G8: LE BOTTE VERE NELLE FINTE LOTTE
ovvero
PLUTOCRATI, BUROCRATI, PRODUTTORI
(cronache genovesi, n°5)

Al G8 si è visto un unico colore di bandiere, bandiere rosse, ed un inneggiare continuo di vecchi inni comunisti e slogan nostalgici cubani, come se la lotta contro la globalizzazione fosse un monopolio comunista.
Ma Luigi De Marchi analizza bene nel suo ultimo libro "O noi, o loro!" le analogie e le identità di movimenti apparentemente opposti come quelli di estrema sinistra e di estrema destra, individuando "il comune denominatore psicologico sotteso a tutti i dogmatismi politici e religiosi (dal fascismo al comunismo, dall'integralismo cattolico a quello islamico), denunciando e dimostrando "la loro sostanziale affinità e intercambiabilità", spiegando "la singolare somiglianza dei loro comportamenti concreti, inesplicabile in base alle rispettive concezioni ideologiche o organizzazioni economiche, spesso diversissime o addirittura antagoniste."
Un'analogia potrebbe essere per esempio, citando sempre il De Marchi l'"insopprimibile tendenza alla moltiplicazione delle burocrazie . . . della burocrazia parassitaria". Perché questo? Spiega egli: "La Storia insegna infatti che una potente burocrazia è sempre stata uno strumento essenziale di ogni potere accentratore e assoluto . . . Un motivo di questo processo quasi planetario (il G8! NdA) di proliferazione burocratica va cercato sicuramente nella natura stessa della burocrazia che, come ogni formazione parassitaria, tende a crescere ed a produrre metastasi.". Questo dovuto a "individui e gruppi caratterizzati da una mentalità gregaria verso l'autorità ed oppressiva verso i nemici dell'autorità", per cui nascono "due gemelli omozigoti: burocrazia e autoritarismo". Infatti, chiarisce il De Marchi, "la classe burocratica è l'alleata ideale di ogni progetto di dominio e sfruttamento (come quello del G8! NdA), in quanto è una classe totalmente dipendente dal potere politico sia per la propria stessa sopravvivenza che per i propri privilegi."
Può sembrare ovvio, ma siccome mi sono accorto che per molti non è ovvio nemmeno quello che gli passa sotto il naso, è opportuno sottolineare, evidenziare, specificare, che quando si parla di burocrati non si parla solo di quelli che stanno nei burò, dietro uno sportello, in un ufficio, ma anche di quelli che stanno per strada e con la scusa della nostra sicurezza ci danno manganellate sulla testa con manganelli che non sono di gomma, perché hanno un'anima di piombo, come l'anima di chi l'impugna, e ci buttano gas lacrimogeni e liquidi urticanti sulla pelle, e ci vengono addossi con i carri armati, e che vi vietano, pena la galera, di portare armi come loro! Troppo comodo! Fare la guerra obbligando il nemico inerme a rimanerlo e attaccandolo con ogni tipo di armi!

De Marchi non contrappone i lavoratori e i datori di lavoro, ma il "Popolo dei Produttori, cioè i lavoratori dipendenti e indipendenti del privato (commercianti, artigiani, piccoli agricoltori e imprenditori, liberi professionisti)", contro la "paurosa proliferazione della burocrazia parassitaria e delle relative clientele politiche": gli uni che lavorano davvero "senza nulla chiedere allo Stato", e gli altri occupati solo della "rapina fiscale sempre più esosa": del resto, nessuna meraviglia, nel mondo animale troviamo spesso la stessa situazione, solo che spesso, il parassita animale è di qualche utilità, quello umano mai!
Non vi pare più logica questa contrapposizione? Non avranno interessi in comune un datore di lavoro e i suoi dipendenti piuttosto che i lavoratori e i produttori piuttosto che i parassiti che non lavorano? I datori di lavoro vorranno che i lavoratori lavorino bene e stiano bene e i lavoratori desidereranno che il loro datore di lavoro guadagni bene e non fallisca perché a loro volta siano pagati bene e non rimangano disoccupati, no?
Io ci metterei un'altra categoria di parassiti, ma De Marchi nel suo libro non ne parla: coloro che non lavorano ma guadagno su coloro che lavorano, cui prestano i soldi ad usura, che è sempre usura sia che sia il privato a prestare che una banca, che comunque sono in mano a privati e società: questi parassiti, chiamiamoli parassiti plutocrati, sono in cima alla piramide, e frustano gli altri parassiti, i parassiti burocrati, i quali in pratica fungono da esattori, trattenendo per sé le briciole per la sopravvivenza: ma ad alti livelli politici prendono molto più che per la sopravvivenza!
Nella manifestazione del G8 a Genova, tutti abbiamo avuto un bell'esempio di questa stretta collaborazione fra parassiti e plutocrati: alla stazione di Brignole, dove' c'è una grandissima banca, un'enorme massa di Polizia la circondava per difenderla da eventuali piromani, anche se fra i piromani c'erano loro stessi! Ma in quel caso non stavano per attaccare né i pacifisti né i violenti, ma per proteggere non persone ma soldi!

Nella gerarchia piramidale, andando alla punta troviamo poi la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, ossia i cravattari del globo. Per costoro le parole cancro, aids, genetica, vaccini, sono solo voci come tante nel campo degli investimenti, non argomenti morali e di etica medica, semplici voci come possono essere i cellulari o le caramelle o lo zucchero o le scarpe con i buchi o senza buchi. E chi investe pensa solo al modo di ricavare soldi, non che facciano bene le scarpe o le cure per il cancro: caso mai avranno interesse che la gente abbia dieci piedi quanto che abbia il cancro a tutti e dieci i piedi, così venderanno più scarpe e più false cure; spremuto il limone poi, si ricava qualcosa anche dalla buccia, coma dalla gallina o del maiale, di cui non si butta niente, nemmeno un'unghia!
Nella logica economica dovete ammettere che questi cravattari avranno interesse che voi stiate il più possibile a stare a spendere soldi per telefonare e per mangiare e per dimagrire e per ammalarvi e per fare finta di curarvi. E saranno felici più di voi di prestarvi i soldi per compravi quante più cose possibili, case, automobili, mobili, ed ancor più se non ce la farete a pagarli, dopo esservi indebitati, così vi sequestreranno tutto!
La ricetta per questa piaga mondiale è molto semplice: comprare il meno possibile, anzi, non comprare niente, fatevi tutto da voi, non andate a lavorare, e non chiedete soldi in prestito, mai! tanto meno ad una banca: stanno lì come gli avvoltoi e le iene, mica per aiutarvi, per derubarvi, non per darvi soldi: loro li vogliono! E se avete fame, non comprate niente se prima non avete finito tutta la roba che la natura vi regala senza che nemmeno abbiate lavorato: fichi d'India, more, visciole, prugnoli. Finché ci saranno more e fichi d'India abbandonati non avremo il diritto di lamentarci né per noi né per la fame nel mondo! Perché non piantano più alberi di saporite nespole, come un tempo, per le strade? Anzi, li hanno tolti! Come hanno tolti gli orologi per strada! Non vi ricordate più, siete troppo giovani, quando ogni due passi per strada potevate sapere che ora era perché c'era un palo con orologio? Ora invece strade e giardini sono infestati dappertutto da stupidi oleandri velenosi! Così come i boschi, bruciati apposta! sono rimboschiti con stupidi pini neri che non sono buoni nemmeno come legna per il camino! E se volete sapere che ore sono compratevi un orologio! Ma non uno! tanti, per cambiare modello, colore, e perché si romperanno continuamente, e non a carica meccanica, ma a batteria, così spenderete sempre soldi, per questo e per quello!
Questa è l'economia moderna del consumismo e dello spreco! Lo spreco dei soldi e del vostro tempo e della vostra vita che impiegate per procurarveli e che rubate al tempo che invece potreste dedicare a dedicarvi a voi o alla vostra famiglia o ai vostri piaceri.

Tornando al libro di De Marchi, vi vediamo analizzate le motivazioni dell'andirivieni delle simpatie politiche del Popolo dei Produttori, turlupinato a turno da opposte fazioni politiche, finte opposizioni. Analizza i successi politici di Ronald Reagan e della Thatcher e le successive delusioni degli elettori, così come è successo con i comunisti, per cui questo povero popolo lavoratore passa deluso dai progressisti ai conservatori nella speranza di ottenere quello che vuole, invano; nel frattempo, una generazione invecchia, un'altra sopraggiunge, ed il gioco ondoso ricomincia!
Come analizza De Marchi, anche Lenin riabilita la burocrazia, perché quella sua è ""quella 'buona', quella 'proletaria' e, come tale 'del tutto diversa da quella borghese' . . . ", per cui, come cita De Marchi, Lenin non nascondeva "la sua intenzione di 'burocratizzare' il futuro Stato sovietico", cosa che fece, creando "nello Stato e nel Partito, un apparato burocratico privilegiato e potentissimo, immune da qualsiasi controllo della società civile e della classe lavoratrice oltre che rafforzato, ben presto, da una sanguinaria polizia segreta, la famigerata Ceka. Il processo di burocratizzazione della società sovietica, come è noto, divenne sempre più soffocante e oppressivo sotto la tirannia di Stalin e dei suoi successori, quando la burocrazia d'ogni tipo e livello vennero unificate sotto il ferreo controllo delle gerarchie di partito." Il tutto giustificato, dai "due macellai del Cremlino", come cita De Marchi, dalla presenza di "complotti dei rottami borghesi" e di "accerchiamento capitalista". E conclude che questa situazione "ha caratterizzato non solo il comunismo sovietico, ma anche ogni altra forma di totalitarismo del nostro secolo: dal fascismo al nazismo, dal peronismo al maoismo, dai regimi del Terzo Mondo, alle dittature islamiche."
E così concludiamo anche noi per ora.

Vitale Onorato