(Dal "forum" di italy.indymedia.org)

by ciro Nardinocchi 2:47pm Wed Jul 25 '01 (Modified on 4:16pm Wed Jul 25 '01) address: via Genova 97, 65100 Pescara , Italy phone: 085/4214898 cirohand@tin.it

resoconto del corteo del 21 luglio a Genova

Cerco in poche righe di comunicarVi quello che ho vissuto a Genova e quello che mi è toccato di sentire quando sono rientrato nella “civile” Pescara, sia udendo i notiziari nazionali sia ascoltando le persone che da casa hanno si sono gustate lo splendido film del fine settimana Le mani, l’unica cosa che ricordo nitidamente prima di essere avvolto dalle nubi dei lacrimogeni sono le mani alzate verso il cielo. Coloro che hanno vissuto le manifestazioni di Genova attraverso la televisione ricorderanno gli incendi, le scene di guerriglia, un ragazzo morto, ma per me, che quel giorno ero lì il ricordo più forte è dato da quelle mani alzate verso il cielo.
Purtroppo, però, dopo pochi istanti ho visto degli uomini travestiti da marziani distruggere quelle mani, offendere con la loro forza e la loro arroganza un grido di pace e di libertà. Ho visto poliziotti assalire famiglie intere, donne ed anziani che avevano come unico torto quello di pensare “fuori dal coro”.
Ci hanno malmenato in tutti i modi, e poi, una volta tornato a casa sento dire da qualcuno, che ha solo il coraggio di vivere ed ingrassare fregandosene non solo de terzo mondo, ma anche del proprio vicino di casa, che sono un drogato ed un violento.
No mi dispiace ma a tutto questo non ci sto. Insomma dicono i benpensanti che noi che abbiamo manifestato a Genova rappresentiamo la feccia della società, dicono che i pacifisti hanno deliberatamente nascosto i violenti, parlano di noi come artefici di un colpo di Stato fallito alla nostra salda , grassa ed inumana democrazia.
Mi dispiace Signori, ma purtroppo non è così. Certo così è più semplice, più comodo, più normale, più “per bene”. Ma non è così. Io con il mio gruppo sono arrivato a Genova sabato mattina, il giorno dopo l’omicidio di Carlo. Vedete il nostro non era certo un gruppo di attivisti delle tute nere, vi erano infatti famiglie intere, ragazzi di 20 anni, vecchi sindacalisti, e Ottorino, un vecchietto di 71 anni che pensava di trascorrere una giornata di pace insieme ai suoi giovani compagni.
Poche ore dopo ho visto un poliziotto ben protetto dal suo manganello, dal casco, e dalla maschera antigas, far inginocchiare sui rovi ed in mezzo al fumo acre questo vecchietto di 71 anni difeso dal suo cappello e dalle pesche che rotolavano da una busta della Coop.
Questo e quello che ho visto ed ho vissuto a Genova, insieme ad una corteo allegro e festoso, insieme alla carica che la polizia ha fatto su di un gruppo di quasi 20.000 persone sedute con le mani verso il cielo.
Dopo, una volta a casa mi sento dire che sono un violento, sento il ministro degli interni dire che i falsi pacifisti hanno difeso i violenti. Ma come! Forse il ministro non ha visto le tute nere picchiare i delegati dei Cobas o caricare gruppi di manifestanti di Legambiente, di Lilliput e del WWF, forse il ministro non ha visto la Polizia fare giustizia continuando l’opera delle tute nere a danno dei gruppi pacifici. No questo il ministro penso che non l’abbia visto.
Ovviamente le forze del dell’ordine si difendono dicendo che nella massa non è possibile fare distinzione e che sfortunatamente anche persone “innocenti” hanno potuto subire dei danni.
Falso! Falso ! Falso!
I gruppi non erano assolutamente mischiati tra loro. Erano perfettamente distinguibili e riconoscibili, erano identificabili e sapevano tutti dove potevano essere rintracciati. Io li accuso di aver colpito, sapendo chi stavano colpendo, accuso loro di aver avuto un comportamento fascista, nei confronti di coloro che protestavano pacificamente ed un comportamento lassista nei confronti dei veri violenti.
Vorrei ricordargli che l’art. 17 della costituzione sancisce il mio e l’altrui diritto di riunirmi e dimostrare pacificamente, e che l’art. 21 sancisce il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Questi miei diritti costituzionali a Genova mi sono stati negati, non per un atto di qualche balordo di passaggio, ma per mano di coloro che hanno giurato fedeltà a quella Costituzione che volontariamente hanno violato.
Una cosa però penso di averla compresa. Ho capito che in Italia e permesso manifestare e farsi ascoltare solo se il tuo pensiero non va a turbare il sonno comune dell’Italiano medio, ho compreso che se oltre a tua mamma ed al tuo condominio cominci a coinvolgere anche qualche passante il tuo livello di liberta di comunicazione tende ad essere limitato.
E bastato che un gruppo di persone tentasse di dare voce a delle recriminazioni che tendono a limitare il nostro ipocrita livello di benessere per portare il governo ed alle sue spalle la maggioranza del paese a reprimere quelle voci. Tutti sono in grado di parlare e giudicare, ma pochi sono coloro che hanno le palle per guardarsi dentro e fare i conti con la propria coscienza.
Termino questo mio sfogo con un saluto ad Ottorino ed alla sua busta della Coop, perché vedete la polizia, le tute nere e tutti gli altri violenti di questa terra non possono nulla di fronte alle armi di questo meraviglioso vecchietto.


Ciro Nardinocchi