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Un'altra balla sulla vitamina C

Forse avete sentito il "fatto" sulla vitamina C, riportato dai quotidiani con grande risalto nel mese di marzo 2000: la vitamina sarebbe causa di rischio cardiovascolare. La Leva di Archimede è riuscita ad ottenere un commento dall'autorevole "Linus Pauling Institute", che riportiamo qui di seguito.

La ricerca, che accusa la vitamina C di causare ispessimento delle pareti arteriose e così di contribuire allo svilupparsi dell'aterosclerosi, è stata portata all'attenzione pubblica il 2 marzo scorso dal dr. James Dwyer in un incontro dell'American Heart Association a San Diego. Gli stessi ricercatori avevano definito il risultato della ricerca una "sorpresa" ed hanno aggiunto che altri esperimenti saranno necessari per determinare se gli integratori di vitamina C possano veramente causare dei danni. Nonostante queste riserve, la notizia è stata avidamente assorbita dai mass media e riportata in toni allarmanti, senza pensare a porla nel contesto giusto e avvertire che si tratta di uno studio non confermato.
La ricerca di Dwyer indica che il consumo di 500 mg di vitamina C al giorno per almeno un anno causa un'ispessimento più veloce delle pareti della carotide, rispetto a chi non ne consumava. Questo risultato è però in diretta contraddizione con un'altra ricerca pubblicata nel 1995 sulla rivista della stessa American Heart Association, che ha trovato una riduzione significativa dello spessore delle pareti arteriose nelle persone al di sopra dei 55 anni che consumavano più di 982 mg di vitamina C, in confronto con altri che ne consumavano meno di 88 mg al giorno.
Se fossero veri i risulati di Dwyer e colleghi, le persone che prendono integratori di vitamina C dovrebbero morire per causa di attacchi cardiaci più facilmente delle persone che non ne prendono. Invece non è vero per niente, non c'è nessuna conferma scientifica in questo senso. Anzi, molti studi epidemiologici hanno indicato che il consumo di vitamina C è associato ad una riduzione delle malattie croniche, anche quelle cardiovascolari.
Una ricerca epidemiologica molto estesa pubblicata nel 1992 ha mostrato addirittura una riduzione del rischio di malattia cardiovascolare del 45% negli uomini e del 25% nelle donne.
Non esiste una singola ricerca epidemiologica ne uno studio clinico che abbia trovato uno straccio di prova di incremento di attacchi cardiaci nelle persone che consumano integratori di vitamina C! Più di venti studi clinici dal 1996 in poi indicano tutti effetti benefici della vitamina C per il rilassamento delle arterie. La vasodilatazione è un fattore importante nella prevenzione degli attacchi cardiaci. Questi effetti benefici sulla normalizzazione della capacità dei vasi di dilatarsi furono osservati anche in pazienti con angina, insufficienza cardiaca, alti livelli di colesterolo, ipertensione, diabete e nei fumatori.
La ricerca di Dwyer, oltre a non essere ancora stata valutata dai colleghi o pubblicata in una rivista scientifica, presenta alcuni punti oscuri: la misurazione delle pareti arteriose è estremamente difficile e non si sa se sono state seguite tutte le procedure per escludere errori. Una ricerca del tipo epidemiologico non è idonea a stabilire che l'effetto osservato (se confermato) sia veramente causato dal consumo di vitamina C.

In conclusione, il Linus Pauling Institute consiglia alle persone che consumano integratori di vitamina C di continuare a farlo. Non c'è affatto nessuna prova scientifica che la vitamina C sia causa di malattie cardiovascolari, anzi le evidenze scientifiche indicano il contrario: una chiara riduzione dei rischi!


Non si intende far utilizzare le nozioni contenute in queste pagine per scopi diagnostici o prescrittivi.
Per qualsiasi trattamento o diagnosi di malattia, rivolgetevi ad un medico competente.