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Per capire gli eventi dell'11 settembre


Ci stanno dicendo la verita' sull'attacco alle torri gemelle?


Prima di tutto, voglio dire che non sono in possesso di informazioni segrete o documenti ottenuti di nascosto sugli orrendi eventi dell'11 settembre a New York. Sto scrivendo questo articolo mentre sono in viaggio, senza i miei libri di riferimento, e sto lavorando con quanto dice la televisione americana e con degli articoli che alcuni mi hanno mandato attraverso internet. Quello che faremo in quest'articolo e' guardare gli eventi nello stesso modo nel quale potremmo analizzare un omicidio misterioso: Quali sono i possibili scenari? Quali le evidenze importanti per il caso? Quale scenario e' piu' completamente confortato dai fatti?

Non sto dicendo che questa analisi sia vera, vi sto solo chiedendo di considerarne la possibilita'. Nel rivedere i fatti storici vi daro' la mia migliore comprensione degli eventi, ma non e' detto che ogni cosa che dica sia verita' inconfutabile. Questo articolo presenta la mia opinione a riguardo degli scenari piu' probabili. Grazie alla mole di materiale, gran parte della presentazione e' molto sintetica. Alla fine dell'articolo si trova un elenco di riferimenti per chi volesse approfondire ed esplorare meglio queste idee.

Per quanto io sappia, lo scenario che ci viene presentato dall'establishment americano delle corporazioni, del governo, dei media, dell'elite potrebbe essere corretto. Forse gli attacchi sono stati una sorpresa scioccante, e la risposta Usa e' stata confezionata in tutta fretta nelle riunioni di emergenza dopo il fatto. Ma questo scenario lascia molte domande aperte...

(1) Solo poche ore dopo gli attacchi ci stavano dicendo che l'FBI gia' sapeva chi erano i dirottatori, e che erano connessi a Bin Laden. Se questo e' vero perche' allora potevano comprare biglietti dando i loro nomi corretti e viaggiare insieme su voli commerciali? Uno degli uomini che aveva acquistato un biglietto dando il suo nome era sull'elenco degli uomini piu' ricercati dell'FBI! E solo una settimana prima, ci dicono, Bin Laden aveva minacciato che stava per sferrare un attacco ad un grande obiettivo negli Usa. E' possibile che la sicurezza sia stata trattata con una tale leggerezza?

(2) La copertura da parte dei media nel primo giorno sembrava caratterizzata da una grandissima omissione. Perche' non ci fu detto niente sul controllo del traffico aereo e sui tentativi dei controllori di contattare gli aerei? Non era un dramma perfetto per le TV? ... "Volo numero 11, rispondete. Volo 11, ci sentite?" Perche' non hanno detto niente sui caccia levatisi in volo e sui tentativi di intercettare gli aerei dirottati? Poi il 15 di settembre, il New York Times pubblicava una spiegazione degli eventi data da Matthew Wald, scrivendo che alcuni caccia si erano infatti levati. Ma perche' questo dato era completamente assente dalle prime notizie? Le notizie della prima ora sembrano essere state fatte proprio per farci credere che nessuno sapeva che cosa stava accadendo finche' il primo aereo non si schianto' contro il World Trade Center.

(3) Pero' la spiegazione del New York Times non ha senso. Quanto segue e' un'analisi di quell'articolo fatta da Jared Israel, disponibile in internet all'indirizzo http://emperors-clothes.com/articles/jared/treason.htm

"Facendo un'analisi dell'incubo dell'11 settembre, una delle cose che chiedemmo era: come fosse possibile che il cosiddetto terzo aereo stesse in volo, sotto il controllo dei dirottatori, per quasi un'ora dopo che altri due aerei dirottati si erano schiantati contro il World Trade Center, senza essere intercettato dalle difese aeree degli Usa? Come mai poteva volare ad ovest, poi voltare indietro e prendere rotta per Washington, senza alcun problema?

"Sembra che qualche pezzo da novanta avesse l'idea che la gente comune poteva chiedersi cose del genere, percio' il seguente articolo fu pubblicato nel New York Times, apparentemente con l'intento di rispondere a dubbi di questo genere.

"Ma la cura e' peggiore degli stessi dubbi. Una cosa e' dire che l'aereo non era stato visto. Ma e' semplicemente fuori ogni logica dire, come faceva questo articolo, che l'aereo era stato visto, che era stato seguito dal momento in cui aveva invertito rotta, fino a schiantarsi sul Pentagono, ma che non fu fatto niente, perche' "non sapevano che cosa fare".

"Se sapevano che questo aereo era in volo verso Washington, perche' non l'hanno fatto atterrare oppure, una volta fallito il tentativo, non l'hanno abbattuto? Prima che diciate che non farebbero mai una cosa del genere guardate quel che diceva l'articolo a riguardo del quarto aereo, quello che, secondo la versione ufficiale, e' caduto in Pennsylvania:

"'Paul Wolfowitz, il vicesegretario alla difesa, ha detto oggi che il Pentagono stava inseguendo quell'aereo e che lo potevano abbattere se necessario; quell'aereo si schianto' 35 minuti dopo la sciagura del Pentagono.

"Percio', se "potevano abbattere" il quarto aereo, perche' non hanno abbattuto il terzo? Perche' non hanno abbattuto i primi tre, o perlomeno il secondo e il terzo? Una volta che "sapevano" che si trattava di dirottamenti kamikaze, che stavano aspettando che facessero, schiantarsi sulle torri del WTC e sul Pentagono? O forse su di una centrale nucleare?

(4) Se gli attacchi erano veramente una perfetta sorpresa, sembrerebbe logico aspettarsi una reazione iniziale confusa, dai piu' alti livelli governativi. Normalmente, ci si aspetterebbero giornate intere spese cingendo le informazioni e valutando le varie opzioni. Invece entro poche ore vi fu una risposta coerente e finale. Dopo solo un giorno o due, si conoscevano i nomi dei colpevoli, il Congresso aveva concesso 40 miliardi di dollari, si annunciava una guerra di lunga durata, ci dicevano di aspettarci severe restrizioni delle liberta' individuali e il Senato Usa aveva gia' approvato il "Combatting Terrorism Act of 2001". E poi pochi giorni dopo, fu annunciato un piano di salvataggio per le linee aeree finanziato a suon di miliardi di dollari.

Si potrebbero muovere altre obiezioni contro lo scenario ufficiale, ma non sto cercando di provare che sia sbagliato. Voglio solo esprimere un dubbio per far presente che altri scenari possano essere degni di considerazione. Come sappiamo tutti da una scorta di gialli, quando si cerca il colpevole di un crimine, si cercano tre cose: il motivo, l'opportunita' ed il modus operandi, oltre che agli indizi circostanziali e quelli reali. Pensando allo scenario che voglio sottoporre alla vostra considerazione, cominciamo con quello che chiamiamo modus operandi, oppure "il comportamento usuale della persona sospetta".


Storia degli Usa - Una serie di sospetti 'incidenti' ante-guerra


Se guardiamo indietro scorgendo la nostra storia, vediamo che ogni qualvolta gli Usa entravano in un'importante avventura militare, cio' fu reso possibile da un incidente drammatico che svegliava il sentimento popolare a favore di quell'azione militare. Questi incidenti furono sempre accettati per quello che sembravano, ma ogni volta piu' avanti si sapeva poi che questi incidenti erano molto sospetti. Ed ancora, ogni volta il conflitto militare che segui' andava ad avanzare qualche disegno elitario per il futuro geopolitico.

Considerate per esempio l'incidente del Golfo di Tonkin, che al presidente Lyndon Johnson forniva la scusa per scatenare la guerra in Vietnam. Si dice che, in questo incidente, un natante nordvietnamese avesse lanciato dei siluri contro una nave da guerra americana. Gli storici sono ormai guinti al consenso che questo attacco in verita' non avesse avuto luogo e che Johnson fosse gia' pronto ad scatenare il conflitto.

Uno dei miei corrispondenti su internet faceva al riguardo la seguente osservazione:

"Il governo Usa ha mentito alla popolazione americana nei seguenti incidenti, ognuno dei quali significava l'inizio di una guerra per gli Stati Uniti....

"1898 - MENTIVANO sull'affondamento della nave da battaglia 'Maine'. (Guerra Hispano/americana)
1915 - MENTIVANO sull'affondamento della nave transoceanica 'Lusitania'. (Prima Guerra Mondiale)
1941 - MENTIVANO sull'attacco a Pearl Harbor. (Seconda Guerra Mondiale)
1964 - MENTIVANO sull'incidente nel Golfo di Tonkin. (Guerra del Vietnam)"

Nella copertura dei media del recente attacco al WTC, il paragone di Pearl Harbor e' stato fatto parecchie volte. Migliaia di soldati americani furono uccisi nell'attacco a Pearl Harbor e migliaia di civili americani furono uccisi nell'attacco al WTC. In entrambi i casi il popolo americano rispondeva (giustamente) con shock e sconcerto. In entrambi i casi, il sentimento popolare era a favore della rappresaglia e si decise di dare appoggio incondizionato al presidente per fare tutto cio' che riteneva opportuno. Nel 1941 come adesso, qualsiasi rivelazione che il governo americano sapesse e potesse prevenire gli attacchi, avrebbe evocato una reazione incredula e piena di rabbia in ogni americano. Cionostante, le prove sembrano indicare adesso che il presidente Franklin D. Roosevelt in verita' sapesse dell'attacco imminente e potesse prendere efficaci misure di difesa.

Sappiamo adesso che i piu' grandi esperti militari Usa, durante il periodo 1939-1941 erano giunti alla conclusione che la conquista del Sudestasiatico da parte del Giappone doveva essere fermata. Gli esperti erano convinti che la regione del Sudestasiatico era particolarmente importante per gli interessi economici Usa. Ma l'opinione popolare americana era completamente contraria all'entrata in guerra. Sembra chiaro adesso che Roosevelt aveva escogitato uno strategemma per far entrare gli Usa in guerra, e che Pearl Harbor gli era di grande importanza in questo suo disegno.

Quando i giapponesi cominciarono a minacciare il Sudestasiatico, Roosevelt blocco' i fondi giapponesi negli Usa, tagliando cosi' i rifornimenti per il paese. Il Giappone considerava il blocco dei fondi equivalente ad una dichiarazione di guerra e gli esperti americani prevedevano un atto di rappresaglia da parte del Giappone. Quando la flotta giapponese si avvicino' a Pearl Harbor, i servizi della Gran Bretagna e degli Usa evidentemente sapevano del fatto. Il primo ministro Churchill avverti' i suoi comandanti nel Pacifico che i Giapponesi erano diretti verso Pearl Harbor. Roosevelt, d'altra parte, non dava notizie ai suoi comandanti. Invece ordino' alle navi di importanza strategica (le portaerei) di prendere il largo dove potevano essere in salvo, e dava istruzioni agli osservatori sull'isola di Kuaui, un avamposto importante, di starsene calmi.

Sembra che Roosevelt avesse di proposito preparato il palcoscenico per un "attacco a sorpresa" che poi aveva scosso la nazione, cambiando di colpo il sentimento pubblico dal non interventismo ad un diffuso fervore di guerra. Mi sembra che sia importante considerare uno scenario analogo nel caso dei recenti attacchi al WTC e al Pentagono. Sembra incredibile, ma uno scenario cosi' e' compatibile con il modus operandi dei gruppi d'elite governativi degli Usa. Questi gruppi d'elite mostrano un freddo disprezzo per la vita della popolazione civile in Irak, Ruanda, Jugoslavia e in dozzine di altri luoghi al mondo. Sembra cosi' sorprendente che avessero sacrificato qualche migliaia di civili americani se lo ritenevano necessario per raggiungere i loro obiettivi geopolitici?

Esaminiamo ora piu' dettagliatamente i possibili motivi per uno scenario criminoso di questo genere.


Capitalismo globale in crisi


Il capitalismo necessita per la sua continua operazione, di crescita e di cambiamento. Il motore del capitalismo dipende per la sua operazione da persone ricche disposte ad investire il loro denaro nell'economia con lo scopo di incrementare la loro ricchezza. Se l'economia non offre opportunita' di crescita, gli investori ritirano il loro denaro e l'intero sistema va verso il collasso. Un piccolo collasso viene chiamato recessione, mentre un collasso di grandi proporzioni e' una depressione. La storia del capitalismo e' caratterizzata da una serie di questi collassi.

Il capitalismo comincio' con la rivoluzione industriale nella tarda parte del 1700 in Scozia e nel nord dell'Inghilterra. Prima d'allora, la crescita non era precondizione indispensabile per le societa' umane. Certamente esistevano anche prima delle persone che cercavano di aumentare le loro ricchezze, ma le economie come tali non necessitavano della crescita per il loro funzionamento. Le societa' stavano sotto il governo di elite aristocratiche la ricchezza dei quali si misurava in termini di terre di loro proprieta' e del numero di 'paesani' che lavoravano queste terre. L'aristocrazia governante favoriva la stabilita' piuttosto che il cambiamento, per loro era piu' importante il mantenimento della proprieta' che non la crescita economica.

Con l'avvento della rivoluzione industriale tutto comincio' a cambiare. L'uso della macchina a vapore e di altre nuove tecnologie facevano si' che un imprenditore potesse rapidamente accumulare grandi ricchezze. Una nuova elite dei ricchi cominciava ad emergere ed era composta di inventori, industriali, banchieri e commercianti. Queste erano le persone che costruivano le fabbriche, che investivano nella produzione e che cercarono di introdurre nuovi prodotti sui mercati.

Gli interessi di questa nuova elite si scontrarono contro quelli della vecchia elite aristocratica. Gli aristocratici preferivano la stabilita' e le leggi che erano alla base di essa - dazi doganali, prezzi controllati, e cosi' via. La nuova elite al contrario desiderava il cambiamento e la crescita - loro volevano sviluppare nuovi prodotti, costruire nuove fabbriche e aprire nuovi mercati. Mentre la ricchezza aristocratica era basata sulla terra e la stabilita', la ricchezza industriale necessitava di investimento, sviluppo, cambiamento e crescita.

Questo nuovo sistema economico che si basa su investimento, crescita e capitalismo. La nuova elite, che trae la propria ricchezza dal cambiamento e dalla crescita e' l'elite dei capitalisti. In un primo tempo il capitalismo esisteva insieme all'aristocrazia, lottando l'uno contro l'altra per il controllo delle leggi della societa'. Ma presto in Gran Bretagna e poi altrove, l'elite capitalista riusci' ad imporre la sua logica. Le leggi, l'economia e la societa' furono trasformate in modo da favorire il capitalismo e la crescita piuttosto che la stabilita' e la ricchezza basata sul possesso delle terre. Si reinventarono le leggi bancharie, i sistemi monetari e le tasse, costringendo le attivita' produttive ai cercare la crescita, volenti o no.

Nessuno potra' dire che il capitalismo e la conseguente crescita non avesse portato molti benefici ad alcune persone. L'America si basava sul capitalismo gia' dall'inizio e la prosperita' e ricchezza americana sono indiscutibili. Ma esiste un problema fondamentale con il capitalismo. Come e' possibile per un'economia crescere senza fine? Come si puo' avere la crescita infinita in un mondo finito? Nell'analisi finale, e' veramente sostenibile il capitalismo?

Infatti, la cosa piu' difficile per ogni nazione che adopera il sistema capitalistico e' di mantenere una continua crescita. La storia dei secoli 19 e 20 e' soprattutto la storia di come le nazioni lottavano per assicurarsi mercati e risorse per mantenere la propria crescita economica. I nostri libri di storia ci raccontano di cause nobili e nemici terribilmente malvagi, ma la verita' e' che ogni conflitto importante dal 1800 in poi era determinato dalla lotta dei grandi poteri per la propria crescita economica.

Prima dell'avvento del capitalismo le nazioni costruivano imperi solo perche' qualche Re o altro individuo erano avari e miravano al possesso di un territorio piu' grande oppure di ricchezze straordinarie. Dopo il capitalismo, le nazioni svilupparono imperi per necessita'. Se non espandevano i loro mercati e l'accesso alle risorse le loro economie rischiavano il collasso. Quando il capitalismo industriale sfondo' su grande scala alla fine dell'ottocento, si ebbe una espansione senza precedenti dell'imperialismo su scala globale.

Dal 1800 al 1945 il mondo era caratterizzato dalle lotte tra grandi poteri per il proprio impero, per assicurare la crescita capitalista. Ogni impero consisteva di una nazione centrale, la quale dominava i territori periferici. I territori periferici furono sfruttati per consentire la crescita economica della nazione centrale dominante. Il popolo delle nazioni centrali era convinto dalla propaganda prevalente che stava aiutando ad assicurare lo sviluppo della periferia. La propaganda non corrispondeva alla verita'. Infatti si aveva la dominazione e lo sfruttamento e si impediva ogni salutare sviluppo della periferia, per consentire lo sviluppo del capitalismo nelle grandi nazioni del centro.

Nel 1945 questo sistema globale ebbe un cambiamento radicale. Sotto la guida dell'America, con le buone e le cattive maniere, fu lanciato un nuovo paradigma della crescita capitalistica. Invece dell'imperialismo competitivo, si istitui' un modello di imperialismo cooperativo. Sotto la protezione dei militari americani, tutta l'area del cosiddetto "mondo libero" fu aperta allo sfruttamento da parte di un capitalismo generalizzato. Naquero cosi' delle immense imprese transnazionali che non sottostarono piu' ai limiti di crescita imposti dall'essere limitati ad un solo imperio nazionale. Questo nuovo sistema del dopo 1945 fu inventato allo scopo di permettere un periodo di rinnovata crescita del capitalismo.

Sotto il sistema post 1945 una parte del disegno era dare prosperita' alla classe media in occidente. In Europa, negli Usa ed anche in Giappone, le popolazioni ebbero una inedita prosperita'. Il capitalismo cooperativo apriva immensi spazi di crescita per il capitalismo, e la ricchezza era divisa con le popolazioni delle nazioni centrali.

Ma a prescindere dal sistema che si inventi, la crescita alla fine tocchera' i limiti del sistema stesso. Non faceva eccezione il sistema del dopo 1945. Nei primi anni settanta la macchina della crescita rallento'. Le recessioni stavano prendendo il posto della prosperita'. Percio' l'elite del capitalismo globale ideo' ancora una volta un sistema nuovo, che era capace di offrire un ulteriore periodo di crescita capitalista. Questo nuovo sistema prese il nome di 'neoliberismo' e fu lanciato sotto gli auspici di Ronald Reagan negli Usa e Margaret Thatcher nel Regno Unito.

Lo scopo del neoliberismo era rubare la ricchezza delle nazioni capitaliste e di trasferirla all'elite capitalista ed alle imprese che loro controllavano. Questo era il vero scopo della privatizzazione, della cosiddetta deregulation e di altre 'riforme'. In piu', il neoliberismo puntava a diminuire il potere della stessa democrazia, perche' le leggi che limitavano il potere delle imprese transnazionali erano opera delle nazioni democratiche. Qualsiasi limite al potere delle imprese costituisce un limite alla loro crescita, e se esiste una cosa che il capitalismo non puo' tollerare sono i limiti alla sua crescita. Per il capitalismo si tratta di una questione di vita o di morte.

Ancora una volta, come succede SEMPRE, si esauri' lo spazio di crescita del sistema neoliberista. In questo caso, il sistema aveva provveduto alla crescita per appena dieci anni, appunto la decade degli anni ottanta. E cosi' arrivammo all'era della GLOBALIZZAZIONE. La propaganda ci dice che la globalizzazione sia semplicemente un continuare di certi trend 'naturali' nella tecnologia e nei commerci. Questo non e' vero: la globalizzazione e' un cambiamento intenzionale e radicale da parte dell'elite capitalista.

La globalizzazione da' luogo a quattro cambiamenti radicali nel sistema mondiale. Questi sono (1) la destabilizzazione degli stati-nazione occidentali e la distruzione della loro sovranita', (2) l'instaurarsi di un governo mondiale essenzialmente fascista, sotto il diretto controllo dell'elite capitalista, (3) una grande accelerazione del programma di sfruttare e soggiogare il terzo mondo e (4) il graduale abbassamento delle condizioni di vita nell'occidente verso i livelli del terzo mondo. Con questi mezzi, le elite sperano di innescare ancora un altro periodo di crescita del capitale.

Durante la maggior parte degli anni 90, la globalizzazione andava avanti quasi senza che il popolo del mondo se ne accorgesse.

Il WTO ed il Fondo Monetario Internazionale cominciarono a radicare i loro tentacoli di potere senza alcuna pubblicita'. In tutto il mondo i capi di governo , sotto pressione delle elite capitaliste, cedevano la loro sovranita' alle nuove istituzioni globali. Se e quando la globalizzazione fu menzionata nella stampa e nei media, era in termini propagandistici, dipinta come un sistema inteso a far partecipi del progresso i poveracci del mondo. Come di consueto, si tratta di menzogne dell'elite capitalista e dei media che controllano e posseggono.

E poi, nel dicembre del 1999 il popolo mondiale cominciava a svegliarsi. Le manifestazioni a Seattle segnalavano l'inizio di un nuovo movimento globale. E' pur vero che esistevano gia' in precedenza, in Europa e nel terzo mondo, avvisaglie della nascita del movimento. Ma solo dopo che il movimento approdo' all'America divenne 'reale' agli occhi del mondo. Ed era a partire da Seattle che il movimento cresceva a vista d'occhio su scala globale.

Il movimento non ha ancora degli obiettivi ben definiti, ma nonostante cio' e' un movimento molto promettente e molto radicale. Si basa su un chiaro riconoscimento del fatto che il capitalismo globale ci porta dritti verso il disastro ecologico e la tirannia. Il movimento non ha una ben definita struttura d'organizzazione ma anche questo fatto e' cosa promettente. La natura decentralizzata del movimento fa pensare ad un novo tipo di democrazia diffusa, possiamo dire "della base" - una democrazia che non e' soggetta alla manipolazione da parte dell'elite come invece lo sono le nostre pseudo democrazie occidentali, con le loro 'maggioranze' fittizie.

Dopo questa presentazione storica (per necessita' molto sintetica), posso adesso passare alla descrizione della natura della 'crisi globale del capitalismo'. Da un lato, l'elite capitalista e' costretta ad accelerare il progresso della globalizzazione, per aumentare continuamente lo spazio di crescita del capitale. Dall'altro lato, la popolazione mondiale, specialmente nell'occidente, ha cominciato a svegliarsi ed a opporsi al pericoloso e sinistro cammino della globalizzazione. L'elite sa che piu' velocemente si avanza sulla strada della globalizzazione, piu' persone si opporranno. La crisi della globalizzazione e' una crisi del controllo delle popolazioni che richiede la soggiogazione del popolo europeo e di quello nordamericano.

La popolazione dei paesi del terzo mondo ha vissuto sotto la tirannia imperialista per secoli, e questo era possibile solo con l'aiuto della forza militare dell'occidente. Se il popolo occidentale si alza in opposizione alla globalizzazione, l'egemonia dell'elite capitalista e' seriamente minacciata. E' QUESTA LA CRISI DEL CAPITALISMO GLOBALE.


Guerra al terrorismo - una soluzione alla crisi del capitalismo


[Nella stesura di questa parte, faccio spesso riferimento all'articolo del Los Angeles Times del 21 settembre.]

Il presidente Bush la chiama una "guerra al terrorismo", ma in realta' che cos'e'? Vediamo qualche dettaglio...


Questo e' un elenco molto ampio. Bush possiede un assegno in bianco per fare qualsiasi cosa ritenga opportuna, ovunque, con ogni mezzo a suo piacimento. Ha detto chiaramente che non risparmiera' colpi e che intende utilizzare questo assegno in bianco per molto tempo. Non e' facile prevedere, visto l'atteggiamento, dove tutto questo andra' a finire. In un caso del genere e' molto educativo esaminare i precedenti storici.

Pearl Harbour sveglio' la rabbia degli americani contro i giapponesi... ma appena l'assegno in bianco fu firmato, fu l'Europa a trovarsi nel punto focale iniziale dell'attenzione militare americana. Dopo che la nave da battaglia Maine era stata distrutta (da una esplosione interna, secondo quanto e' emerso dopo) la sete di rivincita si trasformo' nella cattura imperialista delle Filippine. In altre parole, quando uno di questi incidenti ???outrage??? si verifica, il modus operandi dell'elite Usa e' quello di perseguire qualunque obiettivo ritiene piu' importante - a prescindere dalla natura dell'incidente che dava occasione alla firma dell'assegno in bianco.

L'obiettivo piu' importante per l'elite in questo momento e' la continuazione del governo per mano dell'elite globale, l'accelerazione della globalizzazione e la lotta per sopprimere il movimento anti global. Sono costretti ad occuparsi della crisi del capitalismo globale.

Da questa perspettiva, il significato vero della "guerra al terrorismo" sembra diventare piu' chiaro. Permettetemi di speculare su come probabilmente lo scenario si evolvera' nel prossimo futuro...

George Bush senior ha annunciato il nuovo ordine mondiale, e sembra che George Bush junior sara' destinato a portare a termine il suo instauramento. Visto l'assegno in bianco di Bush per la dominazione militare del globo e per il controllo della popolazione americana nel nome della 'sicurezza', c'e' ben poco che potrebbe contrastarlo. Questo non significa che il movimento debba rassegnarsi. Significa solo che il movimento debba sapere che la partita che si gioca viene, almeno dall'altra parte, affrontata con la massima durezza. Ma massima durezza non significa violenza, almeno non lo deve significare per il movimento. Massima durezza significa sapere che il nemico e' nientemeno che il fascismo globale. Prima ne saremo consapevoli e prima riusciremo ad organizzarci nel modo dovuto, piu' ci sara' la possibilita' di cambiare le cose mentre ci sono ancora degli esseri umani vivi sulla terra.

rkm
Copley Square
Boston, Usa
25 settembre 2001



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