Chi ha bisogno del Grande Fratello ?
By Ferry Byte


La domanda e' legittima in un momento in cui - a causa dei tragici eventi delle torri gemelle di NYC - una richiesta di maggior controllo proviene non solo dai vertici istituzionali e militari ma e' addirittura auspicata dalla popolazione nel suo complesso.

Ce lo ha spiegato bene Bossi che dagli scippi agli attentati di varia natura il nemico e' pur sempre il clandestino da regolamentare e controllare in maniera sempre piu' stretta e questo tipo di ragionamento trova facilmente appiglio nel legittimo desiderio di autodifesa dell'uomo della strada sia esso a passeggiare per strada con una valigia oppure a visitare le torri gemelle in gita di piacere.

C'e' pero' qualcosa di molto marcio in questo modo di ragionare: la guerra, questa parola che riecheggia ora con paura in mezzo a noi esiste in realta' da molto tempo, il sud contro il nord, l'est contro l'ovest e piu' trasversalmente la battaglia fra un settore privilegiato del pianeta ed uno molto piu' disgraziato miete vittime - e a migliaia - tutti i giorni.

Un modello economico e politico globale impone ecatombi ogni giorno per aids, per malattie molto piu' drammaticamente banali come la diarrea, per conflitti locali, per stenti ecc. in nome di un mercato che deve spargere armi a piene mani ma limitare l'uso di medicinali per motivi brevettuali.

Eppure di questa guerra ci accorgiamo ipocritamente e cinicamente solo quando ci coinvolge seppure in maniera relativamente marginale: scatta allora la sensazione di panico di perdere i privilegi fortunatamente ereditati in varia misura per essere nati a una latitudine felice.

Cosi', malgrado la Chiesa stessa e pure qualche editorialista di "destra" si esponga nel ricordare che talune drammatiche tensioni e possibilita' di feroci rivalse possono essere sopite solo da una politica internazionale che quanto meno attenui la disparita' di aspettativa di vita nel mondo il problema diventa poter controllare piu' efficacemente sotto un proflo strettamente militare e poliziesco lo stato delle cose presenti compreso le attivita' informative e comunicative delle reti telematiche.

L'FBI minaccia di installare un software dall'esplicativo nome di Carnivore su ogni provider americano per controllare il traffico locale, il governo italiano si dice impegnato nella ricerca di attivita' di monitoraggio di vario tipo che coinvolgano anche le reti telematiche oltre che quelle telefoniche.

Con questa mia breve disamina voglio mettere pesantemente in dubbio che questa sia la strategia migliore per "controllare la situazione" e che invece ci troveremo tutti - bravi cittadini e dissidenti - un domani tutti piu' insicuri proprio a causa di questi controlli.

Sta emergendo timidamente dalla gestione spettacolare dei media della vicenda che tutti i nomi degli attentatori erano conosciuti e pure le loro strategie anche se non ritenute possibili proprio perche' cosi' improbabili all'apparenza.

Il problema non e' stato non sapere ma non aver saputo valutare talune informazioni mescolate in mezzo al mare di informazioni che i vari servizi di intelligence rigirano ai settori politici e militari decisionali.

Se la CIA, l'FBI, Echelon, l'NSA e quant'altro non hanno saputo analizzare le informazioni in loro possesso e valutarne la precisa attendibilita' probabilmente anche per un problema di eccesso di informazioni di questo tipo cosa succedera' un domani quando questo mare diventera' un oceano ancor piu' difficile da governare ? semplice: ancor piu' informazioni strategiche passeranno inosservate mescolate in mezzo a tutte le altre.

Cosa succedera' quando questi campioni dell'inefficienza saranno impegnati nel monitorare tutto ma proprio tutto il traffico telematico (come sembra prospettarsi in questi gorni) compreso mezze frasi ingenue ma interpretabili in mille maniere oppure messaggi totalmente innocenti ma per abitudine magari criptate in pgp ?

E' un problema non troppo diverso dal ranking dei motori di ricerca quando interrogando ad esempio google su un determinato argomento non sappiamo se la notizia interessante sara' quella che ci appare fra le dieci della prima schermata oppure la quarantamillesima che non potremo mai avere il tempo di sfogliare.

Allora il problema da un punto di vista della "sicurezza" non e' mantenere in piedi servizi che quando non organizzano omicidi e stragi politiche direttamente ne sono oggettivamente conniventi quanto meno per un problema di incapacita' ma affrontare le questioni con un senso politico e quindi magari immaginarsi qualche vendetta odiosa proprio perche' tanto odio si e' scatenato con bombardamenti militari (kosovo, iraq ecc.) e politiche economiche che hanno mietuto vittime fra la popolazione civile in gran
quantita' in mezzo mondo.

Da un punto di vista strettamente telematico la tragedia di NYC non puo' essere presa a pretesto per mettere in piedi ulteriori sistemi di monitoraggio nel consueto tentativo di limitare le liberta' individuali e collettive di espressione - magari di dissenso -  in nome di una maggiore sicurezza che come ho provato a dimostrare ha ben poche basi razionali su
cui appoggiarsi.

E' il momento invece di rilanciare un senso politico della sicurezza ma anche un senso sociale della stessa cercando di preservare e diffondere quei modelli sociali di comunanza che possono essere i soli garanti della nostra serenita' nel vivere quotidiano; mi ha colpito l'intervista a una persona anziana abitante vicino ad una delle villette del nord-est dove si e' consumato l'ennesimo misterioso dramma familiare: "sentiamo suonare l'allarme ma nessuno conosce il proprio vicino, ci affacciamo e pensiamo: sara' successo qualcosa ? poi dopo un po l'allarme smette di suonare e rientriamo pensierosi in casa..." io abito in un paese di provincia dove nessuno si fa i fatti suoi (purtroppo) ma neanche c'e' bisogno delle sbarre al pian terreno o al primo piano alle finestre perche' basta una "vociata" che tutti accorrono a vedere cosa e' successo perche' il vicino lo si conosce bene ed in qualche maniera "ci si preoccupa".

Da un punto di vista piu' strettamente telematico, imho, e' peraltro necessario denunciare la falsita' delle esigenze di ulteriori controlli quantunque anche sotto un profilo tecnico e allo stesso tempo promuovere maggiormente quegli strumenti come gli anonymous-remailer, la crittografia pesante basata su programmi di cui si conosce il codice sorgente ecc. che cerchino di arginare almeno in parte la deriva di controllo digitale che ci aspetta nei prossimi tempi.

Contemporaneamente al fine di non combattere solo una battaglia resistenziale valorizzare le attivita' di quei collettivi come http://www.italy.indymedia.org o http://www.tmcrew.org che tanto producano in termini di informazione indipendente riflettendo anche su taluni aspetti dell'accessibilita' dell'informazione.

E' stato interessante durante la giornata dell'attentato alle tween towers constatare che gli unici servizi informativi che hanno retto l'impatto dell'esigenza delle persone di informarsi anche via Rete di quanto stava succedendo sono stati quelli dedicati alle persone cieche - come la versione specifica di televideo - oppure quelli riformulati in senso molto leggero (senza oggetti inutili e pesanti sotto il profilo della connettivita') proprio nella speranza di bypassare i problemi di traffico pesante sulla Rete web.

Ancora una volta l'accessibilita' dell'informazione Web ha mostrato il suo lato funzionale alla faccia di chi - anche nel settore pubblico e malgrado le ricorrenti regole AIPA in merito - si ostina a presentare delle fantasmagoriche pagine proibite al popolo dei disabili visivi e non solo.

Contemporaneamente il
Nestrike - la forma di corteo elettronico - e' stato oggetto di un attacco censorio su cui non mi soffermo in quanto dibattuto a lungo anche sulla scena internazionale.

Al fine quindi di avere un impatto "offensivo" verso questa politica di censura dell'espressione politica in Rete e al tempo stesso cercando di veicolare contenuti ben qualificati relativamente al diritto dell'accessibilita' dell'informazione Web propongo di realizzare un netstrike contro due siti simboli dell'inaccesibilita' di servizi pubblici sul web quali sono le homepage delle Ferrovie dello Stato e del Comune di Milano (giusto per dare un esempio nazionale ed uno locale di malgestione della cosa pubblica) e al tempo stesso rivendicare cosi' la legittimita' del netstrrike come forma di espressione politica.

Potrebbe essere una maniera di esorcizzare alcune paure prendendo coscienza della potenzialita' del nostro media-attivismo !



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