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Questo è un messaggio per Commissioner Emma Bonino

Roma, 5 aprile 1998

Cara Emma,

Ti ho scritto prima su questioni economiche e politiche ma oggi voglio portare alla tua attenzione un problema che mi sta molto a cuore sul quale credo di poter parlare anche per un considerevole numero di altre persone in Italia.

Il problema è quello della prossima elaborazione, da parte della Commissione Europea, di una direttiva sui prodotti vitaminico/minerali, i cosiddetti integratori alimentari.

Io sono un consumatore abituale di vitamine che integrano la dieta giornaliera, e li prendo a dosaggi che qualcuno potrebbe anche chiamare alti. Cos'è, per resistere allo stress ed all'inquinamento prendo per esempio due grammi di vitamina C al giorno, circa 400 unità di Vitamina E, e tutta una serie di altre vitamine e minerali che non vorrei stancarti di elencare. Fatto è che sto benissimo ed in ottima salute. Il concetto è quello di una "prevenzione attiva" che mi permette di dare al mio fisico quanto richiede di nutrienti non solo per sopravvivere, ma per stare bene ed essere pieno di energia.

Oltre ad essere consumatore di questi prodotti sono anche commerciante (importo questi prodotti dagli USA) ma questo messaggio lo scrivo perché sono soprattutto un consumatore e perché credo di parlare anche per un gran numero di consumatori italiani, quelli che non scrivono perché non hanno idea che all'indomani potrebbero perdere la possibilità di integrare la loro alimentazione in questo modo a causa di una regolamentazione emanata dalla Commissione Europea.

Sta di fatto che alcuni interessi industriali (farmaceutici) vorrebbero assicurarsi un'esclusiva sul futuro business di questi prodotti a discapito della disponibilità e alla varietà dei prodotti e naturalmente con riflessi sui prezzi perché verrebbero protetti da ogni concorrenza, se non quella tra le case farmaceutiche stesse, che notoriamente non è di quelle più feroci.

Oggi esistono produttori di prodotti naturali che producono gli integratori vitaminici/minerali ad alto dosaggio e questi vengono venduti liberamente in diversi paesi del mondo anglosassone (incluso il Regno Unito) oltre all'Olanda e al Portogallo, e vengono tollerate in altri paesi (incluso l'Italia).

Oltre alle industrie farmaceutiche però, ci sono anche le autorità sanitarie dell'Italia che credono di non dover permettere alti dosaggi di vitamine alla popolazione. Le preoccupazioni non sono di ordine sanitario, cioè non c'è paura di effetti negativi o tossici, ma sono di "mancanza di razionalità". I funzionari ministeriali mantengono che non sia "razionale" prendere le vitamine ad alti dosi per prevenire, soprattutto perché all'interno del mondo medico non si è ancora fatta strada una filosofia della prevenzione basata sull'alimentazione.

Dicono che è sufficiente prendere le vitamine ai livelli RDA e che perciò la vendita di questi prodotti sopra le RDA dovrebbe essere solamente in farmacia come medicinali da banco. Questa filosofia è la stessa che ci ha portata all'esplosione del caso di Bella in Italia, la restrizione di tutto quello che è nuovo perché "non razionale" secondo alcuni funzionari e alcuni lustri medici.

Comunque Io sento un beneficio molto forte dal consumo di questi prodotti e so che non ci sono solo.

Vorrei perciò chiedere il tuo intervento quale Commissario UE per i consumatori affinché sia possibile conservare e semmai ampliare questa possibilità di scelta da parte dei consumatori.

Un cordialissimo saluto

Josef Hasslberger