Dal giornalino elettronico di Dario Fò e Franca Rame

E' inutile colpire il cuore dello Stato.
Lo stato non ha un cuore: ha solo un portafoglio.


(Questa mail e' divisa in 2 parti, nella prima
raccontiamo i fatti agghiaccianti accaduti a
Genova, nella seconda parte facciamo alcune
proposte su come evitare di cadere nella
provocazione della violenza.
Come ha detto Michele Serra: "Meno scontri
piu' scontrini!")

ORA SAPPIAMO COSA E' SUCCESSO E CHI SONO I
RESPONSABILI

La televisione ha mostrato i ragazzi feriti
per terra con gli agenti che si accanivano su
di loro a calci e manganellate.
E questo senza che la voce degli speaker
televisivi si levasse a commentare.
Franca era in mezzo ai cortei, venerdi' e
sabato, e ha visto di persona come si difendesse
la legalita': i manifestanti a mani alzate venivano
asfissiati coi gas e poi bastonati. Hanno gasato
con questi nuovi lacrimogeni, tremendi, persino
un gruppo di frati e suore che pregavano e poi
hanno bastonato anche loro.
E fa impressione chi dice: "I poliziotti sono
stati attaccati, dovevano difendersi".
Benissimo, ma dovevano difendersi da chi li
attaccava o attaccare a loro volta chi manifestava
pacificamente?
E perche' poi si sono messi a spaccare le braccia
a un giornalista del Resto del Carlino? Fiancheggiava
anche lui i Black Bloc? I giornali e i siti internet
si stanno riempiendo delle testimonianze di persone
che denunciano le violenze subite o quelle alle
quali hanno assistito.
Piu' di 200 persone fermate dalla polizia hanno
denunciato di essere state portate nella caserma
Bolzaneto, fatti passare tra due file di poliziotti che
li percuotevano, li insultavano e minacciavano le
donne di stupro, inneggiando al nazismo, a Pinochet,
allo sterminio degli ebrei. Dario ha ascoltato, a un
festival dell'Unita', la testimonianza di alcuni giovani
appena rilasciati. Confermano le dichiarazioni di tutti
gli altri imprigionati, li hanno picchiati, tenuti in
piedi addirittura per 12 ore a gambe larghe, chi non
riusciva a resistere veniva picchiato di nuovo.
Ogni tanto buttavano negli stanzoni gas lacrimogeni o
irroravano i ragazzi con gas orticanti. C'era un
extracomunitario con una protesi artificiale alla
gamba e un uomo malato che si reggeva a stento in piedi.
Alcuni erano arrivati li' gia' feriti, appena dimessi
dall'ospedale, e hanno subito le stesse torture.
Quasi tutti questi fermati sono poi stati rilasciati
perche' non c'erano prove di nessun tipo a loro carico.
Uno era un operatore tv, Timothy Ormezzano, figlio di
un giornalista della Stampa, sfregiato da una ferita
alla bocca, e percosso in tutto il corpo. Alfonso De
Mauro, un fotografo conferma la stessa storia. Ha un
piede rotto, una costola incrinata, il volto
tumefatto e il corpo pieno di lividi.
C'e' un ragazzo inglese, Mark Covell, con uno
sfondamento toracico, e Lena Zulke, cittadina
tedesca, con un polmone sfondato, entrambi sono
ancora in rianimazione. Una madre e' riuscita a
ritrovare la figlia solo dopo 3 giorni di ricerca
disperata, grazie all'aiuto non dell'autorita' ma di
alcune giornaliste. La madre ha ritrovato Anna Giulia
Lutschkal, 21 anni, nel carcere di Voghera, con i
denti davanti tutti spezzati e in stato di
shock. Anche questa ragazza e' stata poi rilasciata
perche' non ci sono prove contro di lei.
Insomma sono accaduti fatti di una gravita' assoluta.
Il ministro degli Interni si indigna e dice che sono
tutte frottole, non crede a queste denunce ma ora c'e'
anche un poliziotto della caserma Bolzaneto che ha
confermato a Repubblica i pestaggi allucinanti, con
agenti che facevano pipi' addosso ai prigionieri e
inneggiavano al nazismo. Ai fermati non veniva
permesso neanche di andare in bagno e dopo ore
erano costretti a farsela addosso.
Il poliziotto dice che molti agenti hanno tentato
di impedire il macello. Ma non c'e' stato niente da
fare. Gli autori delle angherie erano in maggioranza
guardie carcerarie del Gruppo Operativo Mobile
provenienti da Roma. Si tratta di una squadra
speciale, sotto il comando di un ex generale del
Sisde (servizi segreti) creata nel 1997 sotto
il governo dell'Olivo che gia' fece parlare delle
sue violenze a proposito di un'irruzione nel
carcere di Opera.

Lo stesso agente della caserma Bolzaneto dice
che sono stati quelli del Reparto Mobile di Roma
della Polizia di Stato gli autori della selvaggia
incursione nella scuola Diaz, dove piu' di 60
ragazzi sono stati massacrati di botte mentre
per lo piu' stavano ancora dentro i sacchi a pelo
o erano seduti per terra con le mani in alto.
Come possiamo accettare che le forze dell'ordine
sottopongano persone innocenti a forme di tortura
fisica e psicologica? Ma attenzione: torturare i
prigionieri e' un atto indegno anche se questi
fossero responsabili di lanci di pietre, come va
raccontando la polizia. La Costituzione italiana
prevede la detenzione e, quando e' possibile, il
recupero dei colpevoli non la loro tortura.
E perche' distruggere tutti i computer e le
stampanti? Lanciavano pietre anche loro?
E perche' portarsi via i nastri video delle
riprese dei cortei con testimonianze dei relativi
pestaggi?
Non e' possibile nessuna convivenza civile
laddove alcuni elementi delle forze dell'ordine
possono credersi in diritto di violare la legge
in modo cosi' grave e abietto senza incorrere nei
rigori della legge stessa. Il fatto che ci siano
dei criminali che hanno devastato la citta' e
aggredito le forze dell'ordine non puo' essere
un pretesto per un comportamento illegale.
Le forze dell'ordine esistono proprio perche'
si da' per scontato che esistano dei criminali e
che si debba incaricare qualcuno di fermarli.

Voti ogni volta che fai la spesa

E' evidente che dovremo impegnarci a fondo per
ottenere che questi comportamenti vengano stroncati.
Non sara' facile. Ottenere giustizia e' un percorso
lungo.
E qui nasce un secondo discorso che oggi e' di
importanza cruciale.
Abbiamo sentito molti compagni testimoniare: "Sono
andato con le mani alzate, mi hanno picchiato, la
prossima volta saro' pronto a difendermi!".
E altri esclamare: "Voglio giustizia e la voglio
subito!".
Ecco noi siamo veramente preoccupati per il modo
nel quale la sinistra, nel suo complesso, sta agendo.
Non parliamo tanto di questo o di quel gruppo politico
ma della cultura, del modo di intendere la realta'.
Ad esempio in questi mesi stiamo collezionando
disastri che qualcuno ha il coraggio di salutare
con entusiasmo.
La sinistra si e' presentata alle elezioni
divisa ed e' stata battuta e Bertinotti e l'Unita'
hanno detto: "Abbiamo vinto!"
In molti avevamo proposto di fare una festa
lontano da Genova come era accaduto per Porto Alegre
ed evitare di cadere nella trappola e di trovarci
con un morto e centinaia di feriti. E ci tocca di
leggere sul Manifesto proclami di vittoria perche'
comunque il corteo c'e' stato e non ci hanno
ammazzati tutti.
Scusate ma noi abbiamo un'altra concezione della
vittoria. Sembra addirittura che molti siano caduti
nella logica del "tanto peggio, tanto meglio!"
Sperate veramente che se ci picchiano piu' forte
il popolo italiano si ribellera'?
Avete un'idea della sofferenza come fattore
positivo per il progresso dell'umanita'?
Bisogna iniziare a ragionare in modo piu' razionale
cercando di capire che le azioni non devono solo
essere giuste ma anche efficaci. Andare a Genova ad
assediare il G8 era una scelta giusta, sacrosanta, ma
non aveva nessuna capacita' di aiutarci a far capire
agli italiani che i potenti del mondo stanno facendo
danni enormi a tutta l'umanita'. Altrettanto evidente,
e l'abbiamo ripetuto alla nausea, era che le
manifestazioni sarebbero finite in un massacro e
che i mass media legati al potere, cioe' quasi al
completo, ci avrebbero indicati come i colpevoli
di tutto.
Il Movimento non puo' consolarsi dicendo "Ma non e'
stata colpa nostra, sono gli altri i criminali." E'
vero che i criminali sono gli altri ma e' vero
anche che le loro azioni sono prevedibili come
quelle le telenovelas: il morto fa parte dell'audience.
Il Movimento deve scegliere se condurre azioni che
costringano l'avversario a fare certe mosse e non altre.
E' come a scacchi, se non ragioni sull'efficacia
delle mosse regali la partita all'avversario.
Da questo punto di vista i potenti del mondo, come
quasi sempre, sono stati molto piu' abili e efficienti.
Il loro obiettivo, spero che ora sia evidente a tutti,
era quello di trascinarci in una rissa per impedire
che la nostra voce venisse seriamente ascoltata.
Non c'e' nessuno all'interno del Movimento che non
abbia notato e detto e scritto che tutto il modo
nel quale le forze dell'ordine hanno gestito la
piazza sembrava proprio studiato per arrivare al
macello. Hanno difeso perfettamente, con le truppe
migliori la Zona Rossa, hanno mandato i ragazzi di
leva in prima linea, su mezzi che non reggevano
neppure le sassate, su mezzi non dotati di reti di
protezione, e hanno lasciato che
ufficiali incompetenti ordinassero manovre d'attacco
che piu' volte hanno messo a repentaglio la vita
degli agenti. Non hanno controllato il territorio
fuori dalla Zona Rossa, non sono intervenuti contro
il blocco nero, non si sono preoccupati che i
manifestanti pacifici venissero distinti dai violenti,
non hanno impedito che gruppi di agenti praticassero
ogni sorta di brutalita'. Loro sono riusciti a
manovrarci in modo efficiente. Hanno vinto a Genova e
stanno vincendo in tutta Italia perche' centinaia
di compagni stanno pensando a come vendicarsi di
tanta inumana violenza.
E il sospetto che molti dei Black bloc fossero
agenti speciali e provocatori provenienti da mezza
Europa con il compito di provocare dovrebbe far
riflettere almeno un istante.
E poi si scopre che 300 Black bloc sono restati
per 4 giorni a esercitarsi nel campo sportivo di
Quarto, a 400 metri da una caserma, e si sono
messi in tenuta da guerra sotto gli occhi della
polizia senza che nessuno intervenisse. E si
scopre pure che i vertici della polizia sapevano che
gruppi di nazisti stavano arrivando a Genova per
infiltrarsi nei cortei.

Forse qualcuno voleva proprio essere certo che ci
fossero scontri. Ne aveva l'assoluta necessita'.
Riprovano un vecchio gioco.
Portare il Movimento allo scontro.
Un centinaio di terroristi di sinistra ben
organizzati, incazzati e infiltrati sono quello
che vogliono ora. E sanno benissimo come si
costruisce un terrorista: picchia 100 ragazzi
pacifici e otterrai una belva assatanata di sangue!
Ma veramente pensate che abbiano paura di noi che
urliamo in piazza? O che qualche terrorista uccida
qualche poliziotto? Ma credete che temano
le petizioni, le denunce, i sit-in o le molotov?
Se volete capire come vanno le cose dovete guardare
gli indici azionari. E' quello il termometro del
benessere della nostra lotta. Berlusconi guarda
gli indici azionari e finche' stanno bene lui sa
di essere al sicuro. Le giornate di Genova hanno
lasciato gli indici indifferenti. Guardate invece
che cosa ha ottenuto il boicottaggio della McDonad's o
della Exxon: grave flessione delle vendite,
danno d'immagine, caduta del titolo in borsa,
milioni di dollari di capitalizzazione andati in fumo.
E' meraviglioso, puoi fare piu' danni non mangiando
un panino che tirando un sasso.


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