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Il killer della SIDS (morte neonatale) e' forse un fungo. L'ipotesi si basa sulla capacita' di questo fungo di ridurre il livello delle proteine che abbassano la tensione dei liquidi polmonari Fonte: Le Scienze On Line http://www.lescienze.it 11.07.2001

Nonostante i numerosi studi, le cause della sindrome della morte neonatale improvvisa non sono ancora note. Una delle ipotesi accreditate si basa sui risultati dello studio effettuato da un gruppo della Scuola di medicina dell'Universita' di Santiago del Cile.

Sarebbe un fungo, Pneumocystis carinii, uno dei responsabili della sindrome. Il DNA di questo fungo e' stato infatti trovato nei polmoni del 57 per cento dei neonati morti per SIDS rispetto al 18 per cento di neonati trovati positivi nel gruppo di controllo. Questo risultato, ottenuto utilizzando una metodica raffinata, quella della reazione a catena della polimerasi (PCR), conferma in realta' quanto gia' osservato in passato con l'osservazione istologica. P. carinii e' conosciuto perche' causa polmonite nei soggetti immunodepressi, ed e' infatti piuttosto frequente nei malati di AIDS. Secondo Sergio Vargas, responsabile dello studio, a causare la morte neonatale potrebbe essere una forma di immunodeficienza latente, che favorisce l'infezione. "Non conosciamo il ruolo patologico di P. carini nella SIDS; la nostra ipotesi si basa sulla capacita' di questo fungo di ridurre il livello delle proteine surfattanti (lipoproteine secrete dalle cellule alveolari, che abbassano la tensione dei liquidi polmonari), causando il collasso degli alveoli e alterando dunque i normali riflessi respiratori" spiega Vargas. Un'altra possibilita' e' che invece sia il sistema immunitario a giocare un ruolo: P. carinii aderendo ai pneumociti potrebbe scatenare una riposta immunitaria non ancora studiata nei neonati, che potrebbe a sua volta causare l'ipossiemia.

"I nostri risultati - sostiene Vargas - non consentono di affermare che P. carinii e' sicuramente l'agente eziologico della sindrome, ma indicano una via di indagine che merita di essere approfondita".


Patrizia Pisarra