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L'esperimento monetario di Guardiagrele


Guardiagrele, un tranquillo paese di appena 10.000 anime alle pendici della Majella, maestosa montagna abruzzese, in questo storico ultimo anno del secondo millennio, sta vivendo un capitolo di grande importanza della sua storia e di quella della moneta intesa come mezzo di scambio.

I protagonisti sono abitanti e commercianti del paese e di alcuni centri vicini, e Giacinto Auriti, già professore universitario di teoria del diritto, che ha scoperto una mostruosa incongruità nell'attuale ordinamento economico e monetario. Dice, infatti, che il valore della moneta, non è intrinseco ma si basa solo sulla fiducia posta in essa dalla gente che la accetta come mezzo di scambio. Quindi, al momento della sua emissione questa moneta, che rappresenta il controvalore della produzione di noi tutti, non è, secondo Auriti, proprietà della Banca, da emettere contro una promessa di ripagarla, ma dovrebbe al contrario essere emessa ed accreditata, senza alcuna contropartita, sul conto dei cittadini.

Visto però che le sue spiegazioni non fruttavano niente, che la sua denuncia contro la banca centrale per truffa contro i cittadini non veniva presa sul serio e che neanche un disegno di legge al vaglio del parlamento smuoveva la situazione, il professore ha deciso di avviare un esperimento dimostrativo, per provare appunto il concetto del valore indotto, un valore assegnato alla moneta dalla fiducia degli utenti.

Detto fatto, Auriti ha coniato il termine "Simec" per la sua moneta. Questo "Simbolo ecometrico di valore indotto" è stato messo in circolazione nella cittadina di Guardiagrele e nei centri vicini nel mese di luglio ed ha presto raggiunto una notevole diffusione, con settanta negozi convenzionati e centinaia o addirittura migliaia di utenti, pare tutti soddisfatti.

La prova dell'efficacia dell'esperimento? I simec funzionavano cos“ perfettamente che molti commercianti non aderenti al sistema si vedevano presto senza clienti. Da qui una valanga di esposti contro il professore ed una azione quasi "di guerra" di sequestro dei simec in circolazione, che ha impegnato ben 120 fra poliziotti e finanzieri. L'ordine di sequestro era partito dal tribunale di Chieti e dopo l'intervento delle forze dell'ordine, cittadini e commercianti si trovavano, come ha detto Auriti in un'intervista, all'improvviso senza sangue, cioè senza liquidità. Buio pesto, rabbia e disperazione.

Ma il 31 agosto 2000, in una decisione che possiamo definire storica, il tribunale del riesame di Chieti ha disposto il dissequestro, ha dato ragione al professore ed ai suoi che sostenevano che era tutto legale.

L'esperimento continua? Pare di s“. Prima di ripartire, si attende comunque la sentenza scritta, per conoscere i ragionamenti del tribunale.

Certamente Auriti ha già ottenuto un traguardo importante, quello di portare la sua idea alla conoscenza del paese. Perfino la Lega Nord si sta interessando all'esperimento dei simec e potrebbe adottare una moneta simile nella sua roccaforte, la Padania.

Non solo la Padania si sta svegliando. Dal mondo intero i riformatori monetari guardano l'esperimento del professor Auriti con interesse e con una certa trepidazione. Andrà a buon fine? La banca centrale si convincerà alla luce dei fatti?Si potrà imitare questo esperimento in altri paesi? Una cosa è certa. Urge una riforma seria del sistema economico/monetario e sociale. Le idee non mancano; hanno però il problema di non trovare spazio nei cosiddetti mezzi di informazione.

Ulteriori informazioni sulle teorie monetarie di Auriti ed altri riformatori sociali

1) Articolo: l'Informazione del collezionista:
http://www.laleva.org/economia/verita_auriti.html

2) Intervista con il prof. Auriti di Dino Granata:
http://www.laleva.org/economia/intervista_auriti.html

3) http://www.65.40.245.240/money/italy/index.htm

4) La riforma monetaria e sociale di Bellia:
http://www.bellia.com/

5) Le teorie di Silvio Gesell, riformatore economico tedesco:
http://www.hasslberger.com/economy/eco_10.htm