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E' la fine della poverta'
di Jacopo Fo

Da molti anni avevo perso la speranza di poter vedere un mondo veramente migliore nel tempo della mia vita.
Svanito il sogno impossibile della rivoluzione comunista mi ero rassegnato ai tempi lunghi dell'evoluzione: il bene trionfa costantemente ma cammina a passo di lumaca.
Da tempo pensavo che se una nuova ondata di energia rinnovatrice fosse arrivata, sarebbe scaturita dalle terre martoriate del terzo mondo. Magari una nuova religione del sorriso... un Messia che parlasse alla gente del piacere della vita.
Pensavo che l'occidente fosse ormai un po' esaurito!
Un bel mattino di qualche mese fa mi arriva la prima vera buona notizia dal sud del mondo.
Il settimanale Diario segnala l'uscita di un libro inglese che racconta come i contadini poveri dell'Africa stiano fermando la desertificazione e sviluppando la fertilita' dei suoli con tecniche antichissime, in barba ai megaprogetti ONU, aiutati soltanto da poche e piccole associazioni di volontari. Poi, sempre su Diario, leggo che e' uscito "Il banchiere dei poveri" di un certo Mohamad Yunus (Feltrinelli), parla dell'esperienza del microcredito in Bangladesh. Lo compro e mi si apre un intero orizzonte.
Yunus e' un economista che 20 anni fa presto' 27 dollari a una quarantina di donne poverissime che dovevano ricorrere ogni giorno agli strozzini per comperare il bambu' per costruire uno sgabello che davano allo strozzino la sera. Non restava loro in tasca neppure il denaro sufficiente per mangiare.
Nasce cosi' la banca del microcredito che oggi concede prestiti individuali di pochi dollari a 20 milioni di persone in 56 paesi del mondo. I clienti, che sono anche i proprietari della banca, in quanto azionisti, sono in massima parte donne poverissime. In Bangladesh le donne sono il 98 % e la cosa e' veramente incredibile in questo paese mussulmano dove per tradizione le donne non possono toccare il denaro.
Ma queste poche parole non riassumono per niente il contenuto del libro che spiega come si sia riusciti in un impresa del genere adottando un punto di vista completamente diverso sulla poverta', la solidarieta' e i soldi. E' un libro di avventure, psicologia, complotti, colpi di fortuna... e idee formidabili come quella di concedere prestiti individuali solo a donne che riescano a trovare altre 4 donne che vogliano chiedere un loro prestito. Cosi', da subito, si portano le persone piu' povere a sperimentare la propria capacita' di far fruttare i rapporti umani e impegnarsi in un progetto che e' strutturalmente collettivo anche se tutti i finanziamenti vengono dati esclusivamente a singoli individui. Cioe' si usa l'individualismo borghese all'interno di una prospettiva di cooperazione socialista. E' geniale perche' evita il grande disastro delle cooperative che collettivizzando tutto fanno perdere il valore dell'individualismo. Chi ha vissuto in una comune sa benissimo di cosa parlo, si arriva sempre al dramma di "chi deve lavare i piatti 'sta sera?"
Grazie a queste idee libere da preconcetti e concrete questi pazzi sono riusciti a ottenere l'efficienza della banca, con una restituzione del 97% dei soldi, molto superiore a quella di qualsiasi banca tradizionale. E badate che i soldi vengono prestati in modo non caritatevole e paternalistico, le donne piu' povere del mondo non solo sono in grado di restituire i debiti ma pagano anche ottimi tassi di interesse. Oggi la prima compagnia di telefoni cellulari del Bangladesh e' di proprieta' della banca dei poveri con 36.000 vecchiette pezzenti dotate di telefono cellulare e pannello solare per ricaricarlo (nei villaggi non c'e' l'elettricita'). Vendono telefonate a 17 lire al minuto, nelle ore di punta. Quello che hanno inventato in Bangladesh e' insomma una via intelligente e potenzialmente inarrestabile a una rivoluzione del consumo e dell'impresa che lasciando intatta la forma del capitalismo ne stravolge il senso.
Gia' ero gasato da questo libro straordinario , poi l'altra notte su una di queste tv satellitari di documentari, che ormai trasmettono di tutto, passa un documentario incredibile sul movimento dei micro orti biologici in Sud America. Anche qui sono partiti 20 anni fa , il solito gruppo microscopico, fuori dai grandi sprechi degli aiuti internazionali, e hanno iniziato a insegnare ai disperati delle favelas del Cile a coltivare in modo ultraintensivo poche decine di metri di orto. Addirittura mettono delle gabbie sopraelevate dove allevano galline che concimano il terreno lasciando cadere i propri escrementi.
Grazie a questi nuovi tipi di progetti ci sono oggi decine di milioni di famiglie che sono uscite dalla poverta' piu' totale.
L'obiettivo di Yunus e' quello di raggiungere 100 milioni di poverissimi entro il 2005. A questa categoria di disperati appartengono, secondo le stime, 200 milioni di persone, diminuire del 50% la poverta' del mondo, in 6 anni, e' forse l'obiettivo piu' ambizioso e sublime al quale si possa aspirare. Pensare a un'enormita' simile e' possibile perche' ormai anche la Banca Mondiale ha cominciato a aprire la borsa a queste che sono le uniche iniziative che ottengono dei veri risultati.
Inizio a sperare che la miseria piu' nera sia scacciata dal nostro pianeta...
Ma la via aperta da questi eroi dell'intelligenza potrebbe avere anche una fantastica ricaduta in occidente portando a un nuovo modo di vedere la questione sociale.
In molti, in questi anni abbiamo cercato di organizzare i consumatori, in vari modi,  convinti che l'essere consumatori sia un elemento di unificazione e di forza per la maggioranza dei cittadini; organizzare i consumatori intorno alla bandiera della qualita' totale del prodotto e dei modi di produzione e' un punto nodale nella lotta per l'umanizzazione del capitalismo.

Simone Canova, Jacopo Fo, Gabriella Canova, Maria Cristina Dalbosco e Manuela Spacca
www.alcatraz.it