.: La nostra lettera :.



Gentile deputato,

Le scriviamo come componente o membro sostituto del Comitato Ambiente e Salute Pubblica, e comunque come membro del Parlamento Europeo.

Nelle prossime settimane Le verra' chiesto di pronunciarsi su una direttiva che dovrebbe dare regole certe in materia di INTEGRATORI ALIMENTARI.

Come Lei sa, questi prodotti contengono sostanze nutrienti, a cominciare da vitamine e minerali, e altre sostanze che vengono assunte per il loro effetto benefico e salutare.

Gli stati membri hanno raggiunto una "posizione comune", frutto di compromessi sul testo della direttiva, tuttavia permangono gravi perplessita' sul testo e sulla successiva messa in atto dei meccanismi di controllo proposti da esso.

Questi meccanismi quali la determinazione dei limiti massimi di dosaggio e l'approvazione o meno di sostanze che forniscono vitamine e minerali, saranno gestiti a livello di pura decisione amministrativa, senza piu' alcuna possibilita' di intervento del Parlamento e perfino dei governi degli stessi stati membri.

Molti consumatori di questi prodotti chiedono a Lei ed agli altri deputati del Parlamento Europeo un intervento che salvi la libera disponibilita' di integratori con dosaggi ed ingredienti che siano efficaci nella prevenzione delle malattie e in grado di ottimizzare la loro salute. Queste persone chiedono garanzie che i prodotti oggi disponibili un po' dappertutto non spariscano dal mercato a causa di una direttiva europea restrittiva come quella sotto discussione.

Lei avra' forse ricevuto un grande numero di messaggi di posta elettronica da persone che sono - a nostro avviso giustamente - preoccupate per la possibilita' di trovarsi in futuro senza certi prodotti naturali che hanno loro salvato la vita oppure hanno reso la loro esistenza tollerabile, spesso dopo aver tentato senza esito di risolvere problemi di salute con la medicina allopatica.

Oltre a persone che scrivono e protestano direttamente, molti consumatori hanno scelto di esprimere la loro preoccupazione in una petizione via internet, allestita dalla nostra associazione - La Leva di Archimede. Questa petizione, che gia' porta piu' di 25.000 firme di consumatori, puo' essere consultata direttamente in internet sul sito de La Leva:

http://www.laleva.cc/petizione/italiano/intro_it.html

La direttiva sotto esame

La direttiva proposta dalla Commissione ed accettata in linea di principio dagli stati membri, potenzialmente

- lede l'interesse dei CONSUMATORI introducendo restrizioni sulla disponibilita' di prodotti molto popolari per il mantenimento della salute;

- va contro l'esercizio delle MEDICINE NON CONVENZIONALI, limitando la futura disponibilita' di uno strumento importantissimo - i prodotti nutrizionali;

- sara' un DISASTRO PER LA PUBBLICA SALUTE, perche' elimina uno strumento PREVENTIVO di grande importanza;

- e' un provvedimento CONTRO LA PICCOLA E MEDIA INDUSTRIA europea dei prodotti nutritivi per la salute, che si trovera' spiazzata in un mercato "a misura dei grandi giocatori";

ed infine

- portera' immensi GUADAGNI ALLE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE istituendo un mercato "a misura loro".

Sono affermazioni serie queste, che non facciamo a cuor leggero, e siamo pronti a spiegare meglio:

Restrizioni alla liberta' di scelta

Sia il proposito di richiedere l'approvazione di tutte le sostanze fonti di vitamine e minerali (vedi annessi alla direttiva), sia quello di limitare i dosaggi impiegabili, (vedi art. 5) inevitabilmente elimineranno dal mercato europeo molti prodotti perfettamente innocui oggi disponibili. Basta sapere che sono piu' di trecento le fonti di vitamine e minerali escluse dagli elenchi annessi alla direttiva.

Inoltre, l'SCF, il Comitato Scientifico per gli Alimenti, nel suo lavoro di fissare limiti massimi di non tossicita' per le sostanze nutritive ha gia' rifiutato di fissare limiti per alcuni nutrienti, non a causa di una presunta tossicita' bensi' perche' non ritiene necessario fissare codesti limiti "perche' non ci sono", a dire dell'SCF "ragioni di necessita' nutritiva" per assumere questi nutrienti. L'SCF ha anche bocciato diverse forme di lieviti ricchi di minerali come fonte di questi minerali perche', sempre secondo l'SCF "troppo facilmente assorbibili".

Non ci si puo' certamente aspettare che il diritto della liberta' di scelta dei consumatori sia rispettato dopo il passaggio della direttiva sotto esame.

Le medicine non convenzionali nesessitano di questi prodotti

Lo stesso Parlamento Europeo, nella sua risoluzione A4-0075/97 sullo stato delle medicine non convenzionali, ha chiesto alla Commissione Europea di proporre una direttiva europea sugli integratori alimentari con il proposito di garantire norme di buona fabbricazione "senza restringere la liberta' di scelta dei consumatori". La risoluzione chiede inoltre di "far si che gli operatori (delle medicine non convenzionali) possano raccomandare l'uso di questi prodotti".

Secondo la nostra analisi, la proposta di direttiva non tiene conto del fatto che nell'esercizio delle medicine non convenzionali gli integratori di vitamine e minerali vengono utilizzati spesso e con grande successo. La direttiva non fa affatto nessun riferimento all'uso di questi prodotti nelle medicine non convenzionali.

Proprio i prodotti ad alto dosaggio e le formulazioni speciali verranno ELIMINATE dalla direttiva, mettendo in serio pericolo l'esercizio delle alternative alla medicina "ufficiale", quella medicina che ormai da anni e' completamente dominata da un paradigma esclusivamente farmaceutico.

Proponiamo che il Parlamento Europeo senta i rappresentanti delle medicine non convenzionali che utilizzano terapie nutritive, per rendersi conto del reale impatto che le disposizioni della direttiva avranno sul loro lavoro e sulla disponibilita' degli strumenti terapeutici.

La salute pubblica e le vitamine negli integratori

E' un fatto ormai appurato da anni, che molte delle cosiddette "malattie moderne", incluso il cancro e le malattie cardiovascolari, si potrebbero prevenire agendo sulla nutrizione. Le autorita' di vari stati membri stanno conducendo campagne in questo senso ("mangiate la frutta e le verdure in abbondanza", "la dieta mediterranea e' salutare" ecc.). Percio' limitare l'accesso alle sostanze nutritive attraverso una direttiva che abbassi i dosaggi disponibili, oppure che limiti severamente quali sostanze siano disponibili, ci sembrerebbe un'azione tutta contraria allo spirito delle conoscenze scientifiche sulla nutrizione.

Se da una parte l'Unione Europea ed i suoi stati membri fanno sforzi per educare i cittadini a mostrare maggiore consapevolezza della salute nelle loro scelte alimentari, sembra controproduttivo limitare dall'altra parte la scelta dei prodotti nutritivi disponibili a quelle persone che gia' si preoccupano di integrare con certi nutrienti la loro dieta!


La piccola e media industria soffrira'

Tradizionalmente i prodotti nutritivi e comunque naturali per la salute vengono prodotti da imprese di taglio piccolo e medio, e vengono distribuiti attraverso una rete di negozi specializzati nella vendita di prodotti naturali, biologici, integrali, ecc. In Italia questi sono circa 4000 erboristerie e in tempi piu' recenti veri e propri centri dell'alimentazione naturale.

Data la probabile eliminazione di molti prodotti oggi esistenti sul mercato e data altresi' la rigidita' imposta da elenchi di ingredienti super controllati che stroncheranno sul nascere ogni innovazione nella formulazione dei prodotti, questi produttori non riusciranno piu' a difendersi da una schiacciante concorrenza delle multinazionali del farmaco.

Gia' adesso le multinazionali stanno manovrando per entrare in questo mercato allettante attraverso i cosiddetti prodotti "nutraceutici", "cosmeceutici", "alimenti funzionali" e cosi' via.

Le procedure di legislazione comunitaria richiedono che venga fatto uno studio dell'impatto economico di nuove misure comunitarie sulle imprese piccole e medie. Chiediamo che venga fatto e reso pubblico questo studio sull'impatto che la direttiva in discussione avra' sulla piccola e media impresa.

Le imprese coinvolte sono produttori locali, distributori intermedi e negozi di prodotti naturali nei vari paesi dell'Unione Europea. I posti di lavoro messi in pericolo dalla direttiva saranno pure poca cosa nei confronti degli effetti sulla salute pubblica, ciononostante questi sono effetti importanti sul tessuto economico che meritano uno studio approfondito.

I guadagni delle multinazionali

Le multinazionali del farmaco stanno gia' entrando di forza sul mercato dei prodotti naturali rilevando alcune aziende del settore. Verranno ulteriormente fovorite in questa rapace "campagna di acquisti" volta ad una completa dominanza del mercato, dalla Direttiva sotto discussione.

Le procedure di approvazione di nuove sostanze ingredienti da aggiungere agli elenchi annessi alla direttiva sono del tipo "valutazione farmaceutica". Per ogni sostanza, i costi si aggirano su circa centomila Euro, costi che solo una grande impresa si puo' permettere di affrontare. Gli elenchi "di base" gia' oggi allegati alla direttiva riportano solo le sostanze gia' in uso nei prodotti farmaceutici da vari decenni, cioe' impiegabili dalle stesse multinazionali del farmaco senza ulteriori costi.

Le formulazioni di piu' recente introduzione (da parte dell'industria degli integratori) sono in genere migliori sotto il profilo della biodisponbilita', ma con la direttiva dovranno affrontare notevoli costi aggiuntivi, con la possibilita' di "non essere approvate" per qualche cavillo, a tutto vantaggio delle imprese multinazionali.

I prodotti con dosaggi alti di vitamine e minerali vengono quasi esclusivamente da produttori piccoli e medi, e sono destinati ad un mercato altamente specializzato di consumatori ben informati e di persone che consultano specialisti delle medicine non-convenzionali. Questo mercato sara' certamente eliminato dalla direttiva in discussione. I prodotti saranno semplicemente "non piu' disponibili", perche' trattandosi di una nicchia di mercato altamente specializzata, nessuna delle grandi multinazionali ne fornira' i prodotti necessari, semplicemente perche' non vedra' richiesta sufficiente per giustificare una costosa registrazione come prodotto medicinale.

La nostra domanda allora e':

E' vero che, come molti dicono, l'Unione Europea e' "fatta dalle multinazionali per conto delle multinazionali"?

Ci auguriamo che non sia cosi' e che la direttiva sugli integratori venga abbandonata.

Certamente nella forma attuale questa direttiva e' un dono alle grandi compagnie multinazionali del farmaco piuttosto che un provvedimento nell'interesse della salute pubblica.

Il mercato degli integratori, dopo l'avvento della direttiva sara' si' "ben regolamentato", ma a tutto vantaggio di un'industria del farmaco che si sta dimostrando incapace di stimolare la PREVENZIONE, dato che i suoi maggiori introiti derivano dalla MALATTIA.

Sperando in un Suo gradito riscontro, porgiamo i nostri piu' cordiali saluti

La Leva di Archimede - Roma
Associazione di consumatori per la liberta' di scelta

Il presidente
Vitale Onorato