fa parte di un'area di libero scambio commerciale con gli Stati Uniti, la cosiddetta Zona Franca. Molti maglifici americani producono qui vestiti e biancheria intima attratti dalla manodopera a basso costo. E' il solito baratto criticato da molti, ma che qui dà lavoro a un milione mezzo di giovani, sullo sfondo di una diso ccupazione al 42%. Ebbene, la disputa sui farmaci ha convinto una parte del Congresso americano a minacciare il ritiro degli investimenti dalla Zona Franca, come ci conferma questo imprenditore del luogo.

IMPRENDITORE
La minaccia c'è, e non mi piace 'sta storia.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ma come giudica il fatto che da una parte vi aiutano e dall'altra con lo stesso aiuto vi minacciano?

IMPRENDITORE
Stanno mischiando due cose sotto la pressione di due lobby molto potenti in conflitto fra loro: quella farmaceutica, che sollecita le sanzioni commerciali contro di noi, e quella manifatturiera che ha il terrore di perdere la nostra manodopera qualificata a basso prezzo. E' una guerra interna tutta americana e noi stiamo a guardare col fiato sospeso.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Col fiato sospeso c'è anche Ramon. E' sieropositivo e vive in attesa dell'inesorabile insorgenza dell'Aids, senza farmaci, senza speranza. Si è unito a un gruppo di volontari che lottano non solo per ottenere cure occidentali a prezzi più bassi, ma anche contro la discriminazione, che qui è feroce. Si è detto prima che un'azienda locale, la Rowe, produce una copia di un farmaco americano contro l'Hiv: questa è una buona notizia per gli ammalati?

CESAR CASTELLANOS - volontario REDOVIH(*) Santo Domingo.
Nella Repubblica Dominicana un mese di terapia anti Aids con i farmaci occidentali costa più di cinque volte lo stipendio mensile di un lavoratore medio. Le copie prodotte qui sono un passo avanti, ma con quelle un mese di terapie costa ancora un intero stipendio mensile medio. Una persona deve pur vivere, cucinare, mandare a scuola i figli...

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Chiedete alle multinazionali di fare sforzi, ma perché la stessa la Rowe non dà farmaci anti aids gratis ai più poveri?

CESAR CASTELLANOS - volontario REDOVIH Santo Domingo
Lo sforzo della Rowe c'è già: sta infatti producendo questi cocktail anti Aids a prezzo di costo, e li offre gratuitamente ai bambini della Casa Rosada, che sono orfani sieropositivi. Ma perché chiedere sacrifici impossibili a un'azienda del terzo mondo e non un piccolissimo sforzo a dei giganti mondiali?

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Su questa isola morire di Aids è ancora una certezza. Chiedo a Ramon che effetto gli fa sapere che nel cosiddetto primo mondo ci sono farmaci che possono salvargli la vita.

RAMON
I miei sentimenti sono di angoscia innanzi tutto, poi rimango con un senso di violenta ingiustizia, perché siamo umani e abbiamo gli stessi diritti.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Se su questa sedia fosse seduto l'amministratore delegato della Glaxo o della Roche, cosa gli diresti di getto?

RAMON
So che siete commercianti con la responsabilità di ottenere un alto profitto, so che non spetta a voi rimediare ai mali della povertà mondiale, ma sono certo che riuscirete a guadagnare miliardi anche senza imporre i vostri prezzi inaccessibili alla parte più sfortunata dell'umanità.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Forse la storia più toccante che ho incontrato in questa indagine è quella di questo giovane di appena venti anni, con cinque figli in parte ereditati dalla giovane sposa. Vive nella desolazione del Barrio di Guachpita, dove si è ammalato di tifo, poi i reni hanno ceduto, e così ha perso anche il lavoro. Ironicamente questo ragazzo era impiegato presso una amministrazione sanitaria pubblica, che oggi gli offre solo un po' di solidarietà, ma niente farmaci adatti alla sua condizione. Il suo futuro è uno sguardo in attesa di nulla.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Visti da la' i cavilli legali e le sottigliezze nella disputa legale non hanno senso. Ci vorrebbero soluzioni a breve termine, perche', come disse l'economista Jhon keynes, a lungo termine saremo tutti morti e loro prima di noi. E allora quando vediamo le immagini dell'infinita sofferenza, viste e riviste, spesso ci chiediamo: ma cosa posso fare io persona comune, per aiutare questi sventurati, che mezzi ha per interferire con gli interessi dei giganti del business? Un mezzo potentissimo, si chiama fondo pensione. E allora andiamo a Londra


LONDRA


VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Glaxo SmithKline, forse il più grande colosso farmaceutico del mondo, fattura 58.000 miliardi all'anno, ha un valore di mercato di 370.000 miliardi, e non risponde alle domande di Report.
Di nuovo, come si può convincere una multinazionale così potente a cambiare le sue politiche dei prezzi nei i paesi poveri? Qualcuno ha pensato di scendere in strada a manifestare la propria indignazione... questa pensionata inglese ha semplicemente fatto un a telefonata, e insieme ad altri come lei ha messo in croce la Glaxo SmithKline e tutta la sua montagna di miliardi. Questa è una storia straordinaria, che ha come attori alcuni anziani cittadini britannici, e poi il gruppo Friends Ivory and Sime che gestisce i loro fondi pensione, e infine Oxfam, che è una grande organizzazione non governativa inglese impegnata da decenni a favore dei poveri del pianeta. Fa da contorno una legge chiave del parlamento di Sua Maestà. Ma andiamo con ordine.

CLAUDIA COTTON - pensionata
Era la fine dell'anno scorso quando mi sono resa conto che una parte dei miei risparmi e fondi pensione erano investiti in alcune multinazionali farmaceutiche, proprio quelle che, come la Glaxo, rifiutavano di dare una mano ai milioni di ammalati del terzo mondo.
Chiamai il gestore dei miei investimenti e gli dissi: "O cambiano politiche o io disinvesto". Punto. Seppi poi che altri pensionati e risparmiatori stavano facendo la stessa cosa in quel momento.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Migliaia di telefonate come quella della signora Cotton piovono negli uffici del gruppo di investimento Friends Ivory and Sime, e lì qualcuno inizia a muoversi.

KARINA A. LITVACK - dirigente Friends Ivory & Sime
Di fatto capimmo subito che le cose si stavano evolvendo rapidamente, i sondaggi ci dicevano che l' opinione pubblica era indignata dal comportamento delle multinazionali farmaceutiche e all'orizzonte c'era la prospettiva di grossi boicottaggi. La vicenda appare sui giornali e noi decidiamo di consultarci sia con Oxfam che con i nostri risparmiatori.

SOPHIA TICKELL - rappresentante di Ofxam
Il problema del mancato accesso ai farmaci essenziali da parte della metà della popolazione mondiale era da tempo oggetto di una nostra campagna pubblica. E dunque quando Friends Ivory and Sime ci hanno contattati abbiamo immediatamente accettato di divenire loro partner in una azione forte.

KARINA A. LITVACK - dirigente Friends Ivory & Sime
Abbiamo avuto un incontro con i vertici della Glaxo, al quale abbiamo invitato altri sei gruppi d'investimento che, come noi, erano sotto pressione da parte di molti pensionati che minacciavano di ritirare i loro fondi pensione. Alla Glaxo abbiamo detto che se non avessero agito in maniera decisa ne avrebbero sofferto finanziariamente.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ai dirigenti di questa multinazionale devono essersi rizzati i capelli, perché quei pensionati piccoli risparmiatori erano come le formiche e messi assieme formavano una minaccia formidabile: il potenziale ritiro dalla Glaxo di 3.000 miliardi.
Questo colosso del farmaco si piega praticamente all'istante e lancia un programma di aiuti al terzo mondo sotto la supervisione di Oxfam e della severissima opinione pubblica inglese. E' solo un inizio, ma di storica portata. Alla fine si può veramente dire che la Glaxo abbia ceduto alle pressioni dei risparmiatori?

SOPHIA TICKELL - rappresentante di Ofxam
Con la Glaxo abbiamo avuto successo, ma va fatto molto di più. L'Organizzazione Mondiale del Commercio deve offrire alle nazioni impoverite l'esenzione dal rispetto dei brevetti sui farmaci; tutte le grandi industrie farmaceutiche devono praticare sconti ai più poveri, e infine i governi, sia del nord che del sud, dovrebbero spendere di più per salvare le vite di milioni di malati. Senza tutto ciò, piegare qualche multinazionale non serve a nulla.

CLAUDIA COTTON - pensionata
E' per me miracoloso constatare che dopo tanti anni di lotte sociali sono incappata per caso nello strumento forse più forte, e cioé l'investimento etico. Oggi non potrei più investire in aziende che fanno del loro meglio per immiserire la vita di così tante persone.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
E' questo il succo della storia: usare il proprio denaro, anche se è poco, in maniera etica. Naturalmente occorrono sostegni esterni. Friends Ivory and Sime è un gigante nel suo settore, con investimenti per 120 mila miliardi, ma da anni ha sposato la causa etica. A ciò ha contribuito anche una legge inglese, il Pension Act. Questa legge obbliga i gruppi di inv estimento a rendere pubblici i criteri con i quali piazzano il denaro dei risparmiatori: in altre parole devono rivelare al pubblico se investono in aziende che inquinano, o che sfruttano il lavoro minorile o che vendono armi, oppure, come in questa vicenda, che negano un aiuto a milioni di ammalati.

KARINA LITVACK - dirigente Friends Ivory & Sime
Questa legge ha fatto sì che l'80% dei gruppi d'investimento si allineasse ai criteri di eticità, e sempre più industrie oggi comprendono che la via del futuro è quella di…comportarsi meglio. E ora una parola chiave: "Non ci si rimette", e cioé investire eticamente non significa guadagnarci di meno.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Un colosso farmaceutico da 370 mila miliardi è stato costretto da lei e da altri come lei a venire a patti. Questo è quasi incredibile. Se ne sta rendendo conto?

CLAUDIA COTTON - pensionata
Sto cominciando ora a realizzare... è meraviglioso.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Un bell'esempio per tutti. Ci aspettiamo che per gli inglesi costituisca un precedente, visto che le loro leggi hanno giurisdizione anche sulla maggior parte dei paradisi fiscali.