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CORRUZIONE FARMACEUTICA, INFORMATORI PENTITI,
ANIME BELLE E "MANIFESTO ETICO"

Spettabile Redazione,

mi riferisco all' articolo " Ricchi premi e cotillon alla lotteria della salute" su " Panorama " dell' 1 maggio scorso, certamente non per confutarlo, semmai per confermare ed aggravare quanto vi è scritto, ma per completare il quadro della situazione che anche dalle confessioni dell' "Informatore pentito" non appare del tutto completo.

  1. Esistenza di norme di legge inequivocabili.
    Intanto, per prima cosa, occorre dichiarare che il termine " Informatore pentito" non è realistico perché gli informatori hanno ben poco di cui pentirsi. Essi sono i passivi ed intimoriti esecutori di decisioni prese dalle Direzioni Marketing o Direzioni Vendite illegalmente poste ai vertici delle Organizzazioni esterne delle aziende farmaceutiche. Si tratta di decisioni illegali perché la Legge di riferimento ( Decreto Legislativo 30/12/1992 n. 541 ) stabilisce che gli Informatori Scientifici, (da ora ISf), dipendano dal "Responsabile del Servizio Scientifico". Questa norma non è campata per aria, ma discende direttamente dalle normative che regolamentano, da sempre, l' attività sanitaria in tutto il mondo.
    Tali normative stabiliscono che il medico prescriva la terapia nell' esclusivo interesse del paziente e secondo " scienza e coscienza". Di conseguenza, qualsiasi pressione di carattere commerciale è illegittime e costituisce reato.
    Come costituisce reato l' evidente elusione degli articoli 9, comma 6, e 14 del D.Lgs 541 / 92 citato. L' ISf è tenuto ad informare il medico e non a fare propaganda ai prodotti dell' azienda da cui dipende, mentre le Imprese farmaceutiche chiedono all' ISf soltanto il fatturato e valutano ogni ISf sulla base del fatturato ottenuto nella sua zona. Ciò contrasta anche con il Decreto del Ministero della sanità del 23 giugno 1981, secondo cui l' informazione scientifica sui farmaci è finalizzata al contenimento del loro consumo. Norma del tutto logica, etica, mai attuata per colpa del Ministero stesso. L' organo responsabile dei controlli infatti, il Ministero della sanità, non ha mai indagato sulla sua effettiva applicazione, malgrado le innumerevoli denuncie ad esso pervenute ed inviate dalle Associazioni sindacali degli ISf che si attenevano, denunciando il malcostume, a disposizioni di legge finora mai revocate. [ Gli Informatori Scientifici sono tenuti a collaborare con il Ministero della sanità, anche con suggerimenti e indicazioni, al fine di assicurare il corretto ed ottimale svolgimento dell' attività di informazione sui farmaci. ( D.M. 23 / 06 / 1981 art. 10 ) ]
    Lungo sarebbe l' elenco delle inadempienze più o meno consapevoli degli Organi di controllo, che pure dovrebbero vigilare nell' interesse dei cittadini. Perché pochi reati sono più gravi e forieri di conseguenze deleterie quanto una informazione scientifica sui medicinali falsa e finalizzata alla propaganda più grossolana, come quella che si basa sulle regalie o sulla corruzione più brutale. In particolare nel nostro paese nel quale fino a pochi anni orsono non era obbligatorio l' aggiornamento medico, ( ed ancora a tutt' oggi le cose non sono di fatto migliorate ), gli abbonamenti a riviste scientifiche indipendenti sono state sempre molto rare e di conseguenza è stata molto facile la mistificazione scientifica prodotta dalle Aziende farmaceutiche. Oggi possiamo contare su un indubbio miglioramento del Bollettino di Informazione sui farmaci distribuito dal Ministero della salute, ma nessuno può garantire che questo strumento di informazione sia letto. Anzi, ci risulta il contrario.
    In conclusione: non c' è soltanto una logica ed un' etica che devono governare l' utilizzazione dei medicinali, specie in un sistema di somministrazione gratuita a carico della Collettività, ma ci sono anche Norme di legge quanto mai dettagliate che non lascerebbero scampo ai delinquenti se gli organi di controllo svolgessero la loro funzione.

  2. Gli Informatori Scientifici hanno sollecitato per primi le Leggi in favore della Collettività ed a tutt' oggi ne sono gli unici difensori oltre ad essere promotori di altre Leggi.
    Il Ministro della salute ha escluso gli Informatori scientifici dalla firma del "Manifesto Etico" e dal tavolo permanente di confronto con le altre categorie professionali interessare: distributori intermedi, farmacisti, medici.
    Ciò costituisce una grave negazione della professionalità degli ISf, che a parole si intende sostenere col Manifesto Etico stesso e con la dichiarata intenzione di voler approvare in Parlamento la Legge istitutiva dell' albo della categoria. In ogni caso, la professionalità dell' ISf è un fatto compiuto per la presenza di Leggi italiane ed europee che ne delimitano l' impiego, e ciò equivale di fatto ad un Codice Deontologico pubblico, strettamente collegato con la socializazione dell' informazione. Anche l' esclusione di altre professionalità riconosciute che rientrano comunque nella problematica in quanto Ordini cui sono iscritti molti ISf, come i Biologi, Chimici, Veterinari, dimostra che non si vuole fare sul serio.
    Ben diversa fu l' intenzione della nostra Associazione Sindacale di Categoria quando, nel 1997, propose un protocollo di intesa per la costituzione della <Consulta Paritetica sul farmaco e l' assistenza farmaceutica >.
    Attorno a questo tavolo permanente avrebbero dovuto sedere tutte le Organizzazioni effettivamente interessate alla libera e corretta circolazione dei medicinali, dal Ministero alla Società Civile rappresentata dalle associazioni di Consumatori ed Utenti e da quelle di malati di particolari patologie; dagli Ordini professionali ai Collegi di infermieri e Ostetriche, Associazioni di altre categorie di operatori della salute ancora senza ordinamento professionale, agli Informatori Scientifici; dalla Farmindustria ai Sindacati ed al Volontariato. Questa iniziativa fu esplicitamente lasciata cadere così come a suo tempo il noto Duilio Poggiolini, allora Direttore generale del Dipartimento farmaceutico del Ministero della sanità fece decadere la Commissione ministeriale che, sulla base della Legge 833 / 78 istitutiva del S.S.N. avrebbe dovuto essere rappresentativa delle categorie professionali interessate, ISf compresi, nel controllare l' attività di informazione scientifica sui farmaci e dare impulso alla circolazione di informazioni non solo di interesse farmaceutico anche attraverso corsi di aggiornamento. " Il Ministero della sanità avrà cura di promuovere, organizzare, sopraintendere e sorvegliare iniziative finalizzate all' aggiornamento ed arricchimento professionale degli ISf, che possono essere svolte anche dalle regioni" [ D.M. 23 / 06 / 1981, art. 6 comma 7 ].
    Il D.M. 23/06/81, che aveva visto per la stesura anche la partecipazione degli ISf, si proponeva infatti tra gli altri lo scopo di istruire periodicamente gli Informatori in parallelo ed al di fuori e dagli stereotipi di tipo commerciale propri delle Case farmaceutiche, col proposito di rendere la professione effettivamente utile per l' aggiornamento degli operatori sanitari favorendo la diffusione di informazioni corrette.
    Queste ed altre iniziative legislative, come l' elaborazione della Direttiva 92 / 28 C.E.E., divenuta il D.Lgs 30 / 12 / 1992 n. 541, hanno visto sempre la partecipazione attiva delle Associazioni rappresentative degli ISf che si sono battute nell' esclusivo interesse della Collettività. Questo è anche il fine ultimo della lotta parlamentare per l' ottenimento dell' Riconoscimento Giuridico e dell' Ordinamento Professionale ( Albo ), iniziatasi nel lontano 1953 e sempre combattuta contro forze economiche ben poco propense a favorire l' interesse collettivo. Uno dei primissimi promotori dell' Albo professionale, il dottor Manlio Spadoni, ha continuato la sua lotta fino a tarda età, con la pubblicazione di un testo ormai classico: " Pericoli da farmaci" e con l' invio mensile, protratto per anni, di lettere circolari ai quotidiani ed ai settimanali di commento e critica alle iniziative propagandistiche delle Industrie del farmaco. Queste denuncie sono state frequentemente pubblicate dai Media e sono state anche raccolte in volumi che si pregiavano della prefazione entusiastica di illustri maestri della farmacologia universitaria. A fronte di queste denuncie dettagliate il Ministero della sanità non è mai intervenuto. Anche lo scrivente ha svolto attività di denuncia per circa un decennio sul periodico decadale " La Coscienza del Medico" , giunto alla diffusione di 55.000 copie, con la medesima audience presso il Ministero. La stessa denominazione di "Informatore Scientifico" è nata nei nostri ambienti con lo scopo di imprimere un' immagine consona al ruolo previsto dalla Legge. Precedentemente, il termine più in uso era quello di " propagandista". Per le stesse validissime ragioni oggi noi promuoviamo il termine " farmacologista". Inutile sottolineare che anche questa semplice proposta vede più elementi contrari che favorevoli.

  3. Tutto resterà immutato se non si agisce sull' informazione.
    L' attuale situazione italiana risale ad una iniziativa di politica industriale degli anni settanta, quando in Italia prevalse l' idea di alienare buona parte delle strutture industriali predisposte per la ricerca e far diventare il nostro paese un mercato per le multinazionali del farmaco. Come ben noto, ciò costò agli italiani un prezzo incalcolabile per due ragioni fondamentali: l' aumento medio del prezzo dei medicinali dovuto alla " ripartizione degli utili" su brevetti stranieri ai gestori delle aziende italiane trasformatesi in pure organizzazioni commerciali, ed il conseguente divampare delle guerre commerciali su prodotti identici ma di denominazione diversa, nelle quali il reale valore del prodotto farmaceutico veniva soverchiato dalla forza della pressione pubblicitaria.
    Pur se ripugna il termine di mercato per designare la vendita di medicinali, dobbiamo renderci conto che la situazione non può che peggiorare perché l' industria italiana non può fare da propulsore della ricerca di base, dovendo investire tutto o quasi in propaganda, in un settore come quello biomedico che in altri paesi assorbe buona parte dell' attività dei ricercatori di tutte le specialità scientifiche.
    In questa situazione, una visione strategica seria ( ed onesta ) dovrebbe puntare almeno sull' informazione e l' aggiornamento, tenendo conto che la scienza ha fatto per proprio conto progressi soprattutto nel settore della valutazione dell' efficacia degli interventi sanitari e della farmacoeconomia. In molti paesi, ed in Europa, gli ISf sono regolarmente utilizzati nella Farmacovigilanza ( D.Lgs 44 / 97 ). In Italia questa attività è stata sempre scoraggiata. Conclusione: l' Italia è uno dei paesi a più bassa comunicazione di effetti secondari dei medicinali a fronte di un mercato sempre in espansione. Recentemente il Ministero della salute si è fatto promotore della traduzione stampa e diffusione ( non si sa bene a chi ), del volume di oltre 1000 pagine : " Clinical Evidence" consultando il quale è possibile conoscere il reale e sperimentato valore di moltissime pratiche mediche.
    Poiché questi dati di carattere sperimentale permettono di ridimensionare molte pratiche ancora in corso ma del tutto obsolete perché dimostratesi inutili o anche soltanto superate, la consultazione abituale di questo testo sarebbe di grande utilità. Tuttavia, nulla è stato fatto dal Ministero stesso per sensibilizzare gli operatori sanitari sull' importanza di una spesa non da poco che grava su tutta la collettività nazionale, né ci risulta che la spedizione di questo libro abbia sortito un qualche effetto. Ecco perché sottrarre una parte dell' attività degli ISf alla propaganda farmaceutica per dedicarla alla diffusione di informazioni di carattere sanitario pubblico, come avviene in altri paesi d' Europa, potrebbe costituire l' inizio di un' auspicabile inversione di tendenza tanto più che l' informazione scientifica svolta dall' industria è sovvenzionata dal S.S.N.
    Il Ministro invece, proprio in questi giorni, come pubblicato sui Media specializzati, chiede alle industrie un contributo per l' educazione permanente dei medici e degli altri operatori sanitari. Gira e rigira il finanziamento dell' aggiornamento del medico ricade sempre sull' industria la quale naturalmente chiede delle contropartite.
    La formazione del prescrittore pertanto rimane sempre nell' ambito delle logiche di produzione industriale.
    Non che in passato il Ministero non ricevesse adeguati contributi. Tutt' altro! La differenza consiste soltanto nel fatto che all' epoca tali contributi si disperdevano dentro i meandri del Ministero come nelle infinite derivazioni del delta del Gange che formano le paludi di salgariana memoria.

Conclusione.

E' un fatto certo che l' unico sistema utile per far circolare informazioni complete e comprensibili sull' innovazione in campo scientifico e medico-biologico è quello della comunicazione interpersonale, anche perché la pagina scritta è spesso di difficile decifrazione e non invoglia alla lettura. E' per questa ragione che oggi circolano in Italia circa 25.000 Informatori Scientifici del farmaco. Le leggi in vigore, già citate, sanciscono questa realtà, assegnando agli ISf compiti che travalicano gli interessi industriali perché di fatto si tratta pur sempre di diffusione di cultura scientifica.
I costi dell' informazione sono sempre molto alti e non sono i ritorni economici delle industrie del farmaco, oltretutto multinazionali non italiane, che giustificano tale spesa.
L' utilizzazione degli ISf per fini istituzionali sarebbe l' unico sistema valido per sviluppare coscienza scientifica in un paese che ne ha molto poca e contemporaneamente contenere ed indirizzare un mercato che oggi si presenta totalmente avulso dagli interessi reali dei cittadini.
Noi siamo sempre stati pronti a fare la nostra parte.

dr chim. Giorgio Vitali
Presidente Federazione Nazionale Quadri Informazione Scientifica e Ricerca
Via Marano Equo, 32
00189 Roma


Articolo di Panorama pubblicato nell'Aprile del 2003:
Ricchi premi e cotillons alla lotteria della salute - di  Antonio Galdo
Il mutualista che chiede una lavatrice, il farmacista che pretende lo sconto, lo specialista che si fa pagare cene e maestri di tennis. Un informatore medico vuota il sacco e racconta bassezze e avidità di una parte della classe medica