Medicina Naturale

Il Parlamento Europeo chiede il riconoscimento



Con uno stretto margine di voti, (152 in favore, 125 contro, 28 astenuti) il parlamento Europeo ha adottato nella seduta plenaria del 29 maggio una risoluzione in favore delle medicine non convenzionali molto attesa dai cittadini e dai professionisti coinvolti. La risoluzione è uno strumento di pressione con grande potenzialità di rivoluzionare il mondo della sanità pubblica, aumentandone l'efficienza senza incrementare i costi.

Paradossalmente, il "padre" della risoluzione, l'eurodeputato verde dal Belgio, Paul Lannoye, ha votato contro. La risoluzione proposta da lui dopo anni di ricerche e lavoro, era stata privata nel corso delle votazioni di una parte decisiva, cioè della richiesta di legiferare subito per ottenere il riconoscimento europeo per alcune delle medicine sulle quali già abbiamo a disposizione studi che confermano la loro efficacia.

Il passaggio della risoluzione era stato fortemente voluto da parte di molti cittadini utenti delle medicine naturali, sia in Italia che all'estero. Infatti in Italia, un comitato formato da associazioni di consumatori e professionisti, insieme ad alcune riviste, si è incaricato di raccogliere le adesioni dei cittadini. Un ingente numero di firme è stato poi depositato nella segreteria della commissione per la protezione dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori del parlamento Europeo. Tutti gli eurodeputati sono stati informati per lettera di questa raccolta firme. In questo modo, il passaggio della risoluzione è dipesa anche un po' dal pubblico Italiano, che questa volta ha saputo dare un forte messaggio di sostegno.

Il fatto che il parlamento Europeo si sia espresso favorevolmente sul principio del pluralismo medico e della libera scelta dei cittadini, è un grande passo in avanti. Gli effetti si sentiranno - sempre se la commissione Europea darà seguito alle indicazioni del parlamento - su due piani.

Il primo è quello individuale. I cittadini potranno finalmente scegliere liberamente se andare da un medico "tradizionale" oppure da un fitoterapeuta, un naturopata, un'agopuntore, un chiropratico o un'osteopata, per nominarne solo aclcuni. Ci sarà, insomma, pluralità e scelta nel campo medico, e ci sarà una salutare competizione.

Il secondo piano dove si faranno sentire gli effetti della decisione è quello dei sistemi sanitari nazionali. Chiaramente, per ottenere una vera parità tra le diverse medicine sarà necessario riconoscere le prestazioni del mondo della medicina non convenzionale alla pari con quelle della medicina allopatica purtroppo ancora oggi considerata da molti l'unica medicina "valida".

In un primo momento, questo potrebbe comportare un'aumento della spesa sanitaria dovuto all'emergere di una parte della domanda oggi sommersa perché semplicemente non riconosciuta. Ma a lungo andare, visto la forte enfasi delle metodiche alternative sulla prevenzione, sull'equilibrio psicofisico della persona e sul raggiungimento di uno stato di salute ottimale, sicuramente si potranno osservare dei risparmi "strutturali", cioè meno persone malate, meno ore di lavoro perse, meno degenze negli ospedali e meno spese per apparecchiature e farmaci costosissimi.

Un commento di Josef Hasslberger, vice presidente dell'associazione italiana dei produttori dei salutistici, è che "anche non essendo i nostri prodotti medicinali nel senso del farmaco registrato ma veri e propri integratori dell'alimentazione oppure erbe ad uso salutistico, le proprietà preventive di questi prodotti potranno dare un valido contributo al contenimento della spesa sanitaria. La sanità nel nostro paese ancora risente di anni di malgoverno e clientelismo che non hanno permesso di effettuare la necessaria trasformazione dell'attuale sistema basato sull'intervento contro i sintomi ad uno che dia la giusta enfasi alla prevenzione. Forse sarebbe proprio il caso di riattivare in forma modernizzata l'antico sistema cinese che premiava il medico solo fin quando il paziente stava in buona salute."