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- UK: LA CANNABIS E' PIU' SICURA DELL'ASPIRINA
La Cannabis e' più sicura dell'aspirina e può essere usata per lungo tempo senza significativi effetti collaterali.
Lo afferma, in un libro di recente pubblicazione, un insigne studioso di Oxford.
"The Science of Marijuana", scritto dal Dott. Leslie Iversen, del dipartimento di farmacologia della Oxford University, sottolinea che molti dei "miti" che riguardano l'uso di marijuana sono privi di ogni fondamento scientifico.
Per l'Autore la cannabis è in realtà una sostanza abbastanza sicura il cui uso, anche per lunghi periodi, è scevro da significativi effetti collaterali. Dal punto di vista scientifico non esistono serie controindicazioni alla legalizzazione del suo uso medico.
Le affermazioni del Dott. Iversen contribuiranno senz'altro ad accentuare le pressioni dell'opinione pubblica sul Governo londinese per una riconsiderazione complessiva dell'atteggiamento legislativo nei confronti dell'uso dei cannabinoidi.
L' autore, membro della prestigiosa Royal Society, sottolinea che la cannabis risulta di gran lunga meno tossica di tanti farmaci regolarmente in commercio.
I suoi studi hanno mostrato che il maggiore principio attivo della cannabis, il tetraidrocannabinolo (THC), responsabile anche degli effetti psicotropi della pianta, ha molteplici potenziali farmacologici, risultando utile per trattare, tra l'altro, i disturbi dell'appetito correlati all'AIDS, la nausea dei pazienti in trattamento chemioterapico e molte forme di dolore cronico invalidante.
"Sulla base dei dati in nostro possesso, il THC può essere considerato un farmaco molto sicuro" scrive il Dott. Iversen. "I dati ottenuti negli studi sperimentali sono sufficienti a giustificarne l'uso nell'uomo, come dimostra anche la approvazione della FDA [Food and Drug Administration - l'Authority USA per i farmaci N.d.T] per alcune ben precise indicazioni."
"Le affermazioni allarmistiche a proposito dei rischi correlati ad un uso protratto di queste sostanze" afferma l'autore "non hanno nessun fondamento scientifico e non vi è nessuna evidenza di effetti sul sistema riproduttivo o di danni al cervello o di alterazioni delle funzioni cognitive. Vi possono essere effetti collaterali legati all'assunzione tramite fumo, ma la cannabis di per sé non aumenta in nessun modo il rischio di tumori."
"Il Tetraidrocannabinolo è un farmaco molto sicuro" conclude l'Autore. "Nonostante la ampia diffusione del suo uso quale <<droga d'abuso>> non sono mai stati riportati in letteratura seri effetti collaterali. A differenza di quanto avviene per farmaci comunemente considerati sicuri, quali l'aspirina e i comuni farmaci antidolorifici, che ogni anno causano la morte di migliaia di persone a causa di catastrofici episodi di emorragia gastrica".

Fonte: http://www.mapinc.org/drugnews/v00/n1578/a06.html?34642


- Gb Sondaggio tra i medici:
8 medici su 10 prescriverebbero cannabis a uso terapeutico.
Più della metà dei dottori britannici - secondo un sondaggio condotto da Medix Uk, un sito web per medici - ritiene che le leggi che vietano la cannabis ad uso terapeutico siano troppo severe, e uno su tre ne vorrebbe la completa liberalizzazione per uso medico.
Otto medici su 10, inoltre, hanno affermato che prescriverebbero medicine a base di cannabis per malattie serie come la sclerosi multipla oppure il cancro. Uno su 5 la prescriverebbe contro il mal di schiena mentre il 16% considererebbe il suo uso come alternativa agli antidepressivi. La preoccupazione più consistente dei medici intervistati è a proposito della scarsità di ricerche su alcuni effetti secondari della cannabis, come ad esempio le sue relazioni con il cancro.
02 Novembre 2000


- Shakespeare e la canapa
Uno studio su Shakespeare «Faceva uso di marijuana per scrivere le sue opere»
LONDRA - William Shakespeare: dovuti esclusivamente al genio i suoi capolavori o anche all'influsso di qualche spinello? A trasformare il bardo di Stratford on Avon in un precoce predecessore di Aldous Huxley e dei suoi esperimenti allucinogeni sono due professori del Sudafrica, che nei testi del grande poeta inglese hanno trovato riferimenti che, sostengono, possono lasciare pochi dubbi: Shakespeare faceva ampio uso di marijuana. Da Amleto ai sonetti - sottolineano Frances Thackaray e Nick van der Merwe in uno studio realizzato per la Shakespearean Society of Southern Africa - le opere dello scrittore morto nel 1616 sono piene di surreali metafore. Sogni, visioni, percezioni soprannaturali: il mondo di Shakespeare, precisano, non è fermamente ancorato alla realtà. E il poeta - aggiungono - era al corrente dell'effetto della canapa indiana, al punto di arrivare a comporre la frase: «L'invenzione in una nota erba». Per ora si tratta di semplici congetture letterarie, per quanto autorevoli, ma la teoria dei due ricercatori del Transvaal Museum di Pretoria potrebbe presto trovare conferme scientifiche. Thackaray e Van der Merwe hanno chiesto e ottenuto in prestito alcune pipe usate dal bardo e ritrovate nella sua abitazione di Stratford. I cimeli sono ora in mano alla polizia, che - grazie a un nuovo esame - spera di riuscire ad accertare cosa fumava il poeta 400 anni fa. Che in Inghilterra la marijuana abbondasse già nel 16esimo secolo non è una novità: nel 1563 la regina Elisabetta I aveva varato una legge secondo la quale gli agricoltori con più di 60 acri di terreni erano obbligati a coltivare la canapa. Pena: multa di cinque sterline. Oggi sono poco più di 15.000 lire. Allora era un efficace deterrente. Sinora, però, si è sempre pensato che la marijuana venisse usata come medicinale, mentre le parole di Shakespeare, secondo i due studiosi, indicano che se ne conoscevano già anche gli effetti allucinogeni.

Fonte: Corriere della Sera