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AceA

ATTENZIONE INVITIAMO TUTTI COLORO, PERSONE E ASSOCIAZIONI, CHE RITENGONO GIUSTO AVVIARE UNA AZIONE LEGALE CONTRO LE FORZE DI POLIZIA PER AVER MANCATO AL LORO DOVERE ISTITUZIONALE DI DIFESA DEI PACIFICI MANIFESTANTI A INVIARE UNA E-MAIL A aceadiritti@consumietici.it oppure a telefonarci 0267574301

Genova 19-21 luglio 2001 rimettiamo in ordine le informazioni.

Una premessa essenziale
Il Genova Social Forum (Gsf) composto da circa 800 sigle ha scelto la non violenza come strumento di contestazione.Il Gsf ha denunziato più volte la netta separazione tra se stesso e appartenenti a gruppi come quelli del Black Bloc.

I presidi di Venerdì
Hanno praticato la “violazione della zona rossa” utilizzando metodi non violenti comunicando agli organismi istituzionali ciò che stava per avvenire.
Siamo stati testimoni diretti che gli aderenti al Black Bloc venivano lasciati operare nella creazione di barricate, distruzione di vetrine, bancomat, negozi... e, solo nel momento in cui essi venivano a contatto con i Presidi pacifici, veniva scatenata la reazione delle Forze di polizia che, in questo modo, andava direttamente a colpire coloro che erano lì riuniti pacificamente e non organizzati per salvaguardare la propria incolumità. D’altronde a norma della nostra legislazione è compito delle Forze di polizia occuparsi di salvaguardare l’incolumità dei cittadini.
E’ stata veramente eccezionale la “capacità” dei presidi di riuscire a raggrupparsi nel tardo pomeriggio per recarsi in gruppo verso i punti più sicuri per “sciogliere” le manifestazioni.

La manifestazione di sabato
E’ stata veramente imponente. Dalle 200 alle 300.000 persone sono riuscite ad arrivare a Genova malgrado le difficoltà create al loro arrivo.
La situazione creatasi il giorno precedente aveva fatto adottare a tutti i gruppi organizzati una strategia precisa: circondare ogni blocco con un “cordone umano” che avrebbe fatto passare solo persone conosciute e riconosciute dai componenti dell’associazione di riferimento. Il “cordone umano” doveva anche intervenire (utilizzando solo strumenti non violenti) per dissuadere eventuali partecipanti che avessero mostrato atteggiamenti o strumenti di aggressione.
Questa “tecnica non violenta” non poteva però sostituirsi all’opera di indagine e prevenzione che, a norma di legge, doveva essere compiuta dalle forze di polizia.
Anche in questa giornata le Forze di polizia hanno “preso spunto” dalle azioni del Black Bloc per attaccare, non per difendere come avrebbero dovuto fare, i pacifisti.
Testimonianze di alta credibilità hanno messo in luce che nella zona dei maggiori scontri la Polizia ha lasciato che i Black Bloc costruissero delle barricate (sul percorso programmato del corteo pacifista) e poi ha atteso l’arrivo dei manifestanti pacifisti attaccando solo nel momento in cui il corteo veniva in contatto con le barricate.
Ma è avvenuto molto e di peggio come l’assalto, da parte della Polizia, alle spalle di una parte della manifestazione pacifica.

La notte tra Sabato e Domenica
Le scuole date in gestione temporanea al Gsf dalle Amministrazioni Comunale e Provinciale avevano due finalità diverse: una di ufficio stampa per i giornalisti accreditati, una per ospitalità di coloro che collaboravano all’organizzazione della settimana.
In quest’ultima scuola c’era un piccolo cantiere di muratori per i lavori e l’Assessore competente aveva avvisato le Autorità competenti, ecco i picconi, le mazze da muratori (caratteristiche e difficili da usare in scontri di piazza). il tubo di lavandino...!
Tutti coloro che dovevano arrivare a Genova erano stati avvisati di portarsi del cibo, e di conseguenza coltellini e strumenti per mangiare.
Tutti i giovani erano coscienti delle possibilità di “scontri” non da loro voluti e, quindi, era normale che avessero foulard, parastinchi, paracaviglie.
Moltissimi erano arrivati con moto e motorini ed era altrettanto normale portassero caschi.
Raggruppare queste informazioni appare chiaro che quanto mostrato dalla Polizia nella sua conferenza stampa è assolutamente risibile così come chiarissima la volontà di non rispondere a domande che si sarebbero rivelate imbarazzanti.

Ma ridurre questa iniziativa alle sole manifestazioni è riduttivo
La settimana è stata ricca di proposte, contenuti e dibattiti. Sarà nostra cura riportarli e metterli in evidenza nei prossimi giorni, mesi e anni di lavoro perchè occorre evidenziare che questa settimana contro il G8 è stata l’espressione della forza di “proposte concrete”, “capacità di riflessione” e di “centinaia di migliaia di persone”.
Di tutto questo non si parla perchè è più “consono ai potenti” dire che è stata una settimana di “casino”, di “devastazioni”, di “black block” e di “finti pacifisti che coprono i violenti”.

Chiudiamo ribadendo che è nostra intenzione chiedere l’incriminazione per la violazione delle norme di legge sia da parte della Polizia sia della Guardia di Finanza, e dell’Arma dei Carabinieri che, essendo parte dell’Esercito, deve rispondere innanzitutto alla Costituzione e non alle indicazioni di un Governo.
La violazione sta nella mancata protezione dei manifestanti pacifici, nella mancata prevenzione e azione di contrasto dei violenti.
Come è stato possibile, con tutti quei controlli, non fermare gruppi organizzati paramilitari con catene, spranghe, bottiglie molotov, biglie d’acciaio...

Come e dove eravamo presenti
AceA era presente come associazione alle manifestazioni sia giovedì 19, sia venerdì 20 luglio che sabato 21 luglio.
Il caporedattore di AceA agenzia stampa, Luisa Motta, è stata costantemente presente all’interno della Rete di Lilliput, cui l’associazione aderisce, tutti e tre i giorni in tutte le manifestazioni.
Il direttore, Federico Ceratti ha, nella giornata di venerdì, accompagnato la delegazione della città del Belem (Brasile) passando in più punti e presidi sia a Sud sia a Nord della città e che ha percorso tutta la manifestazione dal fondo alla testa il Sabato 21.
Molti soci e associati di AceA erano in più punti della manifestazione il Sabato 21.


AceA onlus, via Angera 3, 20125 Milano, tel 0267574301, fax 0267574322, e-mail acea@edv.it